Sua maestà Jannik Sinner. Sull’erba londinese il numero uno del mondo ha conquistato il suo primo titolo, che è anche il quarto major in carriera.
Di fatto negli ultimi quattro major ha ottenuto tre vittorie e una sconfitta in finale, con tre match ball sciupati. Un grande slam sfiorato.
Nell’ultimo atto del torneo di Wimbledon, il ragazzo di San Candido ha trovato di fronte il suo rivale più fiero e accreditato: Carlitos Alcaraz da Murcia.
Partenza contratta per entrambi, ma è Jannik il primo a brekkare, al quinto gioco, con servizio poi tenuto nel successivo gioco per un illusorio 4-2. Da quel momento il numero uno del mondo va in confusione, il rivale si esalta e il set premia incredibilmente Carlos: 6/4.
Sembra un film già visto, con imprevedibili difficoltà psicologiche di Jannik, che però è bravo ad operare il break a inizio secondo. E a conservarlo, nonostante le statistiche del confronto indichino 11 ace per Alcaraz e 0 per Sinner. Un vero capolavoro il decimo e decisivo gioco, con Sinner che deve superarsi e giocare almeno tre punti stellari per domare un Alcaraz concentratissimo e deciso a rimettere in discussione il parziale.
Anche nel terzo però è Jannik a dare la sensazione di comandare gli scambi. E infatti al nono gioco ecco il guizzo, anche in questo caso condito da colpi molto pregevoli.
Siamo avanti 2-1, il sogno dista un ulteriore set.
Il linguaggio del corpo muta rispetto alla fase iniziale della gara. Carlos guarda verso il suo angolo scoraggiato, Jannik ha gli occhi della tigre.
E conquista il break anche a inizio quarto set, comincia a intravedere il traguardo. Era già accaduto a Parigi. C’è da stringere i denti, questo è uno sport bello e maledetto.
All’ottavo gioco deve cancellare due palle del controbreak e lo fa senza l’ausilio delle prime, ma con delle seconde al fulmicotone.
Il suo braccio non trema. Il terzo 6/4 di giornata gli consegna il Paradiso.
Immenso Jannik Sinner. L’Italia è con te.