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Roma e Latina piangono la scomparsa di Silvio Di Francia

Marco Battistini
Marzo 18, 2023

E’ morto a Roma a 69 anni Silvio Di Francia, figura storica della politica capitolina e laziale. Gia’ militante di Lotta Continua, e parallelamente astro nascente del judo (fu tre volte campione italiano), poi dirigente dei Verdi, giornalista, assistente parlamentare, presidente di Zetema, la partecipata del Campidoglio che si occupa di siti e iniziative culturali, consigliere comunale a Roma per 13 anni e, dal 2006 al 2008, gli ultimi anni dell’era Veltroni, assessore alla Cultura, esperienza che negli anni successivi replica a Latina. Infaticabile e frenetico, uomo curioso e gentile, con il fisico da eterno ragazzo, pochi anni fa si era ammalato di una grave malattia degenerativa, che lo ha costretto a interrompere le attivita’ pubbliche. Nel 2020, in un’intervista a Luigi Manconi in cui parlava della sua carriera e della malattia, Di Francia rievocava cosi’ la sua esperienza da assessore alla Cultura a Roma: “Credo di aver fatto il mio dovere senza infamia e senza lode, gravato dall’ombra di due grandi figure come gli assessori che mi hanno preceduto, Renato Nicolini e Gianni Borgna. E ho reso loro omaggio nel 2007, riproponendo, in occasione del trentennale dell’Estate Romana, il “Napoleon” di Abel Gance”.

LE REAZIONI

Alla notizia della morte del giornalista e uomo politico sono stati numerosi i messaggi di cordoglio: “Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di Silvio Di Francia, storico esponente capitolino dei Verdi, ex assessore alla Cultura del Comune di Roma, che ha dedicato la sua vita alla lotta per l’ambiente e la cultura – scrivono a nome di tutto di tutto il partito, il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, insieme al membro della direzione nazionale e al co-portavoce del Lazio, Francesco Alemanni e Filiberto Zaratti -. Alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che lo hanno conosciuto giungano le nostre sincere condoglianze. La sua figura sarà per sempre un punto di riferimento per gli ecologisti italiani romani e la sua eredità continuerà a ispirare le future generazioni di ambientalisti”.
“Sono molto addolorato per la scomparsa di Silvio Di Francia – il cordoglio dell’attuale assessore alla cultura in Campidoglio Miguel Gotor -. Uomo appassionato e generoso, Roma gli deve molto: è stato un protagonista della vita politica cittadina degli ultimi decenni, ricoprendo con grande impegno vari incarichi durante le amministrazioni Rutelli e Veltroni, arrivando a essere presidente di Zètema e assessore alla Cultura di Roma dal 2006 al 2008; e poi, più recentemente, di Latina. Alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi cari tutte le mie più sentite condoglianze”.
“Sono giorni difficili, questi, per la comunità democratica romana. Oggi, dopo una lunga malattia e tanta sofferenza, ci ha lasciato Silvio di Francia – lo ricorda Sabrina Alfonsi, assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma Capitale -. Un’altra persona amica, con la quale in molti abbiamo condiviso un percorso di anni nelle istituzioni pubbliche, se ne va lasciandoci il ricordo della sua passione per la politica bella, per la cultura e l’impegno civico. Ai suoi cari un abbraccio affettuoso”.
“È venuto a mancare un altro amico. Precocemente, dopo una lunga e dolorosa malattia. Silvio Di Francia, un gentiluomo, un’anima pura, restia a far valere i propri diritti. Un uomo radicalmente di sinistra, fin da giovanissimo. Di quella sinistra popolare, persino nel linguaggio e nell’uso del dialetto. Romana, e per questo sempre un po’ “filosofa”. Mai immersa del tutto nelle faccende quotidiane, perché capace di una visione, di un sogno e di un pensiero “universale”.

Come si addice a Roma” – scrive in un lungo post su facebook Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd – “Non riusciva a intorbidare con il male i suoi pensieri e la sua vocazione ad una vita piena, Silvio. Capiva tutto; conosceva gli sfregi. Ma andava loro incontro con il sorriso, l’ironia, l’innocenza di chi sa cogliere la gioia e il mistero di essere nel mondo. E gli basta. Come quegli indimenticabili personaggi di Pasolini. A divincolarsi dalle miserie sociali, dalla povertà e da un destino sfortunato, gioiosi e un po’ surreali, fuori tempo perché contro il proprio tempo. E così ha affrontato anche la malattia e poi la previsione della sua scomparsa, Silvio. Con dignità immensa, sminuendo la sofferenza che è stata tanta e continuando fino all’ultimo a difendere il suo attaccamento al fazzoletto di vita che gli rimaneva – conclude Bettini -. Un abbraccio a tutti coloro che gli hanno voluto bene”.

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