Il ciclo dei rifiuti va chiuso dentro Roma. E’ stata molto chiara l’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi, intervenendo all’assemblea sui rifiuti “Facciamola circolare” organizzata da Roma Futura. “C’è stata un’analisi puntuale dei dati su come chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma al 90% che oggi chiudiamo al 2% all’interno dei nostri confini, secondo due criteri che ci vengono chiesti dall’Europa e dal Governo: autosufficienza e prossimità -ha affermato l’assessora Alfonsi– Se anche noi arriviamo, come dobbiamo, al 65% di riciclo e quindi al 72% di differenziata compresi i metalli pesanti che escono dal termovalorizzatore e che possono essere utilizzati come asfalto o pavimentazione urbana, rimane uno scarto da differenziata e un incomprimibile”.
Roma, ha spiegato l’assessora “produce oggi 1 milione 700mila tonnellate di rifiuti, noi ci proponiamo di ridurli a 1 milione 520 ma comunque c’è uno scarto che ti porterebbe, con le tecnologie di oggi, a una necessità di discarica troppo alta – ha aggiunto – Siccome la discarica è quella che produce più emissioni, noi non la vogliamo fare. Il Comune dovrebbe scegliere un luogo per farla ogni 2 anni e mezzo, mentre noi non ne riusciamo a fare una ogni vent’anni”.
PERPLESSITA’ NELLA MAGGIORANZA DI CENTROSINISTRA
Il capogruppo di Roma Futura in Campidoglio, Giovanni Caudo, rivolgendosi all’assessora capitolina ai Rifiuti ha però chiesto chiarezza sulla strategia che porterà alla chiusura del ciclo e soprattutto ha avanzato alcune perplessità sul percorso tracciato dall’amministrazione capitolina. “Il sindaco ci ha detto: ‘Io faccio una gara d’appalto per costruire l’inceneritore, la ditta che vince questo appalto, visto che servono 3-4 anni per farlo, mi chiude subito il ciclo dei rifiuti trattandomi 350mila tonnellate ogni anno’ -ha affermato Caudo– quindi noi potremmo fare la gara e tra 6 mesi avere chiuso il ciclo dei rifiuti di Roma perché il soggetto che vincerà la gara e dovrà poi costruire l’impianto si farà carico dello scarto fin da subito e poi parteciperà all’impianto con una quota azionaria. Se c’è un soggetto che tra 6 mesi è disposto ad assumersi il carico di questi rifiuti mi viene il sospetto che c’e’ capienza negli impianti che ci sono e allora non capisco la necessità di costruire questo impianto di proprietà comunale nel nostro territorio ne’ la ragione vera che c’è dietro questa scelta”.
I CONSIGLI DI BERTOLASO
Guido Bertolaso, intervistato, su Radio Leopolda, dal direttore e deputato di Iv, Roberto Giachetti, ha messo in guardia sui tempi di realizzazione del termovalorizzatore. “Quello che mi preoccupa, sono le tempistiche. Per questo avevo dato, senza ironia e polemiche, la mia disponibilità per dare una mano -ha fatto presente Bertolaso– Io non ho ancora visto il decreto legge con la norma che autorizza Gualtieri, in quanto commissario del Giubileo, a derogare al piano rifiuti della Regione Lazio. Piano che non prevede il termovalorizzatore di Roma perché altrimenti la signora Lombardi e i suoi adepti lasciano la giunta e Zingaretti va a casa”. Bertolaso ha poi ribadito che il problema è la tempistica: “Gualtieri dice che entro il Giubileo l’impianto deve essere pronto? Non so se parla di quello del 2025… ma sarebbe meglio che non indicasse quella di data, perché la vedo molto difficile”.