Non solo Santa Palomba. A pochi chilometri dal terreno dove dovrebbe sorgere il nuovo termovalorizzatore di Roma Capitale, il gruppo Altissimi progetta un impianto capace di trasformare in energia elettrica ed in calore oltre 430.000 tonnellate di rifiuti. A rivelarlo è ‘Il Sole 24 Ore’.
Lunedì sera è stata depositata dalla società Crea plant srl, del gruppo Rida Ambiente (Fabio Altissimi) presso gli uffici regionali l’istanza per la Valutazione d’impatto ambientale. Il costo dell’operazione è stimato in 410 milioni di euro. Sarebbe stato già emesso un bonifico di 32.800 euro a favore della Regione Lazio per gli oneri d’istruttoria. Si tratterebbe di un impianto di recupero energetico sulla falsariga dell’inceneritore realizzato da A2A di Milano. Il calore sviluppato nella caldaia da 220 megawatt verrebbe utilizzato per produrre vapore con il quale, dopo aver fatto girare una turbina per produrre corrente elettrica, alimenterà una rete di teleriscaldamento per tutta la città di Aprilia.
Altra particolarità del progetto è data dal fatto che la società di gestione del sito vuole emettere azioni da 50 euro riservate ai cittadini di Aprilia che trarrebbero così beneficio dal dividendo. “La volontà è quella di superare la sindrome di Nimby rendendo partecipe la cittadinanza dell’iniziativa -si legge in una nota della Crea Plant srl– da qui la scelta di trasformare la compagine societaria, dopo l’approvazione del progetto e prima della sua realizzazione, in società per azioni ad azionariato diffuso, con la possibilità per ogni cittadino di acquisire azioni e diventare così parte attiva del progetto e della gestione: una iniziativa unica nel suo genere, almeno in questo specifico settore che è quello che incontra maggiore ostracismo della popolazione e delle associazioni ambientaliste”.
Ampie garanzie sono state date sul piano della compatibilità ambientale. Come già accade a Brescia o a Copenaghen, l’impianto sarà anche in grado di fornire acqua calda alla cittadinanza del Comune di Aprilia.
“Il progetto non inciderà in senso sfavorevole al raggiungimento degli obiettivi relativi all’aumento della raccolta differenziata o al raggiungimento di più alte percentuali di riciclo di materiali -si afferma nella nota della Crea Plant srl– ma si inserirà in un contesto in cui contribuirà al raggiungimento dell’equilibrio e dell’efficientamento impiantistico della gestione dei rifiuti, e contribuirà al raggiungimento dell’autosufficienza impiantistica della Provincia di Latina, e alla chiusura del ciclo dei rifiuti, consentendo il massimo sfruttamento del principio di prossimità, con indiscutibili vantaggi economici (per tutti gli operatori di settore, per i comuni e anche per i cittadini per i riflessi che solo un sistema integrato di gestione dei rifiuti comporta sulla tari) oltre che pratici nella gestione dei rifiuti, anche nell’ottica della futura entrata in funzione delle Egato”.
Insomma, un impianto che sia esempio di tecnologia green rispettoso di tutte le normative e degli obiettivi imposti dall’Ue, e nel contempo un’occasione per il territorio anziché un peso.
ALTISSIMI: GUALTIERI MERITA UN PREMIO NOBEL
“Il sindaco Gualtieri meriterebbe un premio Nobel”. Così Fabio Altissimi, raggiunto telefonicamente, ha voluto sottolineare il suo apprezzamento per la nuova politica sui rifiuti inaugurata dall’amministrazione capitolina. Il patron della Rida Ambiente, società capogruppo della Crea Plant srl ha messo in chiaro le sue intenzioni. Il progetto del termovalorizzatore è un obiettivo reale. “I tempi tecnici? Dipendesse da noi riusciremmo a realizzarlo entro 2 anni e mezzo, massimo 3 anni. Il problema è che dipende dalla politica. E’ la Regione a dettare i tempi” ha sottolineato Altissimi, che interpellato sull’idea dell’azionariato popolare per la gestione del sito ha aperto a tutta la cittadinanza di Aprilia. “Noi abbiamo la necessità di pianificare e non di lucrare -ha evidenziato Altissimi- rivendico come la nostra proposta sia unica nel Lazio. Vorrei ricordare che in questa regione è stato consentito fare ‘buche’ ad uso esclusivo di un solo soggetto. Noi peraltro facciamo gli imprenditori e non certo i monopolisti. Con il nostro progetto ci sarebbero benefici per la comunità locale, basti pensare ad un approvvigionamento energetico che sarebbe assicurato a circa 120.000 abitanti e ad un altro termico per il riscaldamento di almeno 70.000 persone. Penso che da questo impianto possa trarne giovamento la gente. Piuttosto che avere soci ‘scomodi’ è meglio l’azionariato popolare”.
Comune di Roma e Regione Lazio: stesso colore politico, ma diverse scelte nel campo dei rifiuti. Naturalmente ben differente è la valutazione che Altissimi ha dato alle due amministrazioni. “A Gualtieri darei il premio Nobel per aver ristrutturato il piano rifiuti di Roma, dando una risposta pragmatica ad un’emergenza che nella Capitale perdura da circa 70 anni -ha rimarcato il proprietario della Rida Ambiente– a differenza della Regione Lazio che sarebbe dovuta intervenire prima. Ma notiamo come vi siano ancora resistenze da parte di Nicola Zingaretti. Se fossi il governatore, mi sentirei un pò umiliato per il semplice fatto che chi è arrivato da poco, come Gualtieri, ha già effettuato un cambio di impostazione epocale in tema di rifiuti”. Infine non è mancata una ‘frecciatina’ al commissario dei rifiuti della provincia di Latina Illuminato Bonsignore. “Devo constatare che il commissario incaricato di individuare impianti per i rifiuti della provincia ha indicato siti in zone di pregio non ha voluto prendere in considerazione il progetto della Paguro -ha chiarito Altissimi – la Regione Lazio avrebbe dovuto contrastare queste scelte, ma non l’ha fatto. Diversamente da Gerardo Stefanelli che invece ha espresso una valutazione diversa”. Ed in effetti nella scelta del commissario è apparsa evidente l’anomalia rappresentata dal fatto di aver indicato un sito presso un terreno dove si pratica la coltivazione del kiwi, prodotto di pregio soprattutto nel pontino, bypassando invece un’area già abbandonata e ideale per una discarica. “Io credo che Gualtieri e Stefanelli sui rifiuti abbiano la stessa visione. Purtroppo il ‘freno’ per adesso è rappresentato dalla Regione Lazio” è stata la conclusione di Altissimi, in linea d’altronde con il suo ragionamento di fondo.
GUALTIERI INNOVA, LA REGIONE CONSERVA
E le parole di Altissimi d’altronde sono comprensibili. C’è la necessità di una svolta sui rifiuti. E l’esempio del progetto per il termovalorizzatore di Aprilia è sotto gli occhi di tutti. La situazione attuale è tale che appare essenziale direzionare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Generando queste fonti dalla valorizzazione dei rifiuti si risponde con un’unica azione a due fondamentali esigenze: smaltire i rifiuti in modo sicuro e diventare indipendenti da un punto di vista energetico.
Occorre dire che gli investimenti effettuati dalla Rida Ambiente sono stati tali che hanno permesso alla società di posizionarsi tra i migliori impianti in ambito europeo, sotto il profilo sia tecnologico sia estetico, al punto da attirare visitatori da tutto il mondo.
Gli impianti di trattamento rifiuti se realizzati secondo le migliori tecnologie disponibili, non solo rappresentano una concreta opportunità per il territorio, ma generano posti di lavoro e consentono il riutilizzo intelligente dei rifiuti, che si riverbera a favore dei cittadini attraverso un contenimento della tassa di smaltimento dei rifiuti.
Manca purtroppo una chiara consapevolezza politica sull’importanza del ciclo dei rifiuti, e sulle reali potenzialità e risorse che da esso possono derivare per tutta la cittadinanza.
In questo senso l’amministrazione Gualtieri a Roma ha ben compreso l’importanza di un passo in avanti che vada nella giusta direzione, quella delle nuove tecnologie compatibili con l’ambiente ed in grado di rappresentare una risposta concreta al problema dei rifiuti. Al contrario la Regione Lazio appare ferma e bloccata da ‘equilibrismi’ di natura politica, da logiche partitocratiche che rendono impossibili i cambiamenti necessari sul piano dei rifiuti.
Ad oggi è evidente la differenza di strategia fra il Comune di Roma che prova finalmente ad innovare e la Regione Lazio, dominata da un fronte conservatore, incapace di guardare al cambiamento e alla modernizzazione.
Più in generale nel settore rifiuti servirebbe un reale cambio di rotta che porti innanzitutto ad una rivoluzione culturale che non può più attendere.