L’era Zingaretti sta per finire. Tra meno di un anno, ad aprile, scadrà anche il secondo quinquennio per il presidente alla guida della Regione Lazio e sono già partite le operazioni per designare chi concorrerà alla sua successione. Per ora i nomi sicuri sono due ed entrambi del Pd: il vicepresidente del Lazio e assessore al Bilancio, Daniele Leodori, e l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Quest’ultimo ha ufficialmente lanciato la candidatura la scorsa settimana annunciando la propria disponibilità a scendere in campo per le primarie, durante un convegno in una struttura calcistica di Roma alla presenza di politici (come il consigliere dem Emiliano Minnucci, il presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, la senatrice del Pd e moglie dello stesso Montino, Monica Cirinnà), amministratori (il neo dg di Capitale Lavoro, società in house della Città Metropolitana di Roma, Antonio Rosati) e personalità del mondo della sanità. Pronto ad appoggiarlo ci sarebbe anche il presidente della commissione regionale Sanità, Rodolfo Lena.
IL DUELLO APPENA INIZIATO
Alla Pisana crescono i rumors su un blocco che si starebbe formando attorno alla figura di Leodori. Ne farebbero parte l’attuale maggioranza (che va dalla sinistra a Calenda e Italia Viva passando per il M5S), una parte consistente di Forza Italia, Cambiamo con Toti e alcuni leghisti moderati. Tutti insieme per costruire un’alleanza in stile governo Draghi. Diversi i nomi accostati al vicepresidente della Regione: il consigliere leghista Pino Cangemi, il consigliere di Forza Italia Enrico Cavallari e Laura Cartaginese. Il centrodestra, come dimostrano le amministrative nel Lazio, si presenta diviso da nord a sud. Clamorosa la vicenda delle elezioni comunali a Viterbo dove una parte di Forza Italia, guidata dal coordinatore regionale Claudio Fazzone, sosterrà attraverso liste civiche la candidata del centrosinistra Alessandra Troncarelli, assessore regionale in quota Pd. Si tratta di fatto di un altro tassello che va nella direzione dell’asse venutosi a creare fra il senatore Fazzone e Bruno Astorre. Un’alleanza che ha prodotto il governo di grande coalizione nel Comune di Latina. Possibile se non probabile un ingresso in giunta degli azzurri, che nel capoluogo pontino vorrebbero cominciare a pesare in termini di responsabilità di governo. Proprio la corrente politica di Forza Italia, protagonista di questa fase (soprattutto a Viterbo e Latina) starebbe lavorando per una lista di moderati a sostegno di Leodori, alla quale si aggregherebbe Italia Viva, praticamente messa alla porta dalla Federazione formata da Calenda e da +Europa.
LA VARIABILE LETTA
Un quadro che sembra avere una sua linearità ma che al contempo rischia fortemente di scontrarsi con un ostacolo rilevante: Enrico Letta. Il segretario del Pd starebbe lavorando per una candidatura unica in vista delle primarie. Un unico aspirante governatore necessario per chiudere un accordo politico più ampio che riguarderebbe anche la segreteria romana e regionale del partito, nonché i collegi delle prossime elezioni nazionali. Se non si dovesse trovare un accordo, l’intervento di Letta sarà inevitabile e già circola il nome che potrebbe essere messo in campo per sparigliare: Enrico Gasbarra. L’ex deputato ed eurodeputato, già presidente della ex Provincia di Roma, vicesindaco della Capitale e di recente consigliere politico di Roberto Gualtieri al Mef, è stimato da tutti e sembra avere anche le credenziali giuste per compiere la missione più complicata: tenere insieme Calenda, i 5 Stelle, la sinistra e le forze moderate del centrodestra. Un compito al quale saranno chiamati anche lo stesso Letta e il segretario regionale dem, Bruno Astorre.