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A Latina il carcere più sovraffollato del Lazio (181%), 125 detenuti e solo 111 agenti di polizia penitenziaria. Ora si pensa ad una nuova struttura

Marco Battistini
Fino ad oggi rari sono stati gli interventi della politica su un tema comunque sentito soprattutto nel quartiere che ospita l’istituto penitenziario. Il segnale arrivato da piazza del Popolo ha il merito di rompere questo silenzio.
Maggio 24, 2022
La casa circondariale di Latina

Un nuovo carcere a Latina. L’ok alla mozione promossa dal gruppo del Pd, cioè dai consiglieri Daniela Fiore, Leonardo Majocchi, Enzo De Amicis, con primo firmatario Tommaso Malandruccolo riaccende il dibattito sulla sicurezza della Casa circondariale di via Aspromonte. La struttura, ultima nel Lazio, ospita attualmente 125 detenuti invece dei 77 previsti e non dispone di spazi sufficienti per molte attività. Ciò vuol dire che l’indice di sovraffollamento nella struttura di via Aspromonte è del 181%.
L’istituto di pena del capoluogo pontino, particolarmente disagiato, è posto nelle vicinanze del centro storico, in piena zona abitata. Ci sono gravi problematiche sia per il poco spazio a disposizione che per le condizioni dei detenuti stessi. La mancanza di spazi destinati all’accoglienza dei familiari rappresenta un impedimento per l’incontro tra familiari. Tale carenza di spazi e servizi non consente neppure o quanto meno rende particolarmente difficile svolgere attività sportive o ricreative.

I DATI DI LATINA E DEL LAZIO

Guardando più direttamente i dati di ogni singolo istituto in base ai posti effettivamente disponibili, il tasso di affollamento complessivo del Lazio continua a mantenersi costante al 118%. Sono 10 su 14 gli istituti di pena che presentano tassi di affollamento superiori al 100% dei posti disponibili. Si confermano le situazioni di consolidata e forte criticità a Latina (dove i presenti sono costantemente sopra il 180% rispetto ai posti disponibili) Civitavecchia, Regina Coeli con tassi di affollamento effettivo che risultano superiori al 140% oltre tale soglia si colloca anche questo mese l’istituto femminile di Rebibbia a causa dell’aumento di 33 unità (che corrisponde a un incremento dell’11%) del numero di donne detenute che si è verificato nel corso dell’ultimo mese. Il 31 gennaio del 2022, secondo quanto diffuso dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) nel suo monitoraggio, le persone presenti negli istituti penitenziari del Lazio sono risultate 5.555. Si è registrato un aumento di otto presenze rispetto al 31 dicembre 2021: la variazione percentuale è stata modesta: del -0,1%. Tale andamento non modifica la situazione del sovraffollamento che risulta del 108% sulla capienza regolamentare (di poco superiore rispetto al 107% del dato nazionale) ma sale al 118% se calcolata sul numero di posti effettivamente disponibili.

DETENUTI E POLIZIA PENITENZIARIA

La situazione a Latina è però quella più sottovalutata. Tanto da essere di fatto esplosiva. Sei mesi fa 25 detenuti avevano dato vita a una protesta nel carcere di Latina. I detenuti, in gran parte cittadini italiani, magrebini e albanesi, si erano ribellati a causa di alcuni provvedimenti disciplinari disposti dalla direzione della casa circondariale. La protesta, andata avanti per circa due ore, provocò l’intervento di Polizia e Carabinieri. Sul posto arrivarono anche il Questore Michele Spina e il Comandante provinciale dei carabinieri Lorenzo D’Aloia.
I detenuti si erano inoltre rifiutati di rientrare nelle stanze di pernottamento, creando problemi di ordine e sicurezza dell’intero istituto. Per questo venne richiesto l’intervento di unità presso altre sedi della regione.
In occasione di questa protesta furono verbalmente aggrediti sia il Direttore che il comandante di polizia penitenziaria del carcere, nonché gli operatori presenti intervenuti sul posto. Tra le rivendicazioni dei sindacati di polizia penitenziaria, il fatto che il carcere è sotto organico: dovrebbero esserci 132 unità di Polizia Penitenziaria, ma attualmente ve ne operano solo 111, a questi vanno aggiunti personale distaccato in uscita verso Nucleo locale e sedi extra moenia arrivando a circa 30/40 unità. In particolare la Fns Cisl Lazio si è battuta per ottenere più personale di Polizia Penitenziaria nel carcere e, allo stesso tempo, chiedendo di inasprire le pene a detenuti che creano tumulti con aggressioni verbali e fisiche.

FORZE POLITICHE PER UNA NUOVA STRUTTURA

Fino ad oggi rari sono stati gli interventi della politica su un tema comunque sentito soprattutto nel quartiere che ospita l’istituto penitenziario. Il segnale arrivato da piazza del Popolo ha il merito di rompere questo silenzio. Il voto in Consiglio comunale è stato unanime, e comporterà un impegno politico ed amministrativo presso gli uffici competenti, affinché si abbandoni la vecchia struttura e se ne costruisca una nuova fuori dal centro abitato, che risponda ai criteri che una società civile deve rispettare.
“Tutti, senza steccati ideologici, -ha dichiarato il primo firmatario Malandruccolo– si sono espressi a favore della mozione, a dimostrazione di una politica che di fronte ai temi importanti sa essere unita. Il PD continuerà la sua battaglia al fianco dei sindacati  e continuando il prezioso dialogo avviato con il Garante dei Detenuti”.
Il Consiglio comunale, si legge nella mozione, “impegna Sindaco e Giunta rispetto a tre temi principali: a farsi portavoce presso i Ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture affinché venga presa in considerazione l’ipotesi di progettare una nuova struttura carceraria, con locali adatti al personale che vi opera ed adeguata agli attuali criteri di residenza detentiva; ad inviare la mozione, con l’esito della votazione in oggetto al Ministro della Giustizia, al Ministro delle Infrastrutture, al Capo del Dipartimento della Polizia Penitenziaria, al Provveditore della Regione Lazio, al Prefetto e al Direttore della Casa Circondariale di Latina, al Comandante della Polizia Penitenziaria di Latina, al Presidente della Regione Lazio, ai Consiglieri Regionali e ai Parlamentari eletti in Provincia di Latina; a chiedere che nel frattempo, per sopperire all’inadeguatezza strutturale, logistica e di organico, l’istituto ospiti solo persone in attesa di primo giudizio, mentre quelle condannate con sentenze definitive, soprattutto le donne dell’alta sicurezza, possano essere trasferite in sedi adeguate alla detenzione lunga”.
Ovviamente oltre ad una possibile nuova struttura sarà necessario capire se sia possibile ridurre il sovraffollamento e individuare provvedimenti concreti possano essere adottati celermente per migliorare la qualità della vita all’interno del carcere.

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