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Spari, morti e feriti. Frosinone impaurita si scopre vulnerabile

Massimo Pizzuti
Marzo 10, 2024

Quei colpi di pistola esplosi intorno alle 19.30 di ieri sera nella centralissima via Aldo Moro, davanti allo Shake bar, pieno di giovanissimi, hanno messo fine per sempre all’idea sbagliata che in fondo Frosinone e la Ciociaria sono posti tranquilli. Un morto e tre feriti, dei quali uno gravissimo, sono il bilancio di una serata di ordinaria follia. Nella notte la Polizia ha arrestato un ventitreenne albanese appartenente a una delle due bande di connazionali protagoniste dell’incredibile far-west.
L’innesco del conflitto va ricercata, come trapela dalle indagini in corso, da contrapposizioni legate al traffico e allo spaccio della droga. In mattinata su richiesta del sindaco Riccardo Mastrangeli, il prefetto Ernesto Liguori ha convocato il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Nel frattempo si leggono le solite motivazioni stereotipate. Spesso banali. Secondo le quali le responsabilità andrebbero ricercate nella mancanza dei valori, nell’assenza dei genitori, nel ruolo poco incisivo della scuola.
Non è così e la realtà va guardata in faccia: la violenza fa parte della nostra società. Quanto al traffico e allo spaccio della droga, alzi la mano che si è davvero meravigliato. D’altronde le operazioni per contrastare il fenomeno fanno parte, da anni, della cronaca quotidiana.
Relativamente agli episodi di sangue le barbare uccisioni di Emanuele Morganti, Willy Monteiro e Thomas Bricca avevano già fatto capire che la Ciociaria non è un territorio immune alla violenza.
Sbagliato e superficiale anche puntare il dito contro la politica. Un sindaco non ha ruoli da sceriffo, il consiglio comunale non è un’alta corte di giustizia. Anche se ora è piuttosto evidente che la sicurezza deve diventare una priorità del programma amministrativo. È sotto gli occhi di tutti come sulle strade la presenza delle forze dell’ordine spesso non è percepibile come lo era qualche anno fa.
Le urla terrorizzate e i pianti dei tanti giovani e ragazzini che ieri sera affollavano via Aldo Moro testimoniano la paura di una generazione e di una società che ha preso coscienza di dover fare i conti con un’escalation di violenza cieca e imprevedibile. C’è chi in queste ore chiede la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale. Speriamo che non diventi l’occasione per la fiera della demagogia. Mettere i fatti di ieri sera sullo stesso piano di altri temi amministrativi è un esercizio di malafede politica e di strumentalizzazione pura.
Ma è irrinunciabile cominciare a pensare a investimenti mirati sulla polizia locale, sui turni di servizio, su più performanti sistemi di videosorveglianza e a come rivedere quell’assurda tendenza alla penombra con la quale viene gestita l’illuminazione pubblica.
Tuttavia fenomeni come il traffico e lo spaccio di droga fanno parte del substrato delle nostre città. Anche di Frosinone. E senza nascondersi bisogna prendere le misure prima di perdere il controllo della situazione. La verità è che anche nel capoluogo ci sono zone di degrado, specialmente in periferia, dove di notte è sconsigliato farsi vedere. Terre di nessuno.
La gestione e il controllo dell’immigrazione clandestina devono essere effettuati senza che Forze dell’ordine e Amministrazioni pubbliche vengano accusate di razzismo quando adottano misure di prevenzione e contenimento. La guerra tra bande rivali c’è anche a Frosinone.
Ed è inquietante che ad essere coinvolti in fatti di cronaca siano sempre più spesso ragazzi giovanissimi.
E’ necessario denunciare situazioni nelle quali si commettono reati, è necessario non distogliere lo sguardo, è necessario intensificare il rapporto tra cittadini e Forze dell’ordine. Ma prima di tutto dobbiamo prendere coscienza di quello che accade e smetterla di minimizzare e di superficializzare. Detto questo, Frosinone non è certamente Scampia. Ma la guardia va tenuta altissima.

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