Dopo due anni di chiusura dovuti all’emergenza Covid e conclusi i lavori strutturali necessari, ha riaperto al pubblico l’ufficio per il condono edilizio di Roma Capitale. Possono riprendere così gli appuntamenti in presenza con i cittadini e i professionisti, tramite prenotazione.
Il Campidoglio insieme all’aumento del personale ha avviato una procedura di semplificazione per i professionisti esterni, l’informatizzazione di tutti i procedimenti, la digitalizzazione delle 50.000 pratiche di condono pregresse e di tutte le successive. Grazie a uno stanziamento di oltre 2 milioni di euro, sono operative anche due isole digitali che provvedono a digitalizzare i fascicoli esistenti, rendendoli consultabili da parte dei tecnici da remoto, permettendo loro di lavorare e asseverare la pratica.
L’obiettivo è smaltire tutto l’arretrato entro la Consiliatura. Insomma, un vero e proprio cambio di passo che semplificherà enormemente la vita dei cittadini e che avrà un effetto benefico anche sulle casse comunali, con il recupero stimato di circa 400 milioni di euro.
Determinante l’intervento dell’Assessore Maurizio Veloccia che ha dato impulso al rilancio di questo importante ufficio della Capitale. Le sanatorie edilizie rappresentano da troppo tempo un autentico calvario per i cittadini della Capitale. Un problema che si trascina da circa 40 anni, nonostante si siano avvicendati 10 sindaci e 6 commissari prefettizi. Stando a quanto risulta dagli uffici tecnici vi sarebbero 177.000 pratiche ancora da definire, di cui oltre centomila con più di trent’anni di vita.
Con questa incredibile mole di arretrato, l’ufficio condoni di Roma è ormai al collasso. Eppure gran parte del lavoro riguarda istanze risalenti addirittura agli anni ’80. Basta dire che per il solo condono edilizio del 1985, quello voluto dal governo guidato da Bettino Craxi, arrivarono a Roma la bellezza di 415.961 domande. E oltre metà delle quasi 180.000 domande inevase, ovvero 100.000, riguarda proprio quella sanatoria ‘simbolo’ della Prima Repubblica.