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Si fa presto a dire Pd. In ordine sparso sulla candidatura alla presidenza della Provincia

Licandro Licantropo
La diffusione del video di Ruberti ha rappresentato l’occasione per De Angelis di ritirare una candidatura inutile. Adesso il leader del Pd si ritrova in una situazione caotica e difficile. Fosse per lui porterebbe avanti l’ipotesi di Giuseppe Sacco investendo gli amministratori della questione.
Novembre 20, 2022
Francesco De Angelis
Francesco De Angelis

Più che spaccato il Partito Democratico è smarrito: non ha preparato per tempo la candidatura alla presidenza della Provincia e si ritrova a rincorrere in maniera disunita. Ognuno per conto proprio. Fra poche ore cercherà di dare un’indicazione: Giuseppe Sacco (se prevarrà la linea di un amministratore civico non legato ai partiti), Luca Di Stefano (se sarà replicato il modello Sora) oppure un proprio esponente se si vorrà rimandare una resa dei conti comunque inevitabile.

DE ANGELIS E FANTINI

Francesco De Angelis da qualche tempo a questa parte si trova “costretto” ad adeguarsi a situazioni che lui non avrebbe mai determinato. Alle comunali di Frosinone per due anni ha lavorato alla candidatura a sindaco di Mauro Vicano. Ad un certo punto Nicola Zingaretti si è inventato il Campo largo per compiacere i Cinque Stelle e ha dato indicazione di “scaricare” Vicano. In fretta e furia è stato convinto un riluttante Memmo Marzi, che si è battuto bene ma non poteva fare di più. Il risultato: terza sconfitta consecutiva nel capoluogo. Alle politiche sia De Angelis che la Federazione erano impegnati a strappare la candidatura come capolista nel proporzionale del leader del Pd. Ma Enzo Salera e l’area cassinate del partito hanno spaccato il fronte mettendosi di traverso. Risultato: terzo posto in un listino in provincia di Roma, posizione assolutamente ineleggibile. La diffusione del video di Ruberti ha rappresentato l’occasione per De Angelis di ritirare una candidatura inutile. Adesso il leader del Pd si ritrova in una situazione caotica e difficile. Fosse per lui porterebbe avanti l’ipotesi di Giuseppe Sacco investendo gli amministratori della questione. Ma dovrà fare i conti con la poca convinzione dell’area di Mauro Buschini e con l’aperta ostilità di quella di Antonio Pompeo, ma pure di Enzo Salera. De Angelis potrebbe forzare ma si rimetterà al deliberato dell’assemblea. Con le primarie nazionali a febbraio e con un quadro completamente frastagliato, non si vedono punti di riferimento. Il segretario provinciale Luca Fantini ha il medesimo problema: non gli sono piaciute le mosse di Pompeo e Salera, cercherà di contrastarle ma ha messo in conto l’ipotesi di una soluzione a… metà strada. Però dopo le continue sconfitte alle comunali (Frosinone, Ceccano, Alatri, Pontecorvo) e alle politiche, il Pd non riesce ad invertire l’andamento. Inoltre una sconfitta alla Provincia sarebbe l’inizio di un percorso che porterebbe ad indietreggiare in tutti gli intermedi, iniziando dalla Saf.

BATTISTI, BUSCHINI, POMPEO

Tutti e tre in corsa per le regionali. Ognuno per conto proprio e “contro” gli altri due. Mauro Buschini da settimane ha iniziato il tour “Un giorno a…”. Gira nei vari Comuni, incontra gli amministratori, sa che in Pensare Democratico non è più il “cocco” di Francesco De Angelis. Sta cercando di convincere amministratori e militanti del Pd che però resta lui la chiave di continuità con De Angelis. Alle regionali si gioca tutto: una mancata conferma a consigliere significherebbe il suo tramonto politico. Non tanto diversa la situazione di Antonio Pompeo. Il suo tour si chiama “Strada facendo”: dice di volersi affidare agli amministratori, ma per arrivare primo nella lista del Pd gliene serviranno tantissimi. Di amministratori e soprattutto di voti. Paradossalmente un’intesa trasversale sul nome del candidato alla presidenza della Provincia avrebbe potuto favorirlo. Ma Pompeo ha scelto l’abbraccio con Enzo Salera. Se non viene eletto consigliere regionale sparirà (almeno per un po’) dalla politica che conta. Nel Partito Democratico sta stretto: guarda ad Azione e a Italia Viva.

Sara Battisti ha una strategia diversa: confida in un gruppo consolidato di esponenti del Pd, è già radicata ma vuole aumentare la sua presenza nei vari territori. La volta scorsa, nel 2018, fece il ticket con Mauro Buschini da seconda. Stavolta niente ticket, probabilmente nella convinzione che il leader maximo (Francesco De Angelis) alla fine sosterrà soprattutto lei.

SALERA E ALFIERI

Il sindaco di Cassino Enzo Salera da mesi è concentrato sul fuoco di sbarramento: verso Francesco De Angelis alle politiche, verso Luca Fantini per la Federazione provinciale, verso Giuseppe Sacco per la candidatura alla presidenza della Provincia. Assai più complicato provare a costruire una proposta alternativa per guidare il partito. Molto più difficile mettersi in gioco fino in fondo e in prima persona per la segreteria dei Dem. Per anni ha ripetuto che il suo obiettivo era quello di dare voce all’area cassinate, che però ha dimostrato di non seguirlo. Cosa vuole davvero Salera? Forse il sostegno convinto per centrare il bis come sindaco di Cassino. Domenico Alfieri in teoria dovrebbe far parte dell’entourage più ristretto di Mauro Buschini. Da giorni “bombarda” la Federazione provinciale del segretario Luca Fantini e del leader Francesco De Angelis. Ha tutto per candidarsi alle regionali, se non fosse che c’è già Buschini. Il Partito Democratico dimostra poca attenzione verso coloro che da decenni danno un contributo importante. Molti sono andati via. Anche Alfieri si sta guardando intorno. Al Pd in questo momento manca una visione politica che guardi al futuro, ci si concentra sulla singola elezione. Ieri le comunali di Frosinone, oggi la presidenza della Provincia. Andare avanti alla giornata produce sconfitte su sconfitte.

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