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Stellantis, clima sempre più fosco. Manifestazione dopo il licenziamento di Fantasia

Tarcisio Di Pontecorvo
Febbraio 9, 2024
Stellantis Cassino

Stellantis ha annunciato ai sindacati nelle scorse ore un nuovo stop per l’impianto di Mirafiori. Il blocco delle linee produttive dal 12 febbraio al 3 marzo è stato esteso con altre 4 settimane di cassa integrazione sulle linee Maserati e 500 elettrica. Un vero disastro che fa gridare a più di qualcuno che saremmo alla vigilia di una “fuga con tutta la cassa”. Nel dettaglio, il blocco prevede la riduzione da due a un turno per la produzione della 500 elettrica. Lo stabilimento assemblerà 215 veicoli al giorno, pari a circa la metà delle vetture costruite giornalmente nel 2023. Gli effetti sul bilancio 2024 saranno drammatici e si dovrebbero concretizzare in circa 50 mila auto. Una riduzione di 20mila unità rispetto al 2023 e un quarto di quanto Mirafiori dovrebbe produrne per essere sostenibile. Ad aggravare la situazione anche il rinvio alla produzione della Berlina Maserati, lo stop di Quattroporte e Ghibli e, probabilmente, anche del modello Levante dal secondo trimestre 2024.
Anche a Cassino – che il turno unico lo vive quotidianamente da inizio anno con un esubero dichiarato di 850 lavoratori – le tensioni non mancano nonostante la calma apparente dei sindacati firmatari. Indice di nervosismo è sicuramente il licenziamento da parte del gruppo automobilistico del segretario della Federazione Metalmeccanici Flmu-Cub di Cassino, Delio Fantasia.
Marcelo Amendola, segretario nazionale dei Cub, ha commentato: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E’ così, da sempre. Peggio di sempre. Altro che modernità. Questa mattina (7 febbraio 2024) Fca/Stellantis ha dato il ben servito al Segretario della Federazione Metalmeccanici di Cassino, Delio Fantasia, un operaio e dirigente sindacale che si batte da sempre contro il peggioramento delle condizioni di lavoro e salariali in fabbrica e, più in generale, nel nostro Paese. Le motivazioni come sempre pretestuose ma la realtà è chiara a tutti: Delio Fantasia si batte e non lascia mano libera alla Fca/Stellantis mentre vuole peggiorare le condizioni e gli orari di lavoro (ad esempio agendo sulla pausa mensa), aumenta i carichi di lavoro, si attiva per gestire gli “esuberi strutturali”, chiude interi reparti di lavoro e tanti altri interventi che colpiscono i lavoratori».
La Segreteria Nazionale della Cub invita la dirigenza della Fca/Stellantis a ritornare sui suoi passi: «La decisione inaccettabile di licenziare un operaio e dirigente sindacale, punto di riferimento dei lavoratori è uno scellerato atto che testimonia la volontà di allontanare una voce critica e di spianare qualunque tipo di libertà sindacale in fabbrica a Cassino. E’ evidente che la Flmu-Cub e l’intera Cub non si lasceranno intimidire da tale atto intimidatorio e, insieme ai propri attivisti, ai lavoratori e ai colleghi di Delio Fantasia, continueranno a battersi per tutelare chi in fabbrica fa i conti quotidianamente con una riduzione degli spazi di democrazia ed un peggioramento oggettivo delle proprie condizioni di impiego e di vita».
«Non resteremo “zitti e buoni” davanti ad un tale intervento antidemocratico ed arrogante – avverte Amendola – e fino a quando il Segretario della Federazione dei Metalmeccanici di Cassino non tornerà in servizio e cesseranno gli attacchi perpetrati dalla dirigenza aziendale alle condizioni di lavoro e al futuro degli operai della fabbrica di Cassino».
Un’iniziativa di protesta si terrà fuori dai cancelli Stellantis, in particolare all’ingresso 1, per giovedì 15 Febbraio dalle 12.30 alle 15.
Per il resto sono i numeri a descrivere la situazione. Lavoratori ormai scesi sotto la quota dei 2800 (sottraendo anche gli ultimi esodi incentivati dall’azienda). Tre anni fa lo stabilimento Fca Cassino Plant di operai ne aveva circa 4.200 e a fine anno la produzione si attestò a quota 53.422. La produzione nel 2023 è stata di 48.800 unità (-11,3%). L’attuale produzione è caratterizzata dai volumi della nuova Maserati Grecale con 17.242 unità, pari a più di 1/3 delle produzioni e il restante è rappresentato dalle due Alfa Romeo Stelvio e Giulia. L’incremento dei volumi della Maserati Grecale, (+3.640 pari a + 27%), in crescita rispetto al 2022, non ha compensato la flessione riscontrata sulle due Alfa Romeo (- 9.840 pari a – 24%). Lo stabilimento sta producendo già le prime versioni full elettric della Maserati Grecale Bev, con il lancio previsto comunque entro il primo trimestre dell’anno. I nuovi modelli Alfa Romeo Stelvio e Giulia, visti già realizzati nel centro Stile di Mirafiori, sono sviluppati sulla piattaforma Stla Large e saranno prodotti nel sito di Cassino non prima del 2025.
Del resto la caduta è complessiva. Marco Bentivogli, ex segretario nazionale Fim e cofondatore di Base Italia, ricorda: «Oggi in Italia si producono solo 521.842 auto. Eppure, lo scorso anno si è chiuso con 1.566.448 auto nuove immatricolate, +19% rispetto al 2022 ma -18% rispetto al 2019. L’Italia è all’ottavo posto per produzione di auto. Un terzo della Francia e metà della Spagna. Produciamo meno della metà di auto della Slovacchia (un Paese con 5 milioni di abitanti). La Volkswagen (in difficoltà) in dicembre ha superato per la prima volta dal 1928 la vendita di auto Fiat in Italia».
Il punto, secondo Bentivogli intervistato da “Quotidiano nazionale”, è che «invece di integrare i due punti di forza (di Fca e Psa – ndr), i francesi hanno messo direttamente nei “cassoni” la chiave della produttività dei siti italiani centralizzando a Parigi tutta la ricerca, le strategie e le relazioni industriali».
Oltretutto – sottolinea – «quando Fiat acquisì Chrysler in Italia disse che sarebbe scomparsa. E quelli (opinionisti, politici, sindacalisti) che allora divennero star, schierandosi contro Marchionne, ora, con i francesi al comando, hanno messo il silenziatore esattamente come facevano con la vecchia Fiat».
In un quadro simile, per tornare al nostro territorio, la consigliera regionale dem, Sara Battisti denuncia come  «la maggioranza Rocca ha bocciato un mio ordine del giorno che prevedeva il rifinanziamento della legge regionale 46 del 2002 concernente il sostegno allo sviluppo e all’occupazione nelle aree interessate della crisi dello stabilimento Stellantis a Cassino. È assurdo che mentre si dibatte, anche a livello nazionale ed europeo, sulla crisi Stellantis, con produzioni in calo, cig e rischio chiusura siti produttivi, la destra al governo regionale neghi finanziamenti utili all’area industriale che possono rappresentare incentivi validi per lo sviluppo del settore automotive. Siamo alle solite: la destra all’opposizione urla ricette miracolose, poi alla prova di governo tradisce ì territori. Nel corso degli anni- spiega Battisti- le amministrazioni di ogni colore politico, in Regione Lazio, hanno sempre finanziato la legge 46. Fondi importanti in particolare per le infrastrutture del territorio. Oggi, in una situazione particolarmente complessa per l’area industriale in virtù delle incertezze connesse all’attuazione del piano industriale Stellantis, il governo Rocca non mette a disposizione le risorse necessarie».
«Decisioni – puntualizza Battisti – che arrivano dopo la grave esclusione della provincia di Frosinone dalla Zes (zona economica speciale) a causa dell’inerzia regionale e con la promessa di un lavoro sulla Zls ancora in alto mare. È necessario, invece, potenziare strumenti e risorse per lo sviluppo e la tutela occupazionale di uno dei siti produttivi più importanti del Lazio, ma dal governo Rocca- conclude-, ancora una volta, non arrivano risposte».

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