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Zingaretti fa il leader e risponde a Meloni e Salvini. Il sindaco a bagnomaria di Alatri

Licandro Licantropo
Il presidente della Regione Lazio di campagne elettorale se ne intende: non ha mai perso quando è stato in corsa in prima persona. A largo Turriziani prima, in via Aldo Moro poi e quindi allo Scalo ha voluto incontrare i cittadini. Insieme a Domenico Marzi
Maggio 25, 2022
Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti insieme al candidato sindaco del centrosinistra, Domenico Marzi a largo Turriziani

Combattivo, determinato, pronto a rivendicare in prima persona la scelta di Domenico Marzi candidato sindaco, perfino “polemico”. Non poteva che essere Nicola Zingaretti a rispondere al doppio colpo del centrodestra, che a Frosinone ha portato nel giro di pochi giorni la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il segretario nazionale della Lega Matteo Salvini. Non poteva che essere Zingaretti perché il Campo largo lo ha inventato lui. Inoltre il presidente della Regione Lazio di campagne elettorale se ne intende: non ha mai perso quando è stato in corsa in prima persona. A largo Turriziani prima, in via Aldo Moro poi e quindi allo Scalo ha voluto incontrare i cittadini. Insieme a Domenico Marzi. La strategia è semplice: evidenziare la “filiera” Regione-Comune.

DALLA TAV ALLA SANITA’

Infatti Zingaretti ha parlato delle opportunità legate al Pnrr, anche per questo territorio. Ha attaccato il centrodestra “che quando era alla guida della Regione gli ospedali li ha chiusi e invitava i ciociari ad andarsi a curare a Roma, noi invece abbiamo investito sulla sanità locale”. Ha rivendicato le fermate dell’Alta Velocità a Frosinone e Cassino, assicurando che la Stazione di Ferentino-Supino resta nei programmi della Regione e di Ferrovie dello Stato.

Su questo punto Politica 7 (prima e quasi unica a sollevare l’argomento) si concede una riflessione a voce alta: magari la Stazione Tav di Ferentino-Supino venisse realizzata in tempi brevi! E’ l’unica struttura che sarebbe davvero sul tracciato dell’Alta Velocità. Le fermate di Frosinone e Cassino dovevano rappresentare un inizio: certo che va bene che ci siano, ma è un fatto che i Frecciarossa deviano e rallentano il percorso da Sgurgola a Cassino e viceversa. Quanto alla Stazione, al momento dobbiamo accontentarci degli … studi di fattibilità.

Naturalmente ci sta che Nicola Zingaretti evidenzi il suo punto di vista. Il Governatore a queste elezioni comunali di Frosinone sta partecipando come mai in precedenza. Un atteggiamento che non passa inosservato e che forse prelude al futuro ruolo del due volte presidente del Lazio: sarà in corsa per il Parlamento ma con ambizioni di poter far parte della squadra di governo nel caso di vittoria del centrosinistra. O di ennesimo esecutivo tecnico.

La tattica per le comunali di Frosinone è semplice: polarizzare al massimo il confronto e cercare di portare la sfida al ballottaggio. Senza perdere di vista però il risultato della lista del Partito Democratico. Francesco De Angelis si è posto come obiettivo tra i 3.500 e i 4.000 voti. Per essere la prima forza politica della città in ogni caso. Nicola Zingaretti ha deciso di mettere anche la sua bandiera su questa scommessa.

L’OBIETTIVO E’ INDEBOLIRE CIANFROCCA, NON FARLO CADERE

Il paradosso è che il sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca è forte delle sue debolezze. Fino alle regionali nessuno proverà davvero a farlo cadere, dopo invece ogni giorno potrebbe essere quello buono per iniziare la raccolta delle firme per le dimissioni di massa. Gli schemi però in consiglio comunale sono saltati ormai da parecchi mesi.

La maggioranza può contare su 9 voti su 17. Dalle urne era uscita una situazione ben diversa: 11 consiglieri per il centrodestra (sindaco compreso), 6 per le opposizioni. Quasi subito però si sono messi di traverso Antonello Iannarilli (Fratelli d’Italia) e Gianluca Borrelli (Lega). Entrambi hanno cercato un “blitz” sulla presidenza del consiglio comunale (andata poi a Sandro Vinci), che però è fallito. Nessuno ha provato a ricucire e adesso la situazione è perfino peggiorata. Iannarilli e Borrelli non possono essere considerati consiglieri di maggioranza. Le situazioni però sono diverse.

Antonello Iannarilli continua a puntare ad una candidatura alle regionali nelle file di Fratelli d’Italia. In Consiglio si vede di rado, partecipa poco, ma certamente non si metterà mai nelle condizioni di far scattare la decadenza, istituto previsto quando si accumulano più assenze consecutive. Fratelli d’Italia sostiene il sindaco Maurizio Cianfrocca e l’altro consigliere, Mattia Santucci, fa parte della maggioranza in modo convinto. Perciò l’ex assessore regionale non andrà allo scontro frontale, perché in tal caso si pregiudicherebbe la possibilità di una candidatura alle regionali. E’ una guerra di nervi, anche nel partito. Il senatore e leader provinciale Massimo Ruspandini è ben attento a non alzare la tensione, ma al tempo stesso fa capire che Fratelli d’Italia è nel centrodestra e al governo di Alatri senza titubanze.

Non è del tutto chiaro, invece, se Gianluca Borrelli fa ancora parte della Lega. Il consigliere è sempre stato considerato vicinissimo al coordinatore provinciale e sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Il Carroccio è un’architrave della giunta Cianfrocca, ma al proprio interno sul territorio è diviso in diverse anime. Come hanno dimostrato le provinciali: l’area di Ottaviani, quella del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, l’altra dei parlamentari Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa (da qualche settimana non c’è più Francesco Zicchieri).

Nicola Ottaviani sta investendo tutto per ottenere una candidatura alle politiche e di conseguenza non ha alcun interesse a prendere le posizioni di uno piuttosto che di un altro. Non è intervenuto alle provinciali, non interviene ad Alatri. L’isolamento politico di Gianluca Borrelli deriva pure da questo tipo di situazione. Infine c’è il Partito Democratico. Mauro Buschini sta facendo capire in maniera inequivocabile che la sua intenzione è quella di centrare il tris come consigliere regionale. La sconfitta di Alatri ha bruciato molto e ha determinato più “opposizioni” all’interno dell’aula. Inoltre il Pd non ha un nome da poter candidare a sindaco nel caso di elezioni anticipate. Buschini non può rischiare il fallimento di un “blitz” per far cadere Maurizio Cianfrocca. Non prima delle regionali. Dopo però la fragile tregua armata che va avanti da molti mesi è destinata a terminare.

Nel frattempo il sindaco Maurizio Cianfrocca potrebbe cercare di intraprendere iniziative politiche indipendentemente dai partiti. Complicata una ricucitura con Gianluca Borrelli e Antonello Iannarilli. Rimane la strada di sondare eventuali disponibilità all’interno delle opposizioni. Tentar non nuoce.

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