L’emergenza rifiuti nel Lazio rischia di tornare in primo piano e di finire in cima all’agenda elettorale delle prossime regionali. Dalla Capitale si cercano soluzioni possibili e tra queste ci sarebbe il possibile ‘ritorno in vita’ della discarica di Borgo Montello. Argomento spinoso e complicato, ma non del tutto archiviato. Le discariche di Borgo Montello restano da inserire nel Programma nazionale di bonifica dei siti inquinati. Lo stesso Comune di Latina prima della caduta dell’amministrazione Coletta ha puntato i fari sulla possibilità di strappare fondi statali utili per il disinquinamento dell’area.
Ad oggi ci sono forti dubbi sull’avvio del percorso di bonifica. Sarebbe stata avviata la messa in sicurezza da sostanze inquinanti. Mentre la bonifica delle discariche non sarebbe neppure iniziata e nonostante i due gestori abbiano dichiarato l’esaurimento delle volumetrie per l’abbancamento di immondizia già tra il 2015 e il 2016. Alla società Ecoambiente sarebbe stata pure rigettata l’istanza di ulteriori 38.000 metri cubi.
L’ex assessore Adriana Calì ha recentemente ribadito: “A Montello si deve aprire una procedura di bonifica su scala nazionale, che avrà costi elevati. Il Comune di Latina si sta facendo rappresentante per il suo inserimento del Programma delle pulizie nazionali. Altresì, nella programmazione 2022-2027 della Regione Lazio c’è pure il capitolo dedicato alle pulizie”.
Altro aspetto che sarà necessario affrontare anche un eventuale studio medico e ambientale per le famiglie che risiedono intorno al sito e che da anni trovano un legame fra patologie e inquinamento del sito. Tutto questo finalizzato per arrivare finalmente al diritto di risarcimento per le famiglie residenti vicino alla discarica per una valorizzazione della qualità della vita dei borghi e delle sue comunità.
Quindi c’è la questione del recupero delle somme destinate al Comune versate dai proprietari dei due siti che permetterebbe finalmente di avviare i servizi primari mancanti nei borghi come la scuola elementare di Borgo Santa Maria e la riqualificazione dell’area. Somme già previste nel 1992 nella delibera del Sindaco Romagnoli.
IL RICORSO PERSO DA ECOAMBIENTE SUL TMB
Vale la pena di ricordare che la società Ecoambiente voleva realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) nella discarica di Borgo Montello.
Cinque anni fa una sentenza del Tar di Latina aveva accolto il ricorso di Rida Ambiente annullando la determinazione della Regione Lazio sul rinnovo dell’Aia ad Ecoambiente. Di qui il tentativo di Ecoambiente di cancellare questa pronuncia, attraverso il ricorso in appello. Ma dal Consiglio di Stato ad inizio aprile non è arrivato il via libera atteso dalla società che gestisce la discarica.
“Non può essere accolta la tesi dell’appellante per cui si sarebbe trattato di ‘un unico complesso impiantistico’ – si legge nella sentenza emessa dalla quarta sezione del Consiglio di Stato presieduta da Raffaele Greco – e quindi ai fini dell’applicazione della vecchia disciplina si poteva (come fatto dalla Regione) considerare già esistenti le discariche gestite dalla odierna appellante senza che rilevasse il mancato avvio dei lavori di realizzazione dell’impianto di trattamento”.
I giudici amministrativi di secondo grado hanno inoltre condannato Ecoambiente alla rifusione delle spese del giudizio a favore della ditta Rida Ambiente e della Regione Lazio per una somma pari a 6.000 euro.
IL BALLETTO INFINITO
E’ dall’inizio della scorsa estate si attende l’epilogo del ‘balletto’ fra Regione e Provincia di Latina sull’individuazione del sito per la realizzazione dell’impianto necessario ai fini della chiusura del ciclo dei rifiuti. A inizio luglio la Regione aveva inviato una diffida per “assumere con massima celerità i provvedimenti necessari per addivenire al più presto all’individuazione dell’impianto di discarica di bacino di Ato e all’individuazione dei siti idonei per la realizzazione della discarica e dell’impiantistica del ciclo integrato dei rifiuti per raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza entro il 20 luglio e ad attivarsi nel procedere ad approvare quanto prima il Piano di Gestione dei Rifiuti urbani provinciale”.
Un ultimatum rivolto soprattutto alla Provincia di Latina. “Il Piano dei rifiuti regionale -si evidenziava nella missiva della Regione- fornisce chiare indicazioni sull’autosufficienza di ogni Ato e la necessità che ogni Ambito si doti di una rete impiantistica capace di far fronte, in autonomia, alla gestione dei rifiuti urbani. Per l’Ato di Latina, a causa della sua inerzia, la Regione Lazio ha provveduto a nominare un commissario per l’individuazione di uno o più siti nel territorio della provincia di Latina, idonei alla localizzazione e realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti per garantire l’autosufficienza dell’Ato Latina. Con decreto n. 1 del 16 giugno 2022 il commissario ad Acta ha determinato l’individuazione di siti idonei per la realizzazione di nuove discariche per la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani”.
Nei giorni successivi l’assessore regionale ai rifiuti, Massimiliano Valeriani aveva avvertito via Costa ed i sindaci pontini: “Auspico che a Latina le istituzioni locali facciano uno scatto in avanti e si proceda con la realizzazione di un impianto”. A distanza di oltre tre mesi abbondanti nulla però si è mosso. Nè in Regione, né tantomeno in Provincia. Per non parlare dell’intera classe politica locale, istituzionale e non, impegnata fino a ieri a concentrare i propri sforzi nella battaglia dei collegi. Il rischio è che si cerchi di rinviare nuovamente l’ora delle scelte al prossimo anno. Ad ogni modo a febbraio si voterà per le regionali e tutti i nodi dovranno necessariamente venire al pettine.
I SITI INDIVIDUATI E LE SCELTE RINVIATE
Occorre ricordare come le aree scelte dal commissario Bonsignore si trovano a Cisterna di Latina e ad Aprilia.
La prima è a Cisterna di Latina: una superficie pari a circa 34.000 mq, del sito in località “la Villa”, di proprietà Scavilana S.r.l., sito già oggetto di richiesta di autorizzazione ad attivare una cava pozzolanica. La superficie dichiarata idonea è quota parte della superficie complessiva di 148.394 mq delle particelle individuate, sia per la necessità del distanziamento di almeno 60 metri dalla progettata strada Cisterna Valmontone facente parte del “Corridoio intermodale Roma-Latina” che dell’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse.
Il secondo sito individuato è sempre a Cisterna di Latina: una superficie di 43.000 mq del sito industriale dismesso nel 1990 dalla Goodyear in via Nettuno di proprietà Sfim Investimenti Spa. La superficie dichiarata idonea è la quota parte centrale della superficie complessiva, per l’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse, da altri stabilimenti industriali attivi e dalla via Nettuno, che collega la S.S. 148 al centro di Cisterna.
Il terzo sito ad Aprilia su una superficie pari a circa 77.000 mq della cava dismessa e successivamente “coltivata”, adiacente ad una parte di cava attualmente attiva e ad un’altra area per cui è in corso di perfezionamento l’autorizzazione all’ampliamento della cava stessa. L’area è di proprietà in parte di Stradaioli Holding Spa e in parte de “I Faggi Società Agricola Semplice di Stradaioli Rita“. La superficie dichiarata idonea è parte della superficie complessiva di 126.770 mq, per la necessità di escludere sia limitate porzioni di territorio tutelate da vincolo idrogeologico e sia limitate aree boscose e per l’opportunità di distanziamento di almeno 300 metri da alcune case sparse.
Il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli e i sindaci hanno inoltre preso atto della relazione del commissario straordinario ai rifiuti Illuminato Bonsignore che deve ancora essere esaminata e approfondita con i vertici delle amministrazioni comunali. Nel frattempo Stefanelli ha annunciato che darà mandato agli uffici di via Costa di acquisire dai singoli Comuni tutti i dati relativi al ciclo dei rifiuti per fornire un quadro il più possibile dettagliato ai sindaci per supportarli nelle loro decisioni. Ma senza fretta. Con il voto regionale alle porte, in molti puntano a rinviare delle scelte ‘scottanti’, per non andare incontro a possibili contraccolpi elettorali.