Sia benedetto l’artigianato. Non fosse per questo insostituibile segmento produttivo del nostro paese, i riflessi determinati dalla pandemia prima, dall’aumento energetico e della guerra in Ucraina dopo, sarebbero stati ancora più dolorosi per le economie della provincia di Frosinone e per quella di Latina. Diamo un’occhiata ai fatti. A fine 2021 (dati C) le imprese artigiane del Frusinate erano 8.830, pari al 20,2% del totale imprese operanti nella provincia, considerate al netto del comparto agricolo.
Il saldo tra le 575 iscrizioni (in calo congiunturale, -2,5%, che comunque risultano inferiori del 5,6% rispetto al decennio pre-pandemico) e le 456 cessazioni non d’ufficio (quasi il 40% in meno rispetto al decennio pre-covid) ha determinato un avanzo di 119 unità (a fronte delle 92 unità in più riferite ai dodici mesi precedenti). Dunque, la crescita accelera ulteriormente al +1,37%, a fronte di una costante sottrazione riferita alla media del decennio 2009-2019, all’esito del più consistente contenimento delle chiusure, come accade per l’intero universo imprenditoriale locale. Di fatto, la performance complessiva è determinata dall’ulteriore accentuazione del passo dell’edilizia (+136 unità, a fronte delle 112 aggiuntive targate 2020); peraltro, la componente artigiana spiega oltre la metà dell’avanzo dell’intero comparto delle costruzioni, a fronte del 26% targato 2019.
L’universo artigianale della provincia di Latina chiude dal canto suo a fine anno con 57.961 unità registrate delle quali 47.605 attive, pari all’82,1%. Complessivamente ammontano a 3.305 le iscrizioni (pari ad un tasso di natalità del +5,73%, in parziale recupero rispetto al +6,31% riferito al 2019); diversamente, le cessazioni non d’ufficio, attestatesi a 2.372 unità, mettono a segno un ulteriore minimo inesplorato in serie storica (per un indice di mortalità del 4,11%, in ulteriore rallentamento rispetto al 5,53% pre-covid).Il bilancio annuale raggiunge la cifra record in serie storica di 933 unità in più, per un tasso di crescita al +1,62%, l’80% superiore alla media del decennio pre-pandemico, all’esito del più consistente contenimento delle chiusure, come già evidenziato a tutti livelli territoriali. Ed ecco la tabella riepilogativa delle iscrizioni e cessazioni e relativi tassi annuali di natalità, mortalità e crescita rilevati per la provincia di Latina a partire dal 2009.
In linea con le dinamiche nazionali, anche a Latina le Costruzioni proseguono la ‘corsa’ con un ulteriore sprint in chiusura d’anno (+308 unità aggiuntive, +4,19% la variazione dello stock, in deciso rimbalzo rispetto al biennio precedente). Accentuano il passo le attività turistico-ricettive, il cui maggior dinamismo è attribuibile alla Ristorazione, che mostra un bilancio annuale in decisa accelerazione rispetto al biennio precedente (+121 unità, a fronte rispettivamente di +50 e +71 imprese rispettivamente nel 2020 e 2019); diversamente la performance dei pubblici esercizi accentua il bilancio in rosso, confermando le maggiori criticità emerse con la pandemia. Come evidenziato su scala nazionale, anche nell’area pontina la ristorazione ambulante, con il segmento dello street food, mostra una maggiore vivacità pandemica. Le attività commerciali mostrano un’inversione di rotta, per un avanzo a fine anno di 120 unità, a fronte dei valori negativi riferiti al biennio precedente; tuttavia, come evidenziato a tutti i livelli territoriali, a sostenere tale crescita sono prevalentemente le vendite on-line (+65 unità, +21% la variazione dello stock, in decisa crescita anche rispetto ai valori pro-covid: +44 nel 2019).