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Roma-Latina affidata alla società in house. Calandrini ed il governo si muovono. Zingaretti fermo. L’asse temporale spostato al 2030

Marco Battistini
Questo permetterà di ridurre il costo dell’opera e possibilmente anche i tempi di realizzazione, considerato che non ci sarà più una gara pubblica e che il soggetto attuatore sarà una società partecipata dello Stato.
Giugno 16, 2022
Il senatore di Fdl, Nicola Calandrini

La Regione tergiversa sull’autostrada. Sulla realizzazione della Roma-Latina il silenzio di Zingaretti non promette nulla di buono. Non è bastato il richiamo di Federlazio sull’imminente scadenza degli espropri per far intervenire il governatore sull’opera pubblica. Nonostante le promesse dei mesi scorsi e le garanzie (solo verbali) di un’imminente svolta per l’infrastruttura nessun atto è stato prodotto.
Fortunatamente il governo sembra dare maggiori rassicurazioni. Un passo in avanti si è infatti registrato nell’incontro che il senatore Nicola Calandrini ha avuto con il ministro Enrico Giovannini. “La Roma-Latina si farà, le risorse ci sono anche se non sono definiti i tempi -ha annunciato il senatore di Fratelli d’Italia- ringrazio il ministro Giovannini per le rassicurazioni che mi ha fornito nel corso dell’incontro avuto assieme al capogruppo di Fratelli d’Italia sen. Luca Ciriani presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Dal confronto è emerso che la Roma-Latina sarà realizzata in house dalla nuova società che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha creato per la gestione della rete autostradale. Questo permetterà di ridurre il costo dell’opera e possibilmente anche i tempi di realizzazione, considerato che non ci sarà più una gara pubblica e che il soggetto attuatore sarà una società partecipata dello Stato. Attualmente l’Astral si sta occupando della revisione del progetto. Quando questa revisione sarà completata sarà possibile avere una stima dei costi definitiva e i tempi di realizzazione. I risparmi per la realizzazione della Roma-Latina saranno probabilmente dirottati sulla Cisterna-Valmontone, di cui si occuperà Astral, che invece affronta un aumento dei costi di realizzazione dovuto anche al caro materie prime”.

IL MONITO DI PICCA

I tempi però sono sempre più stretti: occorre agire subito. A scuotere gli animi ci ha pensato Marco Picca, presidente di Federlazio Latina, che ha richiamato tutte le istituzioni competenti a non lasciar cadere la possibilità di realizzare l’autostrada. “Abbiamo notizia che ad agosto scadrà la V.I.A., (Valutazione Impatto Ambientale) -ha sottolineato Marco Picca– nel contempo, scadranno gli espropri fatti dieci anni fa per la realizzazione dell’opera. Se i lavori non inizieranno entro agosto, i proprietari dei terreni espropriati torneranno in possesso delle aree, con il diritto di chiedere il risarcimento dei danni per non aver potuto fruire delle loro proprietà durante questa decade. Un ennesimo danno, oltre la consueta beffa. Se ciò avvenisse sarebbe gravissimo: la nostra provincia potrà decretare il suo totale e definitivo isolamento dal resto del Paese, con conseguenze irreparabili per la sopravvivenza di tutte le nostre aziende e del tessuto socio economico. Ci vedremo sfilare sotto il naso tutte quelle opportunità di ripartenza tanto sbandierate. Dove sono i nostri politici? Cosa hanno da dire a tal proposito? Possibile che per avere risposte, si debbano sempre battere i pugni sul tavolo?”.

L’ASSE SPOSTATO AL 2030

C’è quindi il problema dei tempi sempre più lunghi per le opere. Lo spostamento di fatto dell’asse temporale per la realizzazione della Roma-Latina e della Bretella Cisterna Valmontone tra il 2025 e il 2030 rappresenta una sconfitta assoluta per lo sviluppo della mobilita’, dell’economia e delle imprese del Lazio e della provincia di Latina. Si tratta di due opere che dovevano essere realizzate già oltre venti anni fa e su cui e’ inaccettabile qualsiasi ulteriore ritardo.
La Roma-Latina dovrebbe entrare in cantiere prima possibile, non basta dire che e’ un’opera prioritaria ma bisogna mettere in campo tutti gli atti consequenziali e operativi necessari a realizzarla. Sono anni che quest’infrastruttura tra revisioni e aggiustamenti, che si inseriscono in un percorso già complesso legato a corsi e ricorsi continui nelle aule dei tribunali, e’ in balia degli eventi. Il risultato e’ che l’economia di interi territori e’ condannata ad una morte lenta quanto inesorabile, a causa della mancanza di collegamenti rapidi e sicuri con la Capitale e con il resto del Lazio e dell’Italia. I cittadini sono costretti ogni giorno a confrontarsi con una strada come la Pontina segnata solo da disagi e incidenti quotidiani, alcuni anche mortali, che ne mettono a rischio costantemente l’incolumità.
Come al solito Zingaretti e la sua giunta non sembrano in grado di mostrare quel coraggio e quella determinazione necessaria per lo sviluppo del Lazio.
Zingaretti aveva assicurato che avrebbe tenuto conto delle esigenze dei territori e ascoltato i cittadini. Probabilmente quelli di un’altra regione altrimenti la data prevista per l’inizio dei lavori sarebbe stata quella del 2022 non certo tra cinque anni. Se tutto andrà bene. 

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