Impossibile non notare l’assenza di Francesco Zicchieri giovedì alla convention della Lega al Fornaci Village. Con Matteo Salvini ha condiviso tutta la stagione del Carroccio di lotta e di governo, lo sbarco al sud, il dilagare dei selfie e perfino l’alleanza con il Movimento Cinque Stelle. Da qualche settimana è andato via sbattendo la porta, accusando il Capitano di non essere leale nelle amicizie e di non poter guidare un partito importante come la Lega. Complicato immaginare di recuperare la situazione in tempi brevi, ma altrettanto difficile rassegnarsi al fatto che non possano essere create le condizioni per ricucire lo strappo.
INSOSTITUIBILE PUNTO DI EQUILIBRIO
Francesco Zicchieri è andato nel Gruppo Misto, ma nei corridoi di Montecitorio i “rumors” su possibili passaggi in altri partiti ci sono. In Forza Italia per esempio, anche se bisognerebbe valutare bene il gradimento del senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale degli “azzurri” nel Lazio. Zicchieri è di Terracina e potrebbe andare ad insistere nel territorio pontino per le future candidature. Sembra che ci siano stati abboccamenti con Azione di Carlo Calenda. Intanto nella Lega in Ciociaria, con l’addio di Zicchieri, è saltato il punto di equilibrio. Nel 2018 fu eletto nel collegio maggioritario della Camera di Frosinone, dopo essere stato chiamato a guidare il partito in provincia. La deputata Francesca Gerardi e il senatore Gianfranco Rufa hanno sempre fatto riferimento a Zicchieri.
Senza di lui nel sud della provincia i rapporti di forza possono ulteriormente spostarsi a favore del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli e di Mario Abbruzzese (formalmente è in Cambiamo ma sostanzialmente gravita nel Carroccio). Una situazione che sta già facendo riflettere molti militanti e più di qualcuno è pronto ad andarsene. Il coordinatore Nicola Ottaviani guarda al nord della provincia e, senza Zicchieri, pensa di avere maggiori possibilità per una candidatura alla Camera. Nella Lega però i rapporti sono complessi. Come dimostrato dalle ultime elezioni provinciali: Luca Zaccari con Ciacciarelli, Andrea Amata con Ottaviani, Gianluca Quadrini con Zicchieri e Gerardi. I mal di pancia sono all’ordine del giorno, in diversi senza Zicchieri non si sentono più motivati e garantiti sul piano politico. Per questo hanno chiesto al coordinatore regionale Claudio Durigon di provare una missione di “recupero” del parlamentare. Di fatto adesso nella Lega c’è un asse tra Ottaviani e Ciacciarelli, che però non è affatto maggioritario. I malumori aumentano e qualcuno ha già bussato alle porte di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Durigon sa che dovrà provare a riportare Zicchieri sul Carroccio: tra un anno ci sono le regionali e le politiche e gli equilibri vanno ripristinati. Senza il deputato di Terracina sono andati all’aria e potrebbe andare peggio.
GRANDE CAPOLUOGO E STAZIONE TAV
In questi giorni di campagna elettorale a Frosinone tutti i candidati a sindaco sono stati folgorati sulla strada del Grande Capoluogo, dopo che per anni nessuno ne aveva più parlato. Ma non saremo certamente noi a meravigliarci di questo. Poi però succede che viene fuori che il progetto della Stazione Tav di Ferentino-Supino può essere cancellato (ci sono solo generici annunci di studi di fattibilità) e nessuno sente la necessità di intervenire. Se c’è un’opera che può caratterizzare il Grande Capoluogo e il ruolo guida di un’intera provincia, quella è la Stazione Tav. Perché era stata pensata nel cuore dell’area industriale, a due passi dai caselli autostradali di Frosinone e Ferentino e della superstrada Ferentino-Frosinone-Sora. Due anni fa il rendering e i plastici vennero concepiti sia per il trasporto delle merci che per quello dei passeggeri. E’ l’unica Stazione sul tracciato Tav. Le fermate di Frosinone e Cassino sono fumo negli occhi. Eppure nessuno è intervenuto. Non il sindaco di Ferentino e presidente della Provincia Antonio Pompeo, che dovrebbe “incatenarsi” sotto la sede di Ferrovie dello Stato se il progetto saltasse. Nessuna presa di posizione da parte del sindaco del capoluogo Nicola Ottaviani, impegnato nella riqualificazione della stazione di Frosinone. Il che va benissimo, ma non potrà mai essere quella dell’Alta Velocità. Non è sul tracciato. Silenzio assoluto anche da parte del sindaco di Cassino Enzo Salera, che due anni fa osteggiò subito il progetto della Stazione di Ferentino, per i soliti motivi campanilistici. Ci fu uno scontro acceso tra amministratori cassinati e il presidente della Camera di Commercio di Frosinone Marcello Pigliacelli su questo punto.
Sindaci come Daniele Natalia (Anagni), Alioska Baccarini (Fiuggi), Simone Cretaro (Veroli), Maurizio Cianfrocca (Alatri) potrebbero battersi affinché la Stazione di Ferentino-Supino diventi un obiettivo condiviso. Per fare questo si dovrebbe “rilanciare” prevedendo maggiori e migliori strade di collegamento. Oltre che un aumento delle corse. Invece tutti allineati alle veline della Regione Lazio e di Ferrovie dello Stato, che hanno ribadito la ferma determinazione ad andare avanti con lo… studio di fattibilità. Non si è fatta sentire nemmeno Unindustria.
LA POSIZIONE DI FERROVIE NEL 2020
Il 23 aprile 2020, giorno della firma del protocollo d’intesa tra Regione e Ferrovie dello Stato (alla presenza del ministro dei trasporti Paola De Micheli), Gianfranco Battisti, allora amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, disse (come riportato da Il Corriere della Sera): “La stazione è prevista a Ferentino perché è un punto strategico che permette di evitare deviazione di percorso che fa perdere venti minuti. Lì ci sono le condizioni per creare due ali di supporto di salita e discesa. E’ un polo facilmente raggiungibile per tutto il bacino nord della Ciociaria. E’ una rivoluzione storica per la provincia di Frosinone. Non è tanto la fermata in sé ad essere importante quanto la necessità di integrarsi con l’ecosistema a creare valore. Bisogna attivarsi con la Regione, i Comuni, gli enti locali e le realtà imprenditoriali per far crescere le potenzialità delle aziende del territorio”. Il punto di forza era la Stazione, non le fermate. Oggi però tutti zitti.