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Stellantis, 850 esuberi temporanei e due anni con produzione al minimo storico

Tarcisio Di Pontecorvo
Prima di Natale l’incontro tra le sigle sindacali firmatarie e la direzione aziendale. La lunga pausa per le feste di fine anno. Oggi ultimo giorno di produzione, si riprenderà l’8 gennaio. Poi il turno unico che comprenderà il sabato. Spariscono le maggiorazioni notturne e i lavoratori vanno verso un peggioramento salariale. Proroga da marzo per gli ammortizzatori sociali. Domani Consiglio regionale straordinario sulla crisi dell’automotive
Novembre 30, 2023
Stellantis Cassino

Ben 850 esuberi strutturali – anche se definiti “temporanei” e teoricamente limitati ai prossimi due anni – con lavoratori che saranno lasciati a casa o mandati in trasferta a Pomigliano ed in altri siti del gruppo. Il 2024 ed il 2025 saranno anni pesantissimi all’ex Fiat di Piedimonte San Germano. Per non pensare al dopo… quando, cioè, si saranno materializzati i cosiddetti investimenti sulle auto Psa col bollino di defunti marchi tricolori. Anni bui come non si erano mai visti e il tutto “grazie” alla svendita del gruppo italiano da parte della famiglia Elkann-Agnelli ai francesi della famiglia Peugeot e del governo Macron.
L’organizzazione lavorativa? Unico turno di mattina, compresi i sabato e con il giorno di riposo a scorrimento: ogni 5 settimane, in pratica, al lavoratore sarà concesso il sabato di riposo. Senza i due turni mancheranno in busta paga i 150 euro della maggiorazione notturna.

Ma il problema vero è che ci sono 850 esuberi strutturali dichiarati, con la soppressione del doppio turno quotidiano, che costringeranno intanto ad accelerare sugli esodi incentivati (da accettare da parte degli interessati entro il 31 dicembre) ed a spingere sugli ammortizzatori sociali. In pratica lo stabilimento da qui a qualche mese potrebbe scendere ancora come livelli occupazionali assottigliando pericolosamente il numero di lavoratori e abbassandosi verso quota 2500 – 2300 unità. E’ quanto emerge in attesa del confronto tra azienda e sindacati firmatari che avverrà prima di Natale, dopo che era stato già reso noto il piano delle chiusure di fine anno.

Martedì mattina, infatti, la direzione dello stabilimento Stellantis Cassino aveva confermato le indiscrezioni della vigilia – di cui ha già parlato anche Politica7 – riferendo che l’ultimo giorno lavorativo prima della sospensione di fine anno è fissato per giovedì 30 novembre. L’avviamento delle linee avverrà di nuovo l’8 gennaio. Da quella data avverrà il “riempimento delle linee”, mentre la produzione vera e propria riprenderà l’11 gennaio. Per lastratura e verniciatura l’ultimo giorno di lavoro sarà anticipato a mercoledì 29 novembre. Il reparto Presse si fermerà dalle ore 6 del giorno 23 dicembre al 7 gennaio. La lavorazione riprenderà alle ore 6 dell’8 Gennaio.
Il reparto Plastica è collegato al Montaggio e segue quindi la chiusura principale. Il personale di Cassino collegato a Panda e Tonale lavorerà fino al 22 dicembre e riprenderà l’8 Gennaio.
La comunicazione è avvenuta nel corso dell’assemblea sindacale alla quale sono intervenuti anche Gennaro D’Avino, segretario provinciale Uilm e Mirko Marsella, segretario della Fim-Cisl.
Ma, come detto, si attende l’incontro tra sindacati firmatari e azienda per parlare del turno unico che prenderà il via a gennaio e delle conseguenze sui lavoratori in esubero. A marzo, comunque, si prospetta la proroga della cassa di solidarietà.
Le felpe ex Fca in assemblea avevano chiesto che si venga incontro anche alle loro esigenze organizzando il turno unico una volta di mattina e una volta il pomeriggio. Ma escludendo il sabato lavorativo.  Ma, come visto dalle indiscrezioni ad inizio articolo, l’azienda intende tirare dritto per la sua strada.

La questione è che i francesi stanno davvero smantellando tutto e sminuzzando quel che resta di Piedimonte San Germano e dell’auto italiana in genere. Un delitto perfetto. Per tutto il 2024 ed il 2025 saranno realizzati cambiamenti strutturali e produttivi, con una quantità di auto in uscita dallo sito estremamente bassa e ci sarà un impoverimento salariale della forza lavoro che resterà sulle linee. Questo senza contare le condizioni gravissime dell’indotto con esodi che restano nell’ombra delle relazioni sindacali relative ad aziende decisamente più piccole.
I lavoratori Stellantis in assemblea, oltre alla richiesta di alternare tra mattina e sera il turno unico, hanno anche sollecitato l’aumento della produzione per far rientrare nelle officine gli 850 lavoratori dichiarati in eccesso rispetto alle necessità di Stellantis Cassino. Ma su questo tasto ovviamente i transalpini non ci sentono: tutto quel che affossa quel che resta di Fca, del resto, a loro va più che bene. Non lo dicono apertamente ma lo si capisce bene da quel che decidono.

«Durante l’ultima assemblea dei lavoratori Stellantis di Cassino, la direzione aziendale, per tramite di Cisl e Uil, ha annunciato 850 esuberi strutturali per l’anno 2024, ovvero un terzo del personale – ricorda oggi in una nota il sindacato di base Flmu Cub di Cassino -. Nella stessa assemblea, senza alcun principio logico, la direzione aziendale ha annunciato che i lavoratori “superstiti” dovranno lavorare anche il sabato, perdendo una quota importante di salario dovuta al turno unico. Ovvero, per farla breve: nel 2024 dovremmo lavorare di più ed essere pagati meno. Invece di ridurre l’orario di lavoro e le giornate di lavoro settimanali, come avviene nelle altre case automobilistiche europee, lo si aumenta unilateralmente e con l’avallo dei rappresentanti sindacali più compiacenti».
Sulla rimodulazione dei giorni lavoratovi settimanali, le organizzazioni sindacali Cisl e Uil hanno lasciato intendere che esisterebbe già un’intesa di massima, e ciò ha scatenato i malumori di molti operai, a prescindere dalle loro appartenenze sindacali. Flmu-Cub, facendosi interprete dei dubbi di molti, riassume: «Ci si è chiesto: come è possibile lasciare 850 operai a casa e chiedere ai restanti di lavorare di più? Non è più giusto distribuire il lavoro tra tutti gli operai? Qual è la logica che sottende a questa decisione?»

«Le tante proteste che hanno interrotto i lavori dell’assemblea sindacale certificano un malessere diffuso tra i lavoratori, che sentono mai come ora il tradimento dei loro rappresentanti, completamente assoggettati ai voleri dell’azienda. Ma stavolta, rispetto al passato, non si è più disposti a restare in silenzio. A partire da gennaio lo scontro sarà aperto», affermano i delegati sindacali della Flmu Cub di Cassino presenti alle assemblee del mattino e pomeriggio. «Già lo scorso anno, con la forza degli scioperi, abbiamo stoppato i sabati lavorativi, e fin da gennaio riprenderemo con le lotte. Qui non siamo davanti al capriccio di lavorare o meno il sabato, ma di affermare un principio per il quale è giusto lavorare tutti e non lasciare indietro alcun operaio. Qui non siamo di fronte a un picco produttivo che giustificherebbe il ricorso all’aumento dei giorni lavorativi settimanali, anzi, a una significativa riduzione della produzione, ma davanti alla richiesta di una più ampia disponibilità dei lavoratori a costo zero».
Ed inoltre: «In questi ultimi dieci anni abbiamo fatto enormi sacrifici a costo zero per assecondare le velleità aziendali, e siamo arrivati a un livello di iper-sfruttamento che non ha eguali tra le fabbriche dell’automotive. Abbiamo già dato, e non siamo più disponibili a cedere sulle nostre condizioni materiali di lavoro. Non consentiremo che ci sia chi lavora di più e chi resta a casa. Soprattutto se si considera che tra quattro mesi scadranno gli ammortizzatori sociali».

Intanto domani mattina alle ore 10.00 si terrà la seduta straordinaria del Consiglio regionale su ‘Crisi industriale e futuro di Stellantis nella regione Lazio’. L’assise è stata chiesta dai capigruppo di opposizione alla Pisana Alessio D’Amato (Insieme per il Lazio-Azione), Mario Ciarla (Pd), Marietta Tidei (Italia Viva), Adriano Zuccalà (5s), Claudio Marotta (AVS) Alessandra Zeppieri (Polo Progressista) insieme ai consiglieri Sara Battisti, Marta Bonafoni, Salvatore La Penna, Rodolfo Lena, Eleonora Mattia ed Enrico Panunzi del Pd: «Siamo preoccupati della grave crisi industriale del settore automotive e dell’indotto e in particolare del futuro dello stabilimento di Piedimonte San Germano (FR). Per questo abbiamo richiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario, alla presenza delle forze sociali, imprenditoriali e degli enti locali. Sarebbe estremamente importante avere anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. E’ assolutamente fondamentale conoscere le reali intenzioni di Stellantis in merito al sito produttivo di Piedimonte San Germano, infatti, al calo della produzione e dell’occupazione, ricordiamo che negli ultimi 6 anni il gruppo Stellantis in Italia ha perso oltre 7.000 lavoratori di cui 1.200 a Cassino e la produzione complessiva al 2022 è stata pari a circa 686 mila veicoli, con un calo del 33%, si aggiungono le recenti operazioni immobiliari di dismissione che sembrerebbero il prologo di una definitiva deindustrializzazione e del disimpegno di Stellantis rispetto alla valorizzazione e al rilancio della fabbrica di Piedimonte San Germano (FR). Un pericolo concreto, confermato anche dalla proposta di incentivi per l’uscita dal lavoro arrivata ad almeno 15 mila impiegati degli stabilimenti italiani, tra cui quello della nostra regione. Senza sviluppo industriale non c’è futuro per la nostra regione», conclude la richiesta di convocazione dell’assise regionale. Domani il dibattito alla Pisana.

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