Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Sicuramente per Fabio Forte la passione per la politica e l’impegno civico sono una forma di amore. Il suo nome è in cima alla lista di chi vorrebbe candidarlo alle regionali nella “civica” di Francesco Rocca, leader della coalizione di centrodestra. Il profilo è giusto: esperienza da vendere, competenza, affidabilità, collocazione nel centrodestra, dimostrazioni ripetute di avere i voti sul campo.
Eppure negli ultimi anni Fabio Forte ha scelto di eclissarsi, probabilmente per le delusioni e le amarezze che non lo hanno risparmiato. E’ un purosangue e come tutti i cavalli di razza ha pagato spesso pegno ad un carattere indipendente e autonomo. All’inizio degli anni Duemila si è imposto all’attenzione come sindaco di Arpino. Con vittorie brillanti e… rampanti. E’ stato anche consigliere provinciale, quando l’ente era di primo livello e quanto, per staccare il biglietto, occorreva prendere tante preferenze nel proprio collegio. Alle urne andavano i cittadini, non gli addetti ai lavori.
Nell’Udc ha incrociato personalità di primo livello, a cominciare da Anna Teresa Formisano. Ma anche Angelo D’Ovidio. Fabio Forte non ha la vocazione del gregario e neppure quella di chi, per calcolo, compiace i più alti in grado. Non sono mancati confronti e scontri duri all’interno del partito, perfino con la Formisano. La politica di chi è abituato a guardarsi negli occhi e a difendere il proprio punto di vista è questa. Non è fatta di ipocrisie e di tappetini.
Alle regionali si è candidato nel 2010, riuscendo ad ottenere qualcosa come 9.136 voti. Ma nel Consiglio della Pisana non è entrato. Presentò ricorso al Tar, sostenendo che a suo giudizio per la provincia di Frosinone doveva scattare il quinto seggio. Niente da fare. Comprensibile l’amaro in bocca dopo aver raccolto quasi 10.000 preferenze.
Nell’estate del 2017 Francesco Zicchieri lo chiama per “costruire” e radicare la Lega-Noi con Salvini in provincia di Frosinone. Fabio Forte fa un lavoro enorme, Comune per Comune. Le adesioni fioccano, l’entusiasmo è crescente. Poi però si arriva alle candidature per le elezioni del 4 marzo 2018. Nel collegio uninominale di Frosinone il Carroccio schiera Francesco Zicchieri, che è della provincia di Latina. Fabio Forte non fa finta di niente, difende ad alta voce le prerogative del territorio. Litiga con Zicchieri a voce altissima.
Da quel momento qualcosa si rompe. Lui non va oltre la terza posizione nel collegio plurinominale di Latina-Frosinone, nel quale vengono eletti Claudio Durigon e Francesca Gerardi. Ma Forte non si arrende e presenta ricorso alla Giunta delle elezioni della Camera, presieduta da Roberto Giachetti. Un procedimento complesso e ricco di colpi di scena, alcuni dei quali clamorosi (documenti inutilizzabili per via di una perdita d’acqua).
La tesi di Fabio Forte è questa: il riconteggio prevede 432 voti da assegnare. Se andassero a Barbara Saltamartini, la stessa sarebbe eletta nel collegio uninominale di Guidonia Montecelio. In questo modo Claudio Durigon entrerebbe a Montecitorio come primo nel proporzionale di Guidonia Montecelio. E si libererebbe un posto nel plurinominale di Frosinone-Latina. Per Fabio Forte. Dopo due anni di “battaglia” durissima, non va come l’ex sindaco di Arpino sperava. Niente elezione alla Camera dunque.
Commenterà Fabio Forte: “A mio giudizio è stato sconfessato l’esito del voto”. Nel frattempo Francesco Zicchieri lo aveva sollevato dall’incarico di coordinatore provinciale della Lega, non senza polemiche esplosive tra i due.
Fabio Forte è un politico vero. La candidatura alle regionali nella lista di Francesco Rocca potrebbe rappresentare un’occasione di riscatto. La politica, come la vita, spesso restituisce ciò che ti ha tolto. In modo inaspettato. L’attimo va colto.