Lega e Forza Italia sono destinate ad entrare in rotta di collisione. Nel Lazio come nel pontino. Appare evidente che una volta preso atto della leadership incontrastata di Fratelli d’Italia, la vera disputa è sul ruolo di seconda forza della coalizione. In chiave regionale FI e Lega sono sostanzialmente pari (attorno all’8,5%), in provincia di Latina gli azzurri sono decisamente avanti (20% contro poco meno del 13), ma al Comune di Latina i rapporti s’invertono (con il Carroccio al 21 e i forzisti al 10).
FORZA ITALIA-LEGA, PUZZLE DIFFICILE DA COMPORRE
La posta in palio è molto alta. Ci sono i posti in giunta regionale da assegnare e sono proprio i due partiti minori della coalizione guidata da Fratelli d’Italia a fare la voce grossa, nella speranza di strappare più poltrone possibili.
”E’ una vittoria schiacciante, al di là delle previsioni, che premia e rafforza il Governo -ha ribadito Durigon– il risultato della Lega nel Lazio è pazzesco: anche a Roma gli elettori hanno giudicato l’amministrazione assente. Ci aspettiamo più di un assessorato. Per la Lega avere l’8,5% nel Lazio è tantissimo: siamo cresciuti rispetto alle politiche“. Per la giunta il nome che circola dentro FI è quello di Giuseppe Simeone. L’altro assessore (nel caso venisse accordato) proverrebbe da Roma. Il pezzo del partito che fa capo al vicepremier Tajani spinge per l’ex deputata Maria Spena ma questa “componente” è uscita ridimensionata dal voto non avendo eletto alcun consigliere. E in questo contesto prende quota l’ipotesi del rieletto Fabio Capolei, il più votato a Roma e provincia, nonchè vero uomo di Fazzone nell’hinterland capitolino.
Ma il rischio concreto è che si debbano accontentare di 1 assessore a testa, a discapito probabilmente della rappresentanza territoriale.
E la lotta sarà ancora più accesa in ambito locale. Con i tre Comuni principali chiamati al voto entro fine maggio, Claudio Durigon e Claudio Fazzone puntano ad avere almeno un sindaco a testa. Una prospettiva difficile anche in considerazione della superiorità di FdI in termini di consensi. Il rischio è quello di una spaccatura soprattutto fra il Carroccio e gli azzurri, soprattutto se dovesse permanere il braccio di ferro evidenziato in queste ore da diversi quotidiani regionali e nazionali.
CONTO ALLA ROVESCIA PER GIUNTA E CONSIGLIO
Concluse le operazioni di voto e a scrutinio ultimato, per avviare le procedure di insediamento della nuova legislatura, bisognerà attendere la proclamazione degli eletti. Il crono-programma prevede, infatti, la proclamazione da parte dell’Ufficio centrale regionale costituito presso la Corte d’Appello del neo presidente della Regione Francesco Rocca e dei 50 consiglieri. Questo primo passaggio dovrebbe avvenire, per consuetudine, dopo una decina di giorni dal voto. Successivamente alla proclamazione, indicativamente alcuni giorni dopo, il presidente Rocca dovrà comunicare la composizione della Giunta regionale. Il nuovo governatore, però, entrerà ufficialmente in carica alla prima seduta del Consiglio regionale che – come in occasione delle precedenti elezioni – si dovrebbe tenere a un mese dal voto e a 20 giorni dalla proclamazione.
Tutti i consiglieri dovranno comunicare il gruppo consiliare del quale intendono fare parte. La prima riunione dell’Aula della Pisana sarà presieduta all’inizio dal consigliere più anziano di età. In questa occasione, inoltre, il presidente Rocca terrà il suo discorso di insediamento, presenterà all’Aula la composizione della giunta e il programma di governo per i prossimi cinque anni. Infine, durante la prima seduta saranno eletti il presidente del Consiglio regionale e i componenti dell’Ufficio di presidenza: quindi due vicepresidenti, uno di maggioranza e uno di minoranza, e due consiglieri segretari, espressione anch’essi della maggioranza e della minoranza.