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Tregua dentro FdI, Perissa alla guida di Roma

Marco Battistini
Marzo 25, 2024

La tanto temuta conta dentro Fratelli d’Italia alla fine non c’è stata e non ci sarà. Perché alla fine il colpo di scena è arrivato, Massimo Milani ha fatto quel passo di lato che già era nell’aria dal primo mattino e ha consegnato la guida della federazione romana del partito di Giorgia Meloni a Marco Perissa. Il congresso, dicono tutti, si celebra per davvero, per confrontarsi e trovare sintesi. Il finale con candidato unitario poteva arrivare molto prima (Perissa, raccontano, doveva essere da subito il terzo nome di sintesi, ma è mancata una candidatura diversa iniziale contro Milani). Così vanno avanti lunghe trattative dietro le quinte, fino a notte fonda venerdì con una coda, raccontano, che arriva alle battute iniziali dell’assise. C’era da trovare un’adeguata compensazione, anche se nessuno in pubblico la chiama così. Si parlano a lungo le due aree, quella che fa riferimento a Francesco Lollobrigida e ad Arianna (che gestisce la partita in prima persona) e quella rampelliana (Marco Scurria e Andrea De Priamo se ne incaricano). Si tratta di riconoscere un ruolo in concreto agli sfidanti (“non ci sono correnti, e non la chiamerei gabbiani”, puntualizza Fabio Rampelli), ma sarebbero entrate nelle discussioni anche le nomine di alcune partecipate locali, a partire da Eur Spa, e pure il coordinamento regionale di Fdi, ma quest’ultima questione sarebbe stata accantonata senza novità. 

OBIETTIVO CAMPIDOGLIO

Resta sullo sfondo, tra due anni, la partita per conquistare il Campidoglio, anche se il sindaco di Roma (nonostante la presenza istituzionale di Roberto Gualtieri) è tra i più bersagliati negli interventi (è un sindaco “invisibile”, per Perissa). Milani entra così ufficialmente nella macchina del partito, vice di Giovanni Donzelli all’organizzazione. Dopo l’appello di Paolo Trancassini dal palco all’unità, il candidato chiede la parola, visibilmente commosso: “Tendo la mano a Marco Perissa e affido a lui la guida”, dice rivendicando il lavoro fatto in 10 anni per il partito in città (era l’uscente, commissariato proprio da Donzelli nel 2023). La sala – non pienissima anche se poi al voto il via via si fa molto più intenso – scatta in piedi in un applauso che libera dai fantasmi di uno duello all’ultimo voto. Ma non ci sono “scontri”, “l’unica storica contesa è tra Garbatella e Colle Oppio”, dice il vincitore, Perissa. Parla a lungo, alle spalle una scenografia tricolore dai tratti futuristi, ringrazia tutti a partire dalla “leader mamma che abbiamo la fortuna di avere”. Respinge con veemenza le accuse di essere un partito “di parenti” perché ci sono centinaia di dirigenti “che i giornali fanno finta di non vedere”. E pure Arinanna “non è qui perché parente ma perché c’ha una capoccia così”. Lei fa un intervento molto politico, quasi ricalca – pure la voce è molto simile – le parole della sorella premier quando elenca i risultati del governo e avvisa i dirigenti di Fdi di “volare bassi, stare concentrati”, mostrare “serietà e responsabilità”. Anche il compagno, il ministro Lollobrigida, la ringrazia dal palco e definisce la presidente del Consiglio “il nostro capitano”, prima di rivendicare le origini missine e buttare nel campo avversario le accuse di scarsa democrazia. Cita il comunismo sul palco e appena scende viene interpellato sul fascismo e Benito Mussolini. “Va storicizzato, ci sono state delle degenerazioni come l’aver disatteso il principio democratico”. Ci si può insomma dire antifascisti? “Non mi ha mai convinto l’anti. Invece il per, per la libertà, i diritti, tutto quello che c’è nella nostra Costituzione”. 

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