informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Un uragano di nome Giorgia. Disfatta per Berlusconi e Ronzulli. Senti chi parla, le opposizioni… le strane manovre della Lega a Frosinone

Licandro Licantropo
Con Giorgia Meloni, al Governo arriva tutta una classe dirigente che ha fatto la gavetta e che si è conquistata sul campo la legittimazione di guidare l’Italia.
Ottobre 22, 2022
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni

La prima volta di una donna a Palazzo Chigi. La prima volta di un premier espresso dal principale partito della Destra, in continuità con la svolta di Fiuggi. Siamo in un momento che non è esagerato definire storico. Con Giorgia Meloni, al Governo arriva tutta una classe dirigente che ha fatto la gavetta e che si è conquistata sul campo la legittimazione di guidare l’Italia. Da Francesco Lollobrigida ad Adolfo Urso, da Guido Crosetto ad Alfredo Mantovano. A tutti gli altri. Giovanbattista Fazzolari, che sta alla Meloni come Gianni Letta a Silvio Berlusconi, sarà probabilmente sottosegretario all’attuazione del programma. Ma se anche dovesse restare fuori dall’esecutivo, rappresenterebbe comunque un punto di riferimento. Giorgia Meloni ha accettato senza riserva, aveva già pronta la lista dei ministri e la stretta di mano con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vale più degli undici minuti di colloquio. Ad un certo punto la leader di Fratelli d’Italia ha deciso di non trattare più, ha ultimato la squadra di governo, ha indicato Antonio Tajani vicepremier e ministro degli esteri senza chiedere il permesso a Silvio Berlusconi. In precedenza aveva “chiamato” Giancarlo Giorgetti senza il nulla osta di Matteo Salvini. Ha deciso lei. Ad uscire a pezzi da questa settimana di trattative su un campo minato sono Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli: all’interno di Forza Italia è in atto una resa dei conti durissima. Berlusconi e la Ronzulli potranno anche spuntarla, ma sarebbe una vittoria di Pirro. E rischiano di perdere diverse truppe.

LE OPPOSIZIONI ROSICANO

Soltanto Matteo Renzi ha formulato un “in bocca al lupo” a Giorgia Meloni. Per il resto Enrico Letta (Pd) ha parlato di esecutivo penoso, Giuseppe Conte (Cinque Stelle) si è detto molto preoccupato, Carlo Calenda (Azione) ha profetizzato (sic) che non andrà oltre i sei mesi. Purtroppo in Italia la memoria è corta. I Cinque Stelle hanno perso 6 milioni di voti rispetto al 2018, il governo Conte bis fu commissariato da Mario Draghi perché l’attuale capo dei Cinque Stelle non riusciva né a far decollare il piano vaccinale nel momento più buio della pandemia né a scrivere il Pnrr. Quell’esecutivo è stato mandato a casa dall’iniziativa di Matteo Renzi ma anche dal fallimento di uno schema che i pentastellati avevano condiviso con il Pd di Nicola Zingaretti (allora segretario). Di cosa parlano? Enrico Letta doveva rilanciare il partito con il “cacciavite” e con l’anima. Ma non si è accorto che i “bulloni” non ci sono più, che i Dem hanno perso alleanze, vocazione, punti di riferimento, capacità di aggregazione. Tutto. L’ennesima disfatta elettorale non è servita a nulla perché ad un certo punto l’unica preoccupazione è stata quella di blindare tutta la classe dirigente. Il prossimo congresso sarà uguale a tutti gli altri. Cambierà il segretario (forse), non la linea politica. Infine Carlo Calenda: il Terzo Polo è ininfluente, nel Paese e in Parlamento. Il continuo ondeggiare di Carlo Calenda ha allontanato tanti potenziali elettori ed impostare la campagna elettorale sull’Agenda Draghi (quando lo stesso Draghi aveva detto che non poteva  avere un futuro) è stato un errore politico enorme. Le opposizioni sono divise e disorganizzate. Enrico Letta continua a parlare di Campo largo senza alcuna prospettiva concreta.

LA LINEA MIOPE DELLA LEGA IN CIOCIARIA

Alle regionali il deputato e coordinatore provinciale del Carroccio Nicola Ottaviani punta evidentemente sulla conferma di Pasquale Ciacciarelli consigliere regionale. Probabilmente per accordi elettorali stipulati (anche con Mario Abbruzzese) in occasione delle politiche. In questo modo però è inutile continuare a parlare del fatto che Frosinone dovrebbe eleggere un suo rappresentante. Di questo argomento si è discusso in occasione delle comunali del giugno scorso. Ma per centrare l’obiettivo occorrerebbe che Antonio Scaccia, Massimiliano Tagliaferri, Adriano Piacentini, Danilo Magliocchetti stessero tutti dalla medesima parte e remassero nella stessa situazione. Ma occorrerebbe pure che Nicola Ottaviani e Riccardo Mastrangeli condividessero e sostenessero questa aspettativa. Non è così: il vero obiettivo è mettere in lista candidati che possono portare voti ma non vincere e magari formare un “ticket” a favore di Ciacciarelli. Con una donna in grado di intercettare parecchie preferenze a supporto. Nei mesi scorsi si è parlato di Francesca Chiappini (Lista per Frosinone) e di Valentina Sementilli (Lista Ottaviani). Tra le più votate in assoluto alle comunali del capoluogo. Ma per quale motivo Antonio Scaccia e Alessandro Petricca dovrebbero accettare un simile compromesso al ribasso, perdente e senza prospettive? In questo laboratorio perenne la Lega sta perdendo di vista un elemento fondamentale: la lista per le regionali dovrà essere molto forte ad ogni livello. Altrimenti sarà complicato raggiungere il “quorum”. Sarebbe meglio una competizione vera e aperta, senza blindare il primo posto di Pasquale Ciacciarelli. Evidentemente però le strategie sono altre. Nella maggioranza di centrodestra che ha stravinto le elezioni comunali per la terza volta consecutiva ci sono però dei segnali che non andrebbero sottovalutati. Se nessuno dei vari Massimiliano Tagliaferri, Adriano Piacentini, Antonio Scaccia dovesse avere la possibilità di giocarsela alle regionali, proprio sicuro che non ci sarebbero contraccolpi?

Maggio 12, 2025

Il primo punto ha riguardato l’approvazione del Rendiconto di gestione 2024 e della relativa relazione illustrativa. Il documento, redatto secondo

Maggio 7, 2025

Le interpretazioni che vanno per la maggiore sono due. La prima: Francesco De Angelis sta seriamente pensando di candidarsi a

Maggio 6, 2025

Sabaudia conquista la Consulta dei Giovani. Due consiglieri comunali di Sabaudia, Matteo Di Girolamo (Forza Italia) e Simone Brina (PD),

Maggio 6, 2025

Si è conclusa ieri, presso il Complesso Selva dei Pini di Pomezia, l’elezione della nuova Consulta dei Giovani Amministratori di ANCI

Maggio 6, 2025

Si è svolto ieri, presso la Villa Comunale di Frosinone, l’incontro pubblico promosso dalla consigliera regionale Pd del Lazio, Sara

ULTIMI ARTICOLI