Nel 2019 Roma era la città italiana più congestionata, con 166 ore annuali perse nel traffico per automobilista, seguita da Palermo e Torino. Tali valori sono elevati anche nel confronto internazionale: le tre città avevano tempi di spostamento doppi rispetto a città dell’Europa occidentale aventi una dimensione simile. Sebbene in termini relativamente più contenuti, la maggiore congestione rispetto a città europee simili caratterizza quasi tutte le principali città italiane. E’ quanto emerge dal Rapporto presentato dal Mims “Verso una mobilità locale sostenibile”, che riporta i dati di Inrix, una società specializzata nell’analisi dei flussi di traffico, Inoltre, secondo i dati del Censimento del 2011, circa metà della popolazione che si sposta per motivi di lavoro impiega al massimo un quarto d’ora a fronte di uno su venti che impiega più di un’ora. Il dato medio nasconde significative differenze tra le regioni: è molto più elevato nel Lazio e in Lombardia e più basso nelle regioni più piccole che non hanno importanti fenomeni di agglomerazione urbana 1. Tra le aree metropolitane, i tempi di spostamento più elevati si rilevano a Roma, dove i residenti del comune che si spostano all’interno dello stesso comune impiegano in media più di mezz’ora, mentre le persone che provengono dai comuni limitrofi impiegano circa un’ora.
TRASPORTO PUBBLICO IN CALO
A partire da marzo del 2020, le misure restrittive sugli spostamenti delle persone e le limitazioni volontarie dovute ai timori di contagio hanno inciso in misura significativa sulla mobilità della popolazione. Sebbene tali effetti si siano ridotti nel corso del 2021, oggi l’utilizzo dei mezzi pubblici è più contenuto rispetto al periodo pre-pandemico. Secondo i dati di Google l’utilizzo dei mezzi pubblici è diminuito di circa il 40 per cento nel 2020 e di circa un quarto nel 2021 (sempre rispetto al periodo pre-covid). Le dinamiche sono state simili a quelle dei principali paesi europei, sebbene l’Italia abbia registrato una flessione superiore. In primo luogo, le regole di distanziamento potranno permanere ancora a lungo, con effetti di contenimento dell’offerta di trasporto pubblico, ed è difficile prevedere quando e come verrà riassorbita la percezione di insicurezza da contagio associata all’uso del mezzo pubblico. Un cambiamento strutturale che potrebbe impattare sulla domanda e l’offerta di Tpl è la maggiore flessibilità negli orari di lavoro. Anche in questo caso, potrebbero esserci effetti benefici, come la possibilità di avere meno picchi nell’utilizzo dei mezzi pubblici e spostamenti diluiti su più momenti della settimana e della giornata. Allo stesso tempo, questo rappresenta anche una sfida per i sistemi di mobilità, che dovranno riadattare l’offerta in maniera agile e flessibile.