In vista della manifestazione di venerdì prossimo dei lavoratori della cartiera a Cassino ed in attesa che venga fissata la riunione in Regione Lazio o al ministero dello Sviluppo sulla crisi Reno e Medici, la politica e le istituzioni del territorio hanno iniziato a far sentire la loro voce. Alla Pisana sono intervenuti i consiglieri Sara Battisti (Pd) ed Alessio D’Amato (Azione).
«Nel voler esprimere piena solidarietà ai lavoratori della Reno de Medici per l’avvio della procedura di chiusura da parte dell’azienda e il seguente licenziamento di oltre 160 dipendenti – ha annunciato oggi la consigliera dem -, comunico che presenterò un’interrogazione in consiglio regionale. Chiederò quali azioni sta mettendo in campo la Regione Lazio per scongiurare la crisi e per aprire un dialogo nell’istituzione regionale, che coinvolga tutte le forze politiche, teso a favorire soluzioni positive per le lavoratrici e i lavoratori dell’azienda e dell’indotto. La perdita occupazionale e le ripercussioni sulle altre aziende del cassinate rappresenterebbero una vera e propria catastrofe sociale. Auspico un impegno preciso da parte di tutti».
«Sulla cartiera Reno de Medici di Villa Santa Lucia in provincia di Frosinone va aperto immediatamente un tavolo con la Regione Lazio – ha avvertito Alessio D’Amato -. Su questo presento interrogazione. Non possono essere gli operai a pagare eventuali responsabilità per danni ambientali, va scongiurata la chiusura e convocato presto un tavolo per gestire la crisi assieme alla Regione, alle parti sociali e datoriali. Se vi sono questioni autorizzative e burocratiche vanno rapidamente verificate dalle istituzioni competenti. Non si può rischiare di perdere nella provincia di Frosinone un’altra fabbrica, si rischia la desertificazione industriale ed una vera e propria crisi sociale».
Anche la Provincia di Frosinone lancia un appello alla Regione Lazio affinché si muova celermente a risolvere i problemi burocratici che ruotano attorno allo stabilimento. Gianluca Quadrini, presidente del gruppo di Forza Italia in Provincia, sostiene di aver chiesto più volte «la verifica della situazione», e che ora sollecita in una lettera indirizzata ai consiglieri regionali di Forza Italia affinché venga inserita una mozione all’ordine del giorno nel consiglio che riguarda lo stabilimento. «La provincia di Frosinone sta vivendo un’altra importante crisi industriale che riguarda un’azienda storica del nostro territorio- scrive Quadrini– I vertici aziendali, dopo un periodo difficile per il fermo della produzione a causa di una mancata autorizzazione ambientale, hanno annunciato l’avvio della procedura di chiusura. Questa decisione comporterà il licenziamento di oltre 160 dipendenti senza considerare le ripercussioni per l’intero indotto. La burocrazia continua ad essere una piaga il nostro Paese. Ma non possono essere i lavoratori a pagare per queste difficoltà. La chiusura significherebbe aprire un problema di tipo socio-economico. Parliamo di un territorio che, sotto il profilo occupazionale, sta vivendo un periodo delicato di grande precarietà».
I sindaci di Cassino, Enzo Salera, e di Villa Santa Lucia, Orazio Capraro hanno sottolineato, in una nota a firma congiunta, che «senza alcun tentennamento, ieri, appena appresa la notizia della comunicazione di avvio della procedura di cessazione dell’attività produttiva alla Reno de Medici, ci siamo subito incontrati per vedere il da farsi. Nell’immediato, via wattsap, ci siamo raccordati con i colleghi della Consulta dei sindaci del Cassinate. Con volontà unanime, è stato concordato di inviare richiesta di un incontro urgente al presidente della Regione Lazio, all’assessore all’Ambiente, nonché alla struttura operativa regionale».
«Tutto il problema della cartiera – sottolineano Salera e Capraro – è, infatti, legato in primis al rilascio di una autorizzazione da parte della Regione che però tarda ad arrivare. Si tratta di capirne bene le ragioni ed operare senza indugiare oltre per rimuoverne le cause. Atteso che si tratta di far fronte ad un problema di enorme dimensione, sia per i lavoratori e per le loro famiglie, che per l’economia di un vasto territorio in un momento peraltro di diffusa difficoltà nell’ambito occupazionale».
E’ stato assunto l’impegno da parte dei primi cittadini di Cassino e Villa, unitamente al sindaco di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi, di redigere, con il supporto di una struttura tecnica, un documento sulla problematica complessiva dello stabilimento. In particolare dello smaltimento dei liquami, fornendo anche ipotesi di soluzione.
Viene ribadito da tutti i sindaci del cassinate «il massimo sostegno alla lotta dei lavoratori della cartiera ed a quelli dell’indotto, così come è stato sinora e si assicura che nulla verrà tralasciato per assicurare la ripresa dell’attività produttiva e la vita ad una fabbrica storica del territorio che ha dato lavoro a generazioni di concittadini. Si rassicurano le federazioni sindacali di categoria che non verranno lasciati soli gli oltre 300 lavoratori (quelli della cartiera e dell’indotto) coinvolti in questa vicenda che preoccupa tutti. Si starà al loro fianco così come fatto sinora. Si assicura infine la nostra presenza alla manifestazione di venerdì 19 gennaio e la partecipazione al corteo che si snoderà per le vie di Cassino», concludono Salera e Capraro nella nota congiunta.
Ma il primo cittadino di Villa Santa Lucia lancia un ulteriore appello: «La decisione dei vertici della Reno De Medici, di chiudere la produzione dello stabilimento, impone una massiccia opera di sostegno a tutela dei 163 dipendenti e degli oltre 150 operai a servizio dell’indotto. La mancata riapertura della cartiera sarebbe una vera e propria catastrofe per un territorio, già fortemente minato da una crisi economica che sembra in arrestabile. Per questo motivo ho chiesto la Convocazione della Consulta dei sindaci presso il Comune di Cassino, nonché la mobilitazione generale delle Istituzioni, a partire dalla Regione Lazio. Non è tollerabile che l’unica industria florida presente a tutt’oggi nel Cassinate, debba smantellare la produzione e trasferirsi altrove.A questo punto non si tratta più di una questione giudiziaria ma anche e soprattutto di una questione di sopravvivenza per un territorio in agonia».
Dalla politica al fronte sindacale che sta attendendo risposta alla richiesta di riunioni per istituire un tavolo di crisi e prepara il corteo del 29 gennaio. Il segretario della Ugl, Enzo Valente, sottolinea: «Alla Reno de Medici di Villa Santa Lucia non sembra esserci una via d’uscita in tempi brevi. Tolti i sigilli allo stabilimento, la palla in mano alla Regione Lazio. Il futuro delle oltre 300 persone impiegate tra dirette e indirette, è un’incognita, non sappiamo in questo momento, in che direzione ci porteranno gli eventi futuri. In questa annosa vicenda che ci trasciniamo da troppo tempo ci sono stati troppi rimpalli di responsabilità tra Consorzio Industriale che gestisce il depuratore consortile e l’azienda fino ad arrivare allo stato di oggi, con il sequestro degli impianti e pesantissime ricadute sull’occupazione».
Insomma la politica oggi in allarme è la stessa che ha alimentato negli anni il ping pong sulla ricca ma inefficiente depurazione industriale.