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Tennis, Giorgi vendica Trevisan: batte in due set Schmiedlova e va al terzo turno

Roberto Mercaldo
Dopo Nadal, tante altre eliminazioni eccellenti nel torneo maschile, che perde Ruud, Fritz e Zverev
Gennaio 19, 2023
Camila Giorgi

Camila Giorgi e Jannik Sinner, due lampi azzurri nel cielo di Melbourne. Dopo la recita sontuosa del ragazzo altoatesino, è arrivata quella parimenti autorevole di Camila Giorgi. Molti errori in più, a dire il vero, nei due set della marchigiana, che nel suo perenne fare e disfare ha avuto il buonsenso di privilegiare il primo verbo.

Se ne è accorta la slovacca Schmliedova, che pure aveva banchettato allegramente sui dubbi di Martina Trevisan in un primo turno dai contorni trionfali. Camila non si è fatta mancare chiusure agevoli spedite in rete, doppi falli e altri brani di quel repertorio che le impedisce di insediarsi stabilmente tra le prime dieci del mondo. La “fase off” è nel suo Dna, nel suo modo di far tennis, può solo sperare di contenerne i confini. Il problema per le avversarie è però la fase on, perché quando le palle colpite dalla racchetta della marchigiana finiscono nel rettangolo di gioco, le avversarie non hanno molte alternative al guardare sconsolato e afflitto. E allora? Allora 6/4 6/3 per una Giorgi capace di trarre energia positiva da qualche game sciagurato, con reazione immediata e break conquistati con apparente facilità. Per la quinta volta la marchigiana approda al terzo turno degli AO e chissà che non sia questo il momento di sfatare il tabù degli ottavi, ad oggi mai raggiunti da Camila.

TANTI FAVORITI HANNO GIÁ LASCIATO IL TORNEO AUSTRALIANO

È stata una giornata piena di sorprese, specie nel torneo maschile. Rafa Nadal non è più solo in quel limbo dove si agitano pensieri e parole di chi era atteso a una seconda settimana da protagonista e invece sta preparando mestamente i bagagli del rimpianto. Ha perso Ruud, ed era un po’ nell’aria, dopo un primo turno non del tutto convincente con Machac. Si è alzata l’asticella e il norvegese è inciampato sull’ostacolo Brooksby, l’americanino che sul duro sa il fatto suo. Un repertorio persino variegato, quello del versatile Jenson, e per Casper, che si chiama come il fantasmino, lo spettro della paura è diventato gigante, materializzandosi poi in un’eliminazione precoce. Ha perso anche Zverev, che dovrà avere un po’ di pazienza per tornare ai livelli pre infortunio. Il tedesco si è battuto con coraggio, ma i limiti attuali sono emersi alla distanza contro un Mmoh che, fiutata la chance, non si è fatto pregare nel coglierla, in virtù di una buona prestazione. La sorpresa più grande l’ha prodotta però il filiforme australiano Popyrin, che ha vinto in 5 set la sfida contro Taylor Fritz, uno dei giocatori più in forma del circuito. La giornata non eccelsa dello statunitense ha incontrato quella esaltante di Popyrin, che è un po’ una Giorgi in pantaloncini, capace di tutto nel bene e nel male. E così si è concretizzata la clamorosa eliminazione del numero 8 del mondo.

FINISCE LA FAVOLA DI LUCREZIA STEFANINI

Nella tarda mattinata italiana di ieri anche l’ultimo azzurro in tabellone, Sinner escluso, aveva dovuto ammainar bandiera. Tantissime le recriminazioni per Lorenzo Sonego, che se non avesse buttato via il secondo set, avrebbe potuto chiudere addirittura 3/0 il suo confronto con il polacco Hurkacz. In vantaggio comunque per 2/1, il torinese ha fatto, suo malgrado, il possibile per rimettere in corsa il polacco, svagato e ben distante dalle sue versioni scintillanti. Hurkacz ha salvato la buccia, ma dovrà sensibilmente alzare il livello, se vorrà prendersi soddisfazioni tangibili. Uscita di scena anche per Lucrezia Stefanini, che i suoi Australian Open li aveva già vinti entrando in tabellone e superando addirittura il primo turno.

Contro la solida Gracheva si è infranto il sogno di spostare ancora la linea della meraviglia. Ci restano Sinner e Giorgi, due soli portacolori dei 12 che avevano iniziato: un uomo e una donna, se ci aggiungiamo un bambino diventa il gradevole romanzo di Erich Segal. Questa però è un’altra storia, parla di un ragazzo che voleva fare lo sciatore professionista perché dalle sue parti c’erano più sciatori che tennisti e di una ragazza che disegna i suoi completi da gioco, non dimentica la propria femminilità e quando vince un mille dice che sì è bello, ma che c’è anche altro al mondo. Uno fa del tennis una sorta di religione, l’altra lo considera un lavoro, persino un po’ noioso. Il punto di contatto è che quando loro tirano forte e sono in giornata non ce n’è per nessuno.

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