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Territorio e parlamentari: che sia la volta buona per un cambio di rotta?

Licandro Licantropo
Tra qualche giorno, si prevede tra il 21 e il 22 ottobre, dovrebbe giurare il Governo presieduto da Giorgia Meloni. La prima donna a Palazzo Chigi.
Ottobre 13, 2022
Giorgia Meloni

Se la legislatura che inizia oggi, la diciannovesima, sarà storica lo sapremo tra qualche anno. Ma intanto è sicuramente degna di nota: prima volta con 400 deputati (invece di 630) e 200 senatori (erano 315). Tra qualche giorno, si prevede tra il 21 e il 22 ottobre, dovrebbe giurare il Governo presieduto da Giorgia Meloni. La prima volta di una donna a Palazzo Chigi, leader di Fratelli d’Italia, partito che rappresenta la Destra storica in questo Paese. Tra il 25 e 26 ottobre la probabile fiducia alla Camera e al Senato. Scenario internazionale di guerra, recessione, aumento del costo dell’energia: una sfida da far tremare i polsi a chiunque. Giorgia Meloni ha dato segnali politici precisi: niente festeggiamenti dopo la vittoria, volontà di definire al più presto la squadra, sobrietà e risultati. Ha chiesto un cambio di passo ai parlamentari di Fratelli d’Italia. Ma ci sono anche altri elementi. Silvio Berlusconi torna al Senato dopo tanti anni, dopo che fu estromesso per l’applicazione della legge Severino. Alla presidenza di Palazzo Madama (seconda carica dello Stato) andrà Ignazio La Russa, 75 anni, un’intera vita politica a Destra. Il Partito Democratico, salvo clamorose sorprese, si appresta a riprendere il cammino dall’opposizione. Un ruolo al quale non è più abituato visto che negli ultimi undici anni ha comunque governato pur non avendo mai vinto le elezioni.

GLI ESPONENTI DELLA CIOCIARIA

Quelli eletti in questo territorio sono 4: Massimo Ruspandini è deputato dopo aver ricoperto nella precedente legislatura il ruolo di senatore. E’ il leader provinciale di Fratelli d’Italia. Eletto nel maggioritario, alla Camera Frosinone-Sora. Debutto a Montecitorio per Nicola Ottaviani, due volte sindaco di Frosinone. Ha vinto nel collegio maggioritario della Camera Cassino-Terracina. E’ il segretario provinciale della Lega. Nel proporzionale invece sono stati eletti Paolo Pulciani (Fratelli d’Italia) e Ilaria Fontana (Movimento Cinque Stelle), che ha ottenuto una conferma non scontata. Per tutti loro una legislatura molto impegnativa per via della situazione internazionale ed economica. Spesso, con una buona dose di demagogia, si parla del fatto che i parlamentari non sarebbero incisivi nei territori dove sono stati eletti. Non è così. Intanto chiunque mastichi un minimo di politica, sa che negli ultimi anni le priorità del Parlamento hanno costantemente avuto una dimensione nazionale e in ogni caso sono i leader dei partiti a dominare: dalla composizione delle liste alla decisione delle candidature, fino all’agenda di governo o delle opposizioni. Ma c’è un’altra considerazione da fare, rovesciando il punto di vista: il territorio coinvolge i parlamentari eletti davvero? Oppure si limita ad invitarli in sporadici convegni soltanto per averli in prima fila. Ci riferiamo alle associazioni di categoria e alle forze sociali, agli intermedi e ai Comuni. Quando si determinano delle criticità, oppure semplicemente si affrontano temi importanti, i parlamentari vengono visti come punti di riferimento? Per esempio da Unindustria, Federlazio, sindacati, Provincia, Consorzi industriali? No. Spesso si preferisce interloquire con la Regione, che ha maggiori competenze dirette su alcune tematiche: la bonifica della Valle del Sacco, il potenziamento delle aree industriali attraverso infrastrutture, digitalizzazione, stazione dell’Alta Velocità. Ma in questi anni la Regione Lazio ha fallito su tutti i fronti in questo territorio. Allora perché non pensare di “responsabilizzare” i parlamentari eletti in provincia di Frosinone, cercando di ascoltarli e pungolarli nei convegni (e non come hanno fatto ieri nel convegno di Anagni, leggi qui “L’occasione persa di Federlazio”) e affidando loro il compito di presentare disegni di legge? Poi eventualmente, nel caso gli impegni assunti fossero disattesi, si potrebbero trarre le dovute conclusioni. Attraversiamo un momento storico e politico di grande complessità: è ora di provare almeno ad invertire la rotta.

IL PD E LE REGIONALI

Per la seconda volta consecutiva il Partito Democratico si trova senza parlamentari del territorio. Non avviene per caso, ma finora si è preferito non fare alcuna autocritica. Non restano che le regionali, alla quali potrebbero partecipare tre esponenti importanti. Parliamo dei consiglieri uscenti Sara Battisti e Mauro Buschini e del presidente della Provincia Antonio Pompeo. Impossibile che possano essere eletti tutti e tre. Se il centrosinistra vince, ce la faranno in due, se perde uno solo. Cosa succederebbe dopo? Chi resta fuori avrà (come si dice adesso) spazi di manovra sul piano politico? Se così non dovesse essere, le fibrillazioni sarebbero assicurate. E’ per questo che parallelamente al tavolo delle candidature è stato di fatto istituito un altro tavolo. Per cercare di raggiungere un accordo che possa garantire tutti gli equilibri, sia in caso di vittoria che di sconfitta della coalizione. Inevitabilmente si discuterà di assessorati e di presenze in enti intermedi. Anche se c’è pure chi propone un altro tipo di approccio: ma davvero vale la pena che tutti e tre siano contemporaneamente in lista? Un terreno finora inesplorato, ma attenzione alle sorprese.

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