Al di là delle celebrazioni, dei fuochi d’artificio e delle fanfare suonate in largo anticipo (pratica che va contro i “sani” rituali scaramantici), la riunione al Ministero dei Trasporti sulla Stazione dell’Alta Velocità ha ribadito posizioni già note. Intanto che l’infrastruttura può essere realizzata esclusivamente in un’area compresa tra Ferentino, Supino e Sgurgola. Non a Frosinone, non a Roccasecca.
Esiste una indubbia volontà politica del centrodestra, come dimostrato dall’iniziativa del vicepremier e ministro Matteo Salvini e dalle dichiarazioni del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca (che continua a parlare di 28 minuti . Al tempo stesso, però, manca il tassello più importante: uno studio di fattibilità parametrato su un progetto “blindato” che abbia le risorse economiche per essere realizzato.
E siccome noi di Politica7 non siamo inclini a facili entusiasmi e tendiamo a mantenere i piedi per terra (non temendo di nuotare controcorrente), alcune considerazioni vorremmo farle.
La prima. Non c’è al momento uno studio di fattibilità vero, dettagliato, concreto, corredato da una credibile cronologia e da possibili finanziamenti. Il report di pre-fattibilità è poco più (o poco meno) di un trattato di buone intenzioni. Fra l’altro occorre essere realistici. Dal momento in cui si concretizza uno studio di fattibilità passa molto tempo prima di prevedere davvero la realizzazione dell’opera. Nel migliore dei casi 13 anni. Sul punto nell’edizione di domani Ciociaria Oggi pubblicherà quello che si può definire un vero e proprio “caso di scuola”
La seconda considerazione. Quando parliamo di 13 anni, beh, parliamo di almeno 3 Governi nazionali e di altrettanti regionali. L’esperienza dice che in Italia la continuità amministrativa viene sacrificata sull’altare dell’opportunità politica di parte. Ecco perché i facili entusiasmi non hanno ragione di esistere. Ecco perché bisogna prendere le distanze da subito rispetto a slogan che hanno come unico obiettivo quello di preparare la campagne elettorali per regionali e politiche. Il bis dell’illusione pro-urne già sperimentata con Zingaretti esiste eccome. Visto che sono andati a riprendersi anche qualche “attore” di quella colossale presa in giro.
La terza riflessione. Politica7 non si fida. Non ci fidiamo di una classe imprenditoriale locale che ha dimostrato sempre che ogni volta che bisogna mettere mano al “portafogli”… non risponde all’appello. Abbiamo avuto decine di dimostrazioni di questo.
Basta pensare a Fiuggi… per esempio. Per salvare la situazione e dare una prospettiva vera è dovuto arrivare … il Cavaliere bianco. Stavolta con il volto di Leonardo Del Vecchio. E’ stato lui a risolvere i problemi (non tutti, chiedete ai tanti golfisti che qui non mettono più piede), sbloccando uno stallo che l’imprenditoria locale non era riuscita a rimuovere e superare.
Quarto punto. Le province di Frosinone e Latina non hanno più bisogno di muoversi nei vicoli ciechi di un eterno gioco dell’oca. Tornando sempre e sistematicamente al punto di partenza. Dopo essersi avventurate in percorsi tortuosi e ripetitivi nei quali non si arriva da nessuna parte. In un infinito “loop” caratterizzato dal combinato disposto tra il nulla e la melina. Una situazione che i territori del Basso Lazio conoscono bene. Né i politici né i manager (più o meno rampanti) hanno mai cambiato la narrazione negli ultimi… decenni.
Martedì nel vertice al Ministero dei Trasporti era presente anche Gianfranco Battisti, già presidente e amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Presente in qualità di consulente della Regione (sarebbe opportuno sapere se a pagamento o a titolo gratuito). Come si legge peraltro in una nota del Comune di Frosinone. Sull’evento al Mit sono stati inviati comunicati in quantità industriale. Ma soltanto il sindaco del capoluogo Riccardo Mastrangeli ha riportato della presenza anche di Gianfranco Battisti. Eppure ci saremmo aspettati che lo avesse fatto la Regione Lazio, visto che lo ha ingaggiato come consulente.
Quinta considerazione. Il 30 giugno scorso l’ottimo segretario della Cisl Lazio Enrico Coppotelli, con l’iniziativa organizzata alle Terme di Pompeo, ha avuto il merito di rimettere al centro del dibattito un progetto che era stato definitivamente “archiviato”. Al massimo c’era stata qualche esercitazione dialettica. La Cisl ha fatto il suo, ma rappresenta un’eccezione. Perché poi, lo ripetiamo ancora una volta, servono studi di fattibilità, progetti concreti e articolati, inserimenti dell’opera nel Piano delle Ferrovie e di Rfi, fondi e… tempo. Perché passano minimo 13 anni…
Ecco perché probabilmente bisognerebbe soffermarsi su quelli che alla riunione del tavolo tecnico del Ministero dei Trasporti non c’erano. E perché non c’erano. Magari hanno fiutato la solita aria. Annunci mirabolanti, ai quali poi non seguono reali accelerazioni. Con il treno che resta fermo in Stazione. Insieme ai sogni di riscatto di un territorio con continua ad essere bistrattato. Questa volta concedeteci il lusso di esultare per ultimi.