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Regione Lazio, elezioni balcanizzate. La novità Virginia Raggi, l’asse Bettini-Conte e le scelte di Fratelli d’Italia

Licandro Licantropo
L’ex sindaca di Roma pensa alla Regione mentre è questione di giorni e Nicola Zingaretti si dimetterà da presidente del Lazio dopo essere stato eletto deputato. Nel centrodestra in lizza tre nomi: Chiara Colosimo, Francesco Rocca e Fabio Rampelli .
Ottobre 27, 2022
L'ex sindaca di Roma Virginia Raggi

Virginia Raggi sta pensando di candidarsi seriamente alla presidenza della Regione Lazio. Le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane trovano conferme. Il Corriere della Sera scrive: “Spunta anche il nome di Virginia Raggi come candidata presidente della Regione Lazio. Alle comunali l’ex sindaca ha ottenuto 211.000 voti, pari al 19,1%, circa 90.000 in meno di Roberto Gualtieri. La Raggi ha il suo bacino di voti su Roma, dove vivono i quattro quinti della popolazione regionale, che decide il voto”. Una novità che va ad inserirsi in un quadro politico già ampiamente “balcanizzato” come quello delle regionali del Lazio. Sicuramente la Raggi non farà accordi con il Pd e i suoi rapporti con il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte sono inesistenti da mesi. Rappresenterebbe una “variabile” importante, anche perché non si deve mai dimenticare che il sistema elettorale è a turno unico, senza ballottaggio.

ASPETTANDO ZINGARETTI…

Questione di giorni e Nicola Zingaretti si dimetterà da presidente del Lazio dopo essere stato eletto deputato. Negli ambienti politici che contano della Capitale si parla molto del fatto che la linea (privilegiata) di confronto tra il capo pentastellato Giuseppe Conte e l’esponente del Pd Goffredo Bettini non si è mai interrotta. Nei Cinque Stelle sia Valentina Corrado che Roberta Lombardi continuano a spingere per un accordo con i Dem, ma ormai la questione è nazionale. Conte non ha chiuso, ma vuole risposte anche su altre Regioni e su determinati temi. Non è semplice. Inoltre l’ex premier chiede nomi non divisivi. Qualcuno azzarda che si stia pensando all’ex ministro Andrea Riccardi, ma è comunque difficile che il fondatore della Comunità di Sant’Egidio accetti una proposta del genere. Fra l’altro in un momento politico nel quale il centrodestra a traino Fratelli d’Italia ha il vento in poppa. La realtà è che alle regionali del Lazio difficilmente il Partito Democratico potrà prescindere dall’indicazione del vicepresidente Daniele Leodori. Per dieci anni è stato il Cardinale Richelieu dell’Amministrazione Zingaretti, conosce la macchina amministrativa alla perfezione, sul piano politico il Campo largo può resuscitarlo soltanto lui. L’altra indicazione è quella dell’assessore alla sanità Alessio D’Amato, che andrebbe bene a Carlo Calenda. Forse però l’endorsement del leader di Azione in questa fase gli fa perdere punti all’interno del Partito Democratico. Altre soluzioni praticabili sul serio non si vedono, a meno che Bettini e Conte non tirino fuori il coniglio dal cilindro. C’è però chi ricorda proprio il precedente delle comunali di Roma, quando venne scelto come candidato Roberto Gualtieri. Il quale è sì diventato sindaco vincendo al ballottaggio, ma al primo turno davanti a tutti era comunque arrivato Enrico Michetti, del centrodestra. Alla Regione c’è il turno unico, come abbiamo ricordato prima. Non a caso Zingaretti è tornato ad invocare il Campo largo. Affermando: “Le elezioni si possono perdere ma non è accettabile che le si regalino. Noi nel Lazio governiamo, c’è una maggioranza che governa bene da oltre due anni ed è una maggioranza che i cittadini del Lazio hanno premiato perché alle ultime elezioni politiche, forse per la prima volta nella storia, sono arrivate addirittura sopra al centrodestra con 49,5% contro 44%”. Ragionamento da propaganda elettorale però, perché alle politiche il Pd stava da una parte, i Cinque Stelle da un’altra, il Terzo Polo da un’altra ancora. La sommatoria non corrisponde all’unità politica.

COLOSIMO, ROCCA, RAMPELLI

Nel centrodestra la sfida sembra ormai limitata a tre nomi. La favorita è Chiara Colosimo, appena eletta deputata e fedelissima di Giorgia Meloni. Non sta spingendo, ma potrebbe non avere altra alternativa che accettare. Soprattutto perché potrebbe replicare il modello delle politiche alle comunali: donna (come la Meloni), giovane (come la Meloni), di destra (come la Meloni), di polso (come la Meloni). Tutte le strade politiche portano a lei, a Chiara Colosimo, che in questa legislatura regionale si è distinta come nessun altro. C’è anche Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa. In gioco rimane pure il nome del parlamentare Fabio Rampelli. Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia nel Lazio, ha detto: “La scelta della candidatura alla presidenza della Regione Lazio attiene al rapporto con gli alleati.

La nostra presidente Meloni e tutto il centrodestra indicheranno il miglior candidato per poter vincere questa partita. Si sceglierà la persona migliore. Il nostro compito sarà quello di tenere in moto la macchina cercando di essere pronti con proposte e ricette concrete. Fratelli d’Italia ha la responsabilità di affrontare la campagna elettorale ricordando che siamo il primo partito della coalizione e quindi in tutte le competizioni darà delle indicazioni, a maggior ragione nel Lazio dove ha avuto un risultato straordinario con oltre il 31,5%”. Come dire: alleanza fondamentale, ma il candidato lo scegliamo noi. Anche alla luce del passo indietro di Nello Musumeci in Sicilia.

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