Economia, sanità e politiche industriali: la giunta regionale di Francesco Rocca batte tre colpi potenti in provincia di Frosinone. A pochissime ore di distanza l’uno dall’altro. Per far capire che non soltanto è cambiata la musica ma anche i suonatori.
Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore allo sviluppo industriale, come prima cosa ha chiesto chiarezza a Stellantis sul futuro dello stabilimento di Piedimonte San Germano. Una chiarezza necessaria se si considerano anni e anni di annunci, speranze e impegni, seguiti sempre da delusioni e ridimensionamenti. La rivoluzione dell’automotive e l’orizzonte dell’elettrico hanno già cambiato il mercato, ma non è possibile che altrove il quadro e le scelte sono nette mentre a Piedimonte si resta in un eterno limbo. La Regione Lazio ha voluto far capire che questo territorio esige rispetto. Soprattutto per quei lavoratori e quelle famiglie che fanno affidamento sul futuro produttivo dello stabilimento, anche in termini di indotto.
Sempre Roberta Angelilli ieri mattina ha visitato la sede frusinate del Consorzio industriale, per un sostanziale passaggio di consegne con Francesco De Angelis. Non sarà immediato, ma gennaio è comunque dietro l’angolo. Verrà indicato un commissario, che in tanti pensano di aver individuato in Massimo Tabacchiera (Confapi). Vedremo. Intanto però la formula del commissariamento fa capire come la Regione Lazio pensi ad una riorganizzazione completa dell’ente. Con una mission differente rispetto a quella pensata da Nicola Zingaretti. I pilastri saranno il tema dei servizi alle imprese e la capacità di interfacciarsi con la Commissione Europea. Per intercettare finanziamenti importanti e per attività di programmazione.
Quindi il potenziamento della rete ospedaliera. Francesco Rocca ha puntato sulle province e per la prima volta da decenni la logica romanocentrica non si è vista. In provincia di Frosinone i posti letto saranno 1.479, di cui 1.109 per acuti e 370 post-acuti. La cifra precedente era 1.433: 1.085 per acuti e 348 post-acuti. Saranno rafforzati tutti gli ospedali della Ciociaria.
La Regione Lazio è in una fase di accelerazione della programmazione nonostante il fatto che sul bilancio pendano diverse spade di Damocle per le gestioni passate. Specialmente con riferimento ai bilancio delle Asl, oggetto di verifica accurata da parte della Procura generale della Corte dei Conti. A dieci mesi dalla vittoria alle elezioni Francesco Rocca sta facendo capire che è sua intenzione cambiare davvero tutto il sistema di potere del centrosinistra.
I SONDAGGI
Nella classifica dei leader Giorgia Meloni resta stabilmente al primo posto con il 44%. Poi ci sono Antonio Tajani (32,7%), Giuseppe Conte (31,2%), Elly Schlein (30%) e Matteo Salvini (29,3%). Il presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia fa il vuoto ancora una volta. C’era molta attesa per la Supermedia YouTrend-Agi di questa settimana. Sia per le tante vicende successe sia perché (soprattutto) si è entrati nel vivo della campagna elettorale per le europee. I risultati sono chiarissimi: crollano le opposizioni, mentre i partiti dell’alleanza di governo mantengono un vantaggio enorme e si preparano al meglio alle Europee nonostante facciano parte di “famiglie politiche” diverse. Fratelli d’Italia stabile al 28,7%. Mentre il Pd scenda ancora, al 19,2% (-0,1) e adesso rischia di andare sotto un’altra soglia psicologica di non poco conto: il 19%. Ma è lo 0,9% perso dal Movimento Cinque Stelle a fare scalpore: il partito di Giuseppe Conte precipita in un colpo solo al 15,2%. Non succedeva da tantissimo tempo. In ogni caso ad emergere è il fatto che il modo di condurre l’opposizione da parte del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle non convince affatto gli italiani. In più, se il Pd dovesse perdere alle europee, per Elly Schlein si aprirebbero le porte del passo indietro. Il sindaco di Firenze Dario Nardella è già pronto a subentrare come segretario.
Gli altri partiti: Lega al 9,3% (+0,2), Forza Italia al 7,5% (-0,3), Azione al 3,8% (-0,2), Verdi-Sinistra al 3,4% (stabili), +Europa al 2,6% (stabile), Italexit all’1,8% (-0,2), Unione Popolare all’1,5% (+0,3), Noi Moderati all’1,3% (+0,4). Come coalizione il centrodestra è al 46,7% e guadagna lo 0,2. Il centrosinistra staccatissimo al 25,2%, perde lo 0,2. Tutto il resto, Cinque Stelle compresi, non può fare la differenza.