Conto alla rovescia per il giudizio del Tar di Latina sul ricorso elettorale relativo al Comune capoluogo. Giovedì 7 luglio si terrà l’udienza pubblica e i giudici decideranno nel merito. Nel ruolo di relatore ci sarà il magistrato Roberto Maria Bucchi.
Il ricorso depositato al Tar di Latina da un cittadino elettore e dagli ex candidati di Latina nel Cuore (a sostegno di Vincenzo Zaccheo Sindaco alle elezioni amministrative) Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi ed Emilio Cerci, lo scorso novembre 2021, era finalizzato a chiedere l’annullamento del verbale di proclamazione degli eletti scaturiti dall’esito delle elezioni, datate 3 e 4 ottobre 2021, per comporre il nuovo Consiglio Comunale del capoluogo di provincia e di conseguenza il turno di ballottaggio avvenuto due settimane dopo che aveva proclamato la vittoria del Sindaco Damiano Coletta.
LA PRONUNCIA CAUTELARE E IL RICONTEGGIO
Il Tar esaminò il primo ricorso e lo giudicò ammissibile, chiedendo alla Prefettura di eseguire il riconteggio, alla presenza dei legali delle parti, con lo scopo precipuo di accertare se siano stati meri errori materiali, oppure se veramente le schede siano sparite.
Solo tre mesi fa si sono concluse le operazioni di verifica delle schede delle elezioni amministrative di Latina. Sarebbero state riscontrate mancate corrispondenze in dieci di queste. Mancate corrispondenze, in particolare, tra le schede timbrate all’inizio delle operazioni di voto, schede votate, e schede vidimate avanzate, al termine delle operazioni.
La Prefettura di Latina a metà aprile aveva inviato alle parti la relazione, firmata dal Dirigente dell’Ufficio Elettorale Provinciale Francesco Del Pozzone, che sarà messa a disposizione dei giudici amministrativi i quali dovranno decidere il prossimo 7 luglio se e in quali delle 33 sezioni del capoluogo si dovranno ripetere le operazioni di voto del 3 e 4 ottobre 2021 in merito alle elezioni comunali.
La verifica delle schede nasce all’indomani della vittoria di Damiano Coletta alle elezioni, contro il risultato del primo turno, quando la coalizione di Vincenzo Zaccheo ottenne il 53% con il premio di maggioranza, mentre il candidato sindaco del centrodestra si fermò al 48,30%, mancando quindi il 50% e l’elezione per poche centinaia di voti.
UN PUGNO DI VOTI TRA SOGNO E INCUBO
Dal momento che il primo turno elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del sindaco di Latina si era chiuso con Vincenzo Zaccheo, attestato poco sotto la soglia del 49%, a soli 800 voti del traguardo del 50,1 per cento che gli avrebbe regalato l’elezione a primo cittadino, i giudici hanno dovuto necessariamente accertare la sussistenza dei rilievi proposti dai ricorrenti.
Mettere in discussione la validità di un numero consistente di schede elettorali (3000?) significa contestare di fatto l’intero esito elettorale. E se i magistrati amministrativi dovessero accogliere in pieno le ragioni dei ricorrenti si potrebbe arrivare ad una conclusione più clamorosa rispetto a quella auspicata da chi ha promosso il ricorso. Perché la possibilità di un’invalidazione del voto del 3/4 ottobre aprirebbe a scenari davvero inediti. Difficile che si arrivi a tanto, ma tutte le strade sono aperte. E se si tornasse alle urne quali sarebbero gli schieramenti?
Forza Italia o comunque la componente pontina manterrebbe gli impegni presi con Coletta o cambierebbe nuovamente orizzonte?
Il 10% o poco meno di cui dispone il partito di Calvi nel capoluogo, farebbe la differenza. Al dato di FI poi andrebbe aggiunto il consenso ricevuto da Annalisa Muzio con la sua lista (circa il 5%). Uno scenario che inquieta non poco il resto del centrodestra, costretto forse ancora una volta ad inseguire la componente ‘elastica’ della coalizione.