Appuntamento con le pagelle anche per questo secondo turno del Roland Garros, che ci vedeva impegnati con 5 uomini e 2 donne. In campo maschile era impossibile che tutti e cinque approdassero al terzo turno, visto che era in programma uno scontro fratricida tra Cobolli e Arnaldi. Alla fine, hanno conquistato il visto ben 4 uomini e la solita Jasmine Paolini: un consuntivo davvero entusiasmante, che conferma il buonissimo momento del nostro tennis. Ma vediamo nel dettaglio il rendimento dei nostri alfieri in questo secondo turno.
JANNIK SINNER 7,5
Anche per il suo secondo impegno di questo appuntamento francese Jannik non ha dovuto attingere al serbatoio delle energie e delle risorse tecniche estreme. Contro un Richard Gasquet al passo d’addio, il numero uno del mondo ha giocato una gara giudiziosa, sperimentando qua e là. Palese la differenza in termini di pesantezza di palla, di presenza fisica, di sicurezza ad alte velocità. Gasquet ha fatto il possibile e si è preso la soddisfazione di tenere in bilico il terzo set fino al quattro pari. Nulla più, ma rispetto al 6-0 della frazione precedente è stato già un significativo progresso.
LORENZO MUSETTI 7,5
Nella sua nuova dimensione, Lorenzo non può temere giocatori come Galan, che magari soltanto un anno fa avrebbero potuto in qualche modo procurargli qualche fastidio. Il suo successo sul colombiano non è stato mai in discussione, ed è arrivato nella solita maniera, attraverso un gioco delicato che ha incantato la platea. La terra rossa è il suo regno, ma per stabilire che tipo di trono possa desiderare dovremo attendere i prossimi match. Contro Navone l’asticella si alzerà un pochino, ma sarà negli ottavi che vedremo il primo reale confronto, perché si delinea un intrigante Musetti-Rune.
MATTEO GIGANTE 8,5
E’ lui il grande protagonista del secondo turno in casa Italia. Avere estromesso dalla competizione un ex finalista come Tsitsipas è già qualcosa di stroardinario. Il modo in cui l’impresa è stata compiuta, più per meriti propri che per demeriti altrui, disegna uno scenario francamente inimmaginabile a inizio torneo. Il giovane romano ha iniziato il suo percorso dalle qualificazioni e la sua vittoria contro il greco è stata figlia di un rovescio supercompetitivo, di un servizio davvero efficace e di un coraggio non comune. Con la stessa ricetta nemmeno il successo contro Shelton sembra una chimera.
FLAVIO COBOLLI 7,5
Doveva sopportare il peso di un pronostico che lo vedeva avanti al connazionale Arnaldi, per via dell’impresa di Amburgo e delle prodezze recenti. Un pericolo in più, a conti fatti, visto anche quel che era accaduto a Roma contro Nardi. Stavolta invece l’aria di derby ha fatto bene al romano, che ha condotto il match in grande sicurezza e non si è spaventato quando il rivale gli ha portato via il terzo set, in modo abbastanza sorprendente. Ormai Flavio viaggia su ritmi elevati e scorge quotidianamente orizzonti impensabili solo 5 mesi fa. Altra importante freccia nella faretra azzurra.
MATTEO ARNALDI 6
Combattivo quanto basta per strappare un parziale ad un avversario che in questo momento palesa sicurezze e incisività maggiori. La sua stagione in chiaroscuro deriva in massima parte da una eccessiva e pericolosa confidenza con i gratuiti. Contro Cobolli ha provato a limitarli, con risultati in qualche modo confortanti. Non è bastato però per approdare al terzo turno.
JASMINE PAOLINI 7,5
Dopo la paura del primo turno, la regina di Roma ha pensato bene di mantenere alta la concentrazione, sebbene il confronto con la Tomljanovic non apparisse così arduo. Il doppio 6-3 rifilato alla ex fidanzata di Matteo Berrettini ha sancito la significativa conferma di come ormai la piccola grande toscana possa superare di slancio avversarie di medio alto valore. Un terzo turno sulla carta morbido dovrebbe proiettarla negli ottavi con la giusta carica e una buona riserva di energie.
ELISABETTA COCCIARETTO 5,5
Troppo solida Alexandrovna per l’attuale versione di Elisabetta Cocciaretto, che quando è sollecitata su ritmi molto elevati palesa difficoltà di tutta evidenza e perde campo vistosamente. Si sapeva che la forma non era quella dei momenti migliori e il torneo parigino ha sostanzialmente ribadito il concetto. Senza voli pindarici o colpi a sensazione.