Pagare le tasse non fa fare salti di gioia a nessuno, Soprattutto in un paese come il nostro, tra i più spremuti d’Europa. Un paese dove, a una pressione fiscale ai limiti della tollerabilità, corrisponde l’erogazione di servizi non di rado da terzo o quarto mondo. Non meraviglia dunque la mezza insurrezione popolare (per ora soltanto a parole e naturalmente speriamo che in questa dimensione si contenga) che a Viterbo ha salutato l’arrivo in casa degli avvisi di pagamento della Tari, l’odiato balzello sui rifiuti. L’indignazione, a non dir d’altro, s’è manifestata quando i contribuenti si sono resi conto dell’aumento del 3% in bolletta. Un aumento, va tuttavia subito precisato, è stato voluto lo scorso aprile dal commissario prefettizio Scolamiero. Qualche esempio dei nuovi importi? Duecento euro per 45 metri quadrati o, nel caso di una anziana signora che vive da sola, di 190 euro. E di fronte a certe cifre ci si chiede: ma quanta immondizia potrà produrre una povera pensionata avanti con l’età nella cui abitazione non abita (e consuma) altri che lei?
E quelli sopra elencati, sono solo alcuni dei casi segnalati dai cittadini sui social dove impazza la polemica e le proteste. “L’aumento della Tari è dovuto all’incremento dei costi di conferimento in discarica riconosciuto dalla Regione a Ecologia Viterbo – si difende la neo sindaca Chiara Frontini -. E comunque utilizzeremo ogni atto a disposizione dell’amministrazione per tutelare il nostro territorio dall’esaurimento degli impianti presenti nel comune di Viterbo e che arrecherebbe un pregiudizio non solo ambientale, ma anche economico con l’aumento dei costi del servizio per i contribuenti”.