Nel 2021, cresce il volume dei rifiuti radioattivi detenuti in Italia: il totale, al 31 dicembre dello scorso anno, è di 31.812,5 m3, con un aumento di 60,9 m3 rispetto al 2020. Queste e altre informazioni sono contenute nel nuovo ‘Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi’ dell’Isin, disponibile online sul sito web www.isinucleare.it. Il documento contiene informazioni relative a volumi, masse, stato fisico, attività specifica, contenuto di radioattività e condizioni di stoccaggio dei rifiuti, compresi il combustibile esaurito e le sorgenti dismesse. Predisposta sulla base dei dati che, annualmente, i diversi operatori, ai quali compete la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi, trasmettono all’Ispettorato, la nuova edizione è aggiornata al 31 dicembre 2021.
Le variazioni in positivo, in termini di volume, coinvolgono le regioni Piemonte (da 5384 m3 a 5.824 m3, +440 m3), Toscana (da 894 m3 a 1.034 m3, +140 m3), Lazio (da 9.504 m3 a 10.026 m3, +522 m3), Basilicata (da 3.526 m3 a 3.822 m3, +296 m3) e Puglia (da 535 m3 a 625 m3, +90,53 m3): a determinare questo aumento è la produzione di nuovi rifiuti radioattivi, determinata da attività di smantellamento e/o bonifica.
RIFIUTI RADIOATTIVI, CRESCE PROPRIO LATINA
Attività di smantellamento e bonifica, invece, all’origine dell’aumento di rifiuti radioattivi presenti nella Centrale di Latina (2.389,88 m3, +540,88 m3 rispetto al 2020). Il processo di disattivazione degli impianti nucleari va avanti nella centrale di Borgo Sabotino. Il tutto dovrà avvenire in diverse fasi, tra cui quella che prevede la bonifica dei materiali rimossi, che diventeranno parte del progetto di circular economy della società: oltre il 90% dei materiali, fatta eccezione di quelli nucleari, ovviamente verranno riciclati. Il completamento di tale processo che rappresenta la fase intermedia dell’intero smantellamento è previsto per il 2027. Complessivamente, lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 320 mila tonnellate di materiali.
In generale è proprio il Lazio a confermarsi la regione con il volume maggiore di rifiuti radioattivi detenuti: con 10.026 m3, detiene il 31,52% del totale nazionale.