Quella delle consulenze gratuite nei Municipi di Roma è una pratica vietata. La conferma arriva dagli uffici capitolini. Nella seduta della Commissione Trasparenza, è stato affrontato il tema inerente ad una prassi vietata dallo Statuto e dal Regolamento di Roma Capitale.
Il Segretariato Generale, con nota n. RC/31245/2016, ha già chiarito che ‘al di fuori delle fattispecie collaborative normate, si configurano come illegittime anche le estensioni, per via analogica, delle disposizioni previste per i Consiglieri Municipali in materia di accesso alla documentazione amministrativa’. La richiesta della Commissione era stata avviata nei giorni scorsi dal capogruppo della Lista Civica Raggi, Antonio De Santis.
In sostanza il conferimento degli incarichi di collaborazione a titolo gratuito da parte dei Presidenti dei Municipi di Roma Capitale è illegittimo.
Stiamo parlando di incarichi che consentono ai destinatari di poter accedere in maniera totale alla documentazione amministrativa, prerogativa riservata esclusivamente agli amministratori locali, oltre che ai dipendenti dell’ente.
“Il sindaco può nominarli, non il presidente di municipio –ha sottolineato De Santis– è stato più volte ribadito dal segretariato generale, da ultimo anche lo scorso ottobre con una lettera inviata per conoscenza ai presidenti ed ai direttori di tutti i municipi. Nel documento si ribadiscono gli articoli di legge che, di fatto, limitano alle prerogative del primo cittadino la possibilità di ricorrere a collaboratori esterni non retribuiti”.
Sotto i “riflettori” della commissione capitolina, sarebbero finiti in particolare i Presidenti dei Municipi VI, XII e XV per il conferimento di incarichi a titolo gratuito a sette collaboratori diretti. E, oltre a questi incarichi già affidati, anche l’annuncio del Presidente del Municipio VII del conferimento a breve di quattordici incarichi a titolo gratuito ad altrettanti delegati sul territorio.
Necessaria una riflessione su quanto è accaduto. La partecipazione alla vita politica è di vitale importanza ed appare probabile che le ordinanze in oggetto siano state firmate con questo spirito. Ma il conferimento di questi incarichi non può sostituirsi all’attività lavorativa retribuita, né violare le regole necessarie per tutelare i procedimenti amministrativi che riguardano la cittadinanza nella sua interezza.