Al gran ballo del basket europeo stavolta non siamo stati invitati: la serie buttata via dall’Armani per una sciagurata gara1 contro l’Efes ha impedito ai milanesi di riprovarci, dopo il terzo posto del 2021. Ieri a Belgrado le due semifinali non hanno deluso le aspettative. Le indicazioni di una regular season resa anomala dall’estromissione in corsa delle formazioni russe sono state sostanzialmente confermate. Stavolta non c’è uno squadrone che sbarra la strada e cancella i sogni altrui.
L’equilibrio regna sovrano e scrive copioni intriganti. Le gare di semifinale sono andate in archivio tra giocate di classe, amnesie, lotte feroci e qualche coniglio tirato fuori dal cilindro. Il più significativo lo ha estratto Micic, con la tripla che a due decimi dalla sirena ha regalato all’Efes di Ataman la terza finale consecutiva di Eurolega. Prima, un rincorrere affannoso ma alfine premiato dei greci, probabilmente più compatti come squadra, con maggiori certezze nel “pitturato”, ma senza due campioni come Micic e Larkin. Un ottimo Sloukas ha scandito il ritmo degli attacchi ellenici, penalizzati e decisamente meno fluidi quando Kostas andava in panca per rifiatare.
L’Efes non è la macchina da guerra della scorsa stagione è questo si era già evidenziato nel corso di un’annata più ombre che luci, almeno fino a quando i due geni del quintetto turco non hanno deciso di cambiare marcia. Se contro Milano l’aiuto speciale ai fuoriclasse lo aveva dato Tibor Pleiss, stavolta è stato Elijah Bryant a vestirsi da fenomeno per il tempo sufficiente a sparigliare. I 21 punti di Larkin e le soluzioni estrose del “signor talento”, al secolo Vasilije Micic, hanno regalato ai turchi un altro biglietto per il paradiso. Dall’altra parte ci sarà il Real Madrid, che dopo 5 sconfitte di fila nel “classico”, ha scelto l’occasione più importante per sfatare il tabù Barcellona. Così il monumentale Mirotic, MVP delle semifinali e signore incontrastato sotto i tabelloni, dovrà giocare per un malinconico terzo posto.
A cambiare la storia, che sembrava andare nella direzione consueta, un terzo quarto “rivoluzionario”, con protagonisti venuti da… lontano, come Lull, la cui classe sembra riaccendersi ad intervalli regolari, e Fabian Caseur, talento intermittente ma abbagliante. Con loro Yabusele, lungo quanto una giornata di sciopero della metropolitana, rapace quando il pallone rimbalza come una res nullius. Il golpe del terzo quarto ribalta la partita e i blaugrana provano invano il controsorpasso. Sarà Efes-Real Madrid, per scegliere la più nobile tra le nobili del Vecchio Continente. Noi la guarderemo in Tv, confortati dall’idea che l’Armani Olimpia Milano e la Virtus Segafredo Bologna, il basket italiano in 6 maiuscole, possano recitare da protagoniste nel 2023. Spes, ultima dea…