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Sora, martiri di Fiesole: sabato la cerimonia in ricordo del sacrificio del carabiniere Alberto La Rocca

Cesidio Vano
Agosto 9, 2023

Sabato prossimo, 12 agosto, la città di Sora celebrerà il 79° anniversario dell’eroico carabiniere Alberto La Rocca, appena ventenne, ucciso il 12 agosto del 1944, assieme ad altri due colleghi, a Fiesole, da un plotone d’esecuzione tedesco. Un sacrificio che servì a salvare 10 vite umane, quanti erano i cittadini di Fiesole che i tedeschi minacciavano di fucilare se i tre carabinieri, in contatto con i partigiani e in fuga, non si fossero consegnati al comando germanico.

La cerimonia di commemorazione che si svolgerà a Sora prevede alle ore 9.45 il ritrovo presso il Cimitero cittadino dove è tumulato l’eroico carabiniere; alle ore 10 la deposizione di una corona sulla tomba del Carabiniere La Rocca e a seguire la deposizione della corona sulla lapide dedicata al Carabiniere La Rocca presso la caserma dei Carabinieri di Sora.

Come ricorda il sito sorantica.it “L’ 11 agosto 1944, Alberto La Rocca, insieme ad altri due commilitoni Vittorio Marandola di Cervaro e Fulvio Sbarretti di Nocera Umbra, indossò abiti civili e, abbandonata la caserma, si rifugiò in un luogo sicuro in attesa di unirsi – in ottemperanza a segreti ordini ricevuti – alle brigate partigiane già insorte contro l’invasore straniero. Durante la notte qualcuno, quasi certamente un sacerdote, cercò disperatamente i tre carabinieri, triste e sconsolato messaggero di una tremenda, drammatica, sconvolgente notizia: dieci fiesolani sarebbero stati fucilati se non si fossero presentati immediatamente al comando germanico.

Il giorno dopo, 12 agosto 1944, al calar della sera, il plotone di esecuzione tedesco, invece di dieci innocenti ostaggi, si trovò di fronte tre soldati, tre figli della generosa terra di Ciociaria e d’Umbria, fieri, orgogliosi, votati all’estremo sacrificio pur di impedire la crudele rappresaglia. L’istinto di conservazione, l’angoscia della morte, la consapevolezza della salvezza ormai a portata di mano, il pensiero struggente dei familiari lontani, l’allettante speranza di un futuro ancora tutto da scoprire, le lusinghe di tanti possibili, naturali compromessi non bastarono a soffocare nei magnifici tre l’impeto di umanità e di carità, a compromettere la lucida determinazione che li guidò nella tremenda scelta, ad incrinare il loro altissimo senso del dovere e la loro fedeltà al giuramento prestato. Ai tre eroici martiri, Vittorio Marandola, 22 anni, Fulvio Sbarretti, 21 anni, Alberto La Rocca, 20 anni, la Patria ha dato la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: «Pienamente consapevoli della sorte che li attendeva, serenamente e senza titubanza la subirono perché dieci innocenti avessero salva la vita. Affrontavano con stoicismo il plotone di esecuzione tedesco e al grido di Viva l’Italia pagavano con la loro vita il sublime atto di altruismo».

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