Ama, la nomina del manager dovrà essere fatta entro il 21 aprile. La municipalizzata sarebbe intenzionata a nominare il nuovo direttore generale prima del Consiglio straordinario sui rifiuti fissato proprio per il giorno del Natale di Roma. Una scelta che diventa sempre più urgente anche in vista del varo del piano industriale dell’azienda.
Si punterebbe dunque a far partecipare il nuovo manager a fianco del sindaco Gualtieri. Di fatto è in corso un cambio della governance di Ama, dal momento che oltre al nuovo direttore generale, ci sarà un un consiglio d’amministrazione con tre membri, come stabilito da una delibera di giunta capitolina del 1 aprile (e come già fatto per Atac), presieduto da Angelo Piazza, scelto lo scorso novembre nel ruolo di amministratore unico. Gli altri due membri sono da scegliere, ma prima ancora occorre il nome del dg. Un impasse quello legato alla nomina dei vertici che va avanti da settimane. Basti pensare che l’avviso pubblico per la selezione è stato pubblicato da Ama lo scorso 17 dicembre. Il nome emerso come papabile e, secondo i ben informati ancora in pole, è quello di Andrea Bossola, ingegnere ex manager di Acea.
L’unico ostacolo per la sua nomina sarebbe rappresentato da un procedimento giudiziario che lo coinvolge. Nel novembre del 2020 la procura di Civitavecchia ha chiesto per Bossola, e altre 15 persone, il rinvio a giudizio con l’accusa di disastro ambientale, legata ad approvvigionamenti d’acqua dal lago di Bracciano che nel 2017 causarono una pesante crisi idrica.
Ad ogni modo l’approdo dell’ex dirigente di Acea in Ama resta probabile. Come del resto la possibile fusione fra la multiutility e la municipalizzata dei rifiuti. Da tempo le due società non avevano fatto mistero delle possibili sinergie legate ai rispettivi piani industriali e su nuovi investimenti. Se non una fusione, una nuova partnership potrebbe sorgere per favorire uno stabile rafforzamento della dotazione impiantistica della Capitale. Ama ha realizzato il suo ultimo impianto 13 anni fa, peraltro andato a fuoco e ora guasto, ed è per questo costretta a dipendere da impianti di altre città.
Ad imprimere un’accelerazione sulle scelte è soprattutto l’emergenza rifiuti. La discarica di Albano resta infatti sotto sequestro per l’assenza di una fideiussione normalmente richiesta in fase autorizzativa a garanzia delle operazioni post mortem e sarà inutilizzabile per diverso tempo. Il Comune di Roma è corso ai ripari attraverso un notevole incremento delle esportazioni di rifiuti destinati agli impianti di Hera in Emilia, della Deco Ambiente in Lombardia, e in Olanda. Una soluzione provvisoria e valida solo per il breve termine. Serve un potenziamento dell’impiantistica.
E in questo senso Acea potrebbe dare garanzie maggiori.