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Sorpresona: con la cultura si mangia. Rocca-Sgarbi-Di Stefano: l’attacco a tre punte che può rilanciare la Ciociaria guardando al Giubileo 2025

Massimo Pizzuti
Luglio 7, 2023
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ad Arpino

Siamo sommersi dai luoghi comuni e dalle frasi fatte. “Con la cultura non si mangia”. Falso. “Il volano del rilancio in Ciociaria deve essere il turismo”. Vero: ma poi come si traduce tutto questo in atti e provvedimenti? Ieri all’incontro del sottosegretario alla cultura e sindaco di Arpino Vittorio Sgarbi c’erano praticamente tutti. C’era il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che poi ha voluto fare il punto della situazione. Dicendo due cose in particolar modo: la provincia di Frosinone è al centro dell’azione regionale e l’obiettivo al quale guardare concretamente è il Giubileo 2025. Il nostro territorio è ricco di storia religiosa e laica, ha le abbazie e ha dato i natali agli attori e ai registi che hanno fatto la storia del cinema italiano. Ha “monumenti”  come Cicerone e il Cavalier d’Arpino.

Rocca lo ha premesso nel suo ragionamento: “La Ciociaria è una terra ricca di storia, cultura, tradizioni. Culla di civiltà, merita un rilancio importante. Per questo ho accettato subito l’invito dell’amico Vittorio Sgarbi ad essere presente all’incontro con molti sindaci e istituzioni del territorio. Il dialogo è il primo fondamentale gradino verso questa rinascita”. Ha dichiarato Rocca: “E’ arrivato il momento di valorizzare seriamente le innumerevoli unicità del territorio. A breve ci sarà il Giubileo. E la Ciociaria è, in assoluto, terra dei luoghi sacri: dobbiamo portare migliaia di turisti, ma soprattutto accarezzare e coccolare quell’identità ciociara finora trascurata. Penso poi a un Certamen come momento di incontro internazionale. E’ necessario lavorare, insieme, per questo territorio, con integrità e serietà. Metteremo la Ciociaria finalmente al centro di questa Regione”. Un politico del calibro e della fama di Vittorio Sgarbi può riuscire a mettere insieme iniziative che facciano scoprire la Ciociaria a chi non la conosce. Un Governatore attento e pragmatico come Francesco Rocca sa dove e come intervenire. Un presidente della Provincia come Luca Di Stefano può rappresentare un punto di raccordo e di coordinamenti dei sindaci del territori. L’arte, la storia, la regione, la cultura sono parti fondanti della Ciociaria. Vanno messe a sistema: il Giubileo 2025, ma anche l’Expo sono che eventi che possono far effettuare il salto di qualità al territorio. Bisogna crederci e lavorare però. Sul piano politico ma pure operativo: atti, documenti, delibere, programmazione. Cercando di ottenere delle risposte concrete sulla Stazione Tav tra Ferentino e Supino, sulla bonifica del Sin Valle del Sacco e sul potenziamento delle infrastrutture. E’ il momento di lottare, non di farsi da parte e di non partecipare.

Luca Di Stefano e Vittorio Sgarbi

Per dieci anni Nicola Zingaretti ha avuto la possibilità di imprimere una svolta in Ciociaria. Non c’è riuscito. Ora ci sta provando Francesco Rocca e questo vuol dire che è del centrodestra la responsabilità maggiore. Su determinate materie le competenze della Regione sono fondamentali: sanità, rifiuti, turismo, cultura. Sicuramente è necessaria una condivisione dell’intero territorio e della stragrande maggioranza dei sindaci. Ma siccome gli elettori alla Regione Lazio hanno voluto chiaramente cambiare, allora è il centrodestra che deve dare gli input amministrativi nuovi: sul Piano dei rifiuti, sulla Sanità, sul Turismo e su tutto il resto. Va bene che negli enti intermedi possa esserci una gestione condivisa e partecipata, ma avendo chiari i ruoli e le responsabilità. Il centrosinistra ha avuto anni per cambiare la situazione e non c’è riuscito. Il centrodestra non ci ha mai provato. E’ il momento di farlo. Il ritorno all’elezione diretta degli organismi provinciali (presidente e consiglieri) è soltanto questione di tempo. Intanto la Provincia può continuare lungo il percorso indicato da Luca Di Stefano della centralità politica. In questo modo l’ente si farà trovare pronto quando dovrà ricominciare a gestire le deleghe, le competenze e le risorse di un tempo. Mettendo in soffitta una delle peggiori riforme mai effettuate: la Del Rio. Nata per adattarsi allo spirito demagogico della stagione dei Cinque Stelle.

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