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Top Ganna, argento dolceamaro. La 4×100 stile resta nel gotha, Samele bronzo che vale

Roberto Mercaldo
Luglio 28, 2024
Filippo Ganna

Sport Illustrated ne ha previste 44, di cui 17 d’oro. La Gazzetta si è spinta fino a 50, ma ipotizzandone “solo” 13 del metallo più pregiato.
Per entrambi l’Italia farà incetta di medaglie, migliorando il già cospicuo bottino di Tokyo, l’ultima storica edizione, la sola disputata in un anno dispari per via del Covid.
Il Coni non fa mistero di attendersi un cospicuo raccolto, ma naturalmente le sue previsioni non sono sbandierate nel dettaglio.
È una squadra con ben 402 atleti, 18 in più rispetto all’edizione giapponese, ed è pronta a prendersi il solito bottino corposo dalla scherma, dal tiro e da altre discipline tradizionalmente amiche del tricolore. Si spera anche di sfatare il tabù volley, perché una nazionale pluricampione del mondo prima o poi un titolo olimpico dovrà portarlo a casa. E a proposito… buona la prima, con i ragazzi di Fefè De Giorgi che hanno battuto in quattro set il Brasile, non più favorito assoluto della competizione, ma pur sempre ostacolo rilevante nel mini girone di ferro toccato in sorte al sestetto campione del mondo.
Nell’atletica, consapevoli dell’eccezionalità della pioggia di ori che ci bagnò nella capitale giapponese, andiamo a vedere con grande curiosità e consistente speranza quanto valga il talento dei nostri giovani saltatori Furlani e Iapichino, chiedendo alle stelle Tamberi, Jacobs, Stano e Palmisano un bis non impossibile, almeno in tre casi. Il lanciatore Fabbri in primis e gli ostacolisti Simonelli e Sibilio, profeti il primo delle barriere alte, il secondo di quelle più basse disseminate nel giro di pista, potrebbero rimpinguare il bottino, con il neo italiano Diaz, triplista con le stimmate. E la 4×100 campione in carica vorrebbe salire di nuovo sul podio.
Nel nuoto è arduo pensare al gradino più alto, ma Ceccon, Paltrinieri e Quadarella sperano tanto di smentire questa tesi.
Non ci sarà Sinner e dispiace non poter essere rappresentati da colui che da 8 settimane è il leader del tennis mondiale. Non potrà esserci, per questioni di ranking, nemmeno il frizzante Berrettini del double 250. Gli altri però, a cominciare da Jasmine Paolini, ieri vittoriosa su Bogdan, daranno la caccia alla medaglia con tutte le loro forze.

LE PRIME TRE MEDAGLIE

La prima giornata ha già consentito di rompere il ghiaccio, con tre medaglie finite nella bacheca azzurra.
Di grande spessore l’argento di Pippo Ganna nella crono individuale, sebbene il nostro gigante partisse per conquistare il gradino più alto del podio a cinque cerchi.
La pioggia torrenziale che ha tormentato i cronomen più bravi del mondo ha certamente rappresentato un enigma ai limiti dell’insolubile per il ragazzone piemontese. In difficoltà nel disegnare le curve per poi rilanciare, Ganna ha scatenato tutta la potenza del proprio motore nella parte conclusiva di un percorso che gli sarebbe stato estremamente congeniale in caso di strada asciutta. Il fenomeno Evenepoel, avversario designato insieme a Tarling, è andato a prendersi l’oro, mentre Van Aert, campione dai limiti non definiti, ha beffato il britannico, guadagnando un bronzo che è il miglior viatico in vista della gara su strada.
Ha preso un bronzo anche il nostro Samele nella sciabola, confortando una tradizione secolare. L’egiziano Ziad Elsussy gli ha conteso l’alloro nella finale per il terzo posto, arrendendosi per 15/12.
A negare al foggiano, già argento a Tokyo, la sfida per l’oro, dopo un’illusoria partenza (3/0) è stato il coreano Sanguk Oh, poi laureatosi campione olimpico: 15-5 per l’atleta orientale, nulla da obiettare.
La terza medaglia di giornata è arrivata dal nuoto, con i ragazzi della 4×100 stile libero confermatisi nel gotha della specialità: Miressi, Ceccon, Conte Bonin e Frigo sono stati preceduti solo dai due colossi del nuoto mondiale: Stati Uniti e Australia. Anche in questo caso a Tokyo era arrivato un argento, ma confermarsi sul podio olimpico è stata un’impresa titanica. Paradossalmente Miressi, il nostro uomo più accreditato, è stato il meno convincente del dream team azzurro.
Una citazione per le tuffatrici del sincro da 3 metri: Bertocchi e Pellacani hanno infatti chiuso al quarto posto, per quella che nel gergo viene definita “medaglia di legno”. Salire sul terzo gradino non era impossibile, ma le due ragazze italiane hanno comunque disputato una prova di sostanza, col piccolo grande rimpianto di un tuffo che ha pregiudicato le chance di podio.
Oggi tanta Italia, con altre medaglie che possono arrivare dal tiro, dal nuoto e dalla scherma.

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