Sul termovalorizzatore fra Pd e M5S è alta tensione in Regione. I pentastellati a differenza del governatore Zingaretti hanno dato parere contrario alla svolta del sindaco Gualtieri ed ora nel centrosinistra si temono ripercussioni sul piano politico. Qualcosa si muove anche nell’opposizione consiliare.
Il capogruppo della Lega alla Pisana Angelo Tripodi ha protocollato la richiesta di una seduta urgente di commissione “per la modifica del piano regionale dei rifiuti 2019-2015 alla luce della volontà del sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, di realizzare un termovalorizzatore”.
L’obiettivo della Lega e del centrodestra in generale è quello di provocare un inevitabile scontro nella maggioranza che sostiene il presidente Zingaretti. Anche Fratelli d’Italia è allineata sulla stessa posizione della Lega. “Crediamo sia auspicabile tornare a discutere sul tema rifiuti in Aula con un consiglio regionale straordinario per avere spiegazioni su quanto accaduto: un cortocircuito all’interno del Pd romano e regionale che rischia di essere solo l’ennesimo spot elettorale a danno dei cittadini che, intanto, continuano a vivere sommersi dall’immondizia” hanno affermato in una nota i consiglieri regionali di FdI Antonello Aurigemma e Laura Corrotti.
UN LUNGO TORMENTONE
I riflettori sono puntati su cosa accadrà nel Pd e nella maggioranza che governa la Regione. Non sono mancate alcune prese di posizione non in linea con la scelta del Comune di Roma. Marco Miccoli, una volta legato a Zingaretti, ha evidenziato come nel programma elettorale vi fosse un No secco al termovalorizzatore. Per non parlare dell’assessora regionale Lombardi, leader del M5S in Regione, che ha dichiarato che il piano regionale dei rifiuti non consente la costruzione di un nuovo termovalorizzatore.
Occorre ricordare che Zingaretti si è insediato nel 2013 ed allora il piano regionale rifiuti prevedeva 4 impianti di termovalorizzazione: due in funzione, quelli di S. Vittore e Colleferro, quello di Malagrotta, in costruzione, e quello di Albano, autorizzato e da costruire. Ad oggi abbiamo solamente il sito di Acea a S. Vittore. E’ stato cancellato dal piano quello di Albano, poi si è scelto di chiudere il termovalorizzatore di Colleferro. Infine si è deciso di rinunciare all’impianto di Malagrotta.
Senza dimenticare che il decreto sblocca impianti di Renzi e poi il dpcm del 2016 di Gentiloni prevedevano per il Lazio quattro impianti di Tmb per un fabbisogno di oltre 900.000 tonnellate di rifiuti all’anno. La scelta di Gualtieri volta a proporre un impianto da 600 mila tonnellate dunque è sostanzialmente in linea con il fabbisogno della Capitale, che da sola tratta oltre la metà dei rifiuti del Lazio.
Resta da vedere se il sindaco di Roma riuscirà davvero ad andare a dama vincendo le resistenze della propria maggioranza. Una missione complicata conoscendo la ‘palude’ romana e del Campidoglio in particolare.