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Sergio Mattarella, il protagonista di quarant’anni di storia italiana

Martina Arduini
Marzo 9, 2022

Un uomo tutto d’un pezzo, analitico, riservato, per la seconda volta Capo dello Stato italiano. Un letterato, un professore, un politico dalla nascita. Per Sergio Mattarella, non è ancora il momento di riposare… con 759 voti ed un lungo applauso, all’ottavo scrutinio, è stato eletto di nuovo Presidente della Repubblica.

Il secondo con più voti in tasca, dopo Sandro Pertini, che nel 1978 è salito al colle con 832 voti.
Voti altissimi. Un merito alla sua carriera. Malgrado da più di un anno avesse espresso la volontà di non voler esser rieletto, per motivi personali ed istituzionali, non si è trovata un’intesa su un altro nome.
Così Mattarella ha accolto tra le sue braccia, nuovamente, il popolo italiano. Come aveva già fatto nove anni fa Giorgio Napolitano e come invece non fece, Carlo Azeglio Ciampi nel 2006.

Gli altri: Carlo Nordio ha raccolto 90 voti, Nino Di Matteo 37, Silvio Berlusconi 9, Elisabetta Belloni 6, Mario Draghi 5, Pier Ferdinando Casini 5, Elisabetta Casellati 4.

I presenti e votanti erano 983, nessun astenuto. Le schede bianche sono state 25, le nulle 13 e le disperse 18.

Mattarella, la storia

Nato il 23 luglio del 1941 a Palermo, figlio di Bernardo (ministro DC) e fratello di Piersanti (già in politica da prima del fratello), Mattarella è stato tra i protagonisti degli ultimi 40 anni di storia del Paese, maturando una grande esperienza nelle varie cariche istituzionali che ha ricoperto, diventando il primo Presidente della Repubblica siciliano.

Laureato in Giurisprudenza nel 1964 all’Università “La Sapienza” di Roma con la lode, ha insegnato diritto parlamentare presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Palermo fino al 1983, concentrandosi in particolare sul diritto costituzionale.

Il 6 gennaio 1980 il fratello Piersanti, presidente della Giunta regionale siciliana, viene ucciso dalla mafia con sei colpi di pistola.

L’ascesa politica

Nel 1983 Mattarella viene eletto deputato per la prima volta con Democrazia Cristiana, poi per il Partito Popolare, per la Margherita e per l’Ulivo mantenendo la carica in Parlamento durante 7 legislature, fino al 2008. 

Dal luglio del 1987 al luglio del 1989 è stato ministro dei Rapporti con il Parlamento del governo Goria. Di quegli anni ricordiamo la riforma dell’ordinamento della Presidenza del Consiglio e l’abolizione della ordinarietà del voto segreto in Parlamento. 

Dal luglio del 1989 al luglio del 1990 è stato ministro della Pubblica Istruzione nel governo di Andreotti, abrogando un’importante riforma sulla scuola elementare che introdusse il modulo dei tre maestri su due classi. 

Dopo poco tempo si dimette da ministro, con altri 4 esponenti della sinistra Dc.

Nel corso della undicesima legislatura, introdusse una forte componente maggioritaria dall’attribuzione del 25% dei seggi con il sistema proporzionale. Fu la legge a cui Giovanni Sartori diede l’appellativo di ‘Mattarellum’.

A ottobre 1998 è stato nominato Vice Presidente del Consiglio nel governo D’Alema fino al 1999 quando è stato nominato ministro della Difesa fino al 2001, contribuendo così nelle operazioni di interposizione e mantenimento della pace in Bosnia-Erzegovina, Kosovo e nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.

Nel 2007 fu tra gli estensori del manifesto fondativo del Pd.

Nel maggio 2009 è stato eletto dal Parlamento componente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, di cui è stato Vice Presidente, e in seguito abbandonò il Pd per preservare la sua indipendenza.

A ottobre 2011 è stato eletto giudice della Corte Costituzionale, poi l’elezione al Quirinale.

La famiglia

Nel 2015 muore prematuramente la moglie Marisa Chiazzese.
Si sa ben poco sulla coppia data la loro riservatezza. Anche lei palermitana, era figlia dell’accademico Lauro Chiazzese, deputato della Consulta Nazionale fino al giugno 1946. I due, coetanei, si erano conosciuti e sposati a Palermo nel 1966 prima di trasferirsi a Roma; Marisa era la sorella della moglie del fratello di Mattarella, Piersanti.
Dal matrimonio tra Sergio Mattarella e Marisa Chiazzese sono nati tre figli: Laura (avvocata che durante il mandato presidenziale del padre ha svolto le funzioni di protocollo tipiche del consorte), Francesco e Bernardo Giorgio. Quest’ultimo, professore universitario di diritto amministrativo, nel 2014 è stato posto a capo dell’ufficio legislativo del Dipartimento della funzione pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

L’elezione come Capo dello Stato

Sergio Mattarella viene eletto Presidente della Repubblica il 31 gennaio 2015, con 665 voti e quattro governi da gestire: Gentiloni, Conte I, Conte II e Draghi.
Tra i primi atti della sua presidenza ci sono la rinuncia alla pensione da professore universitario. 

Nel 2016, ha dovuto capeggiare il Referendum costituzionale dove Renzi si dimise da presidente del Consiglio (successe Paolo Gentiloni).

Il 4 marzo del 2018, giunse l’incarico a Giuseppe Conte

Il 27 maggio Mattarella respinse la proposta della formazione del governo, a causa del nome ipotizzato per il Ministero dell’Economia, Paolo Savona e delle sue note posizioni anti europeiste.

Diverse le crisi per il presidente della Repubblica quindi; nel 2019 con le dimissioni di Salvini nacque la Conte2 con una diversa maggioranza; 

nel 2020 arrivò il momento di crisi maggiore con la pandemia da Covid-19 e le enormi conseguenze economiche e sociali che ha comportato. 

Nel 2021 una nuova crisi innescata da Italia Viva, con il mandato conferito a Mario Draghi al posto di Conte e la nascita del governo di emergenza nazionale.

Mattarella è stato un punto di riferimento per la difesa dell’interesse generale del paese e lo sarà per i prossimi anni. Il suo senso del dovere e rispetto per le decisioni prese in parlamento ha portato al suo SI senza indugio: “con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini. I giorni difficili trascorsi nel corso dell’emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento” ha detto Mattarella. “Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri a cui siamo richiamati”.

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