Si attendeva Mattia Furlani, il golden boy del nostro movimento, ma sul gradino più alto del podio di Cali, ai mondiali under 20 di atletica, è salita una lanciatrice. Rachele Mori, nipote d’arte, perché lo zio è quel Fabrizio che sui 400 hs vinse l’oro ai mondiali senior nel 1999, era la primatista stagionale di categoria e la favorita della competizione. A conferma del grande fermento che c’è in Italia in questa specialità, dopo il quarto posto di Sara Fantini ai mondiali dei grandi, è arrivata la bordata di Rachele, che le ha consentito di tenere a rispettosa distanza (oltre 4 metri) tutte le altre partecipanti e ha regalato all’Italia il sesto oro della storia delle 19 edizioni. L’avversaria più agguerrita è stata l’ansia, che la livornese ha dovuto gestire per via delle quattro ore di stop della gara, causate dal maltempo. In quattro ore sono tanti i dubbi e le paure che possono d’improvviso popolare la mente di un’atleta che è la favorita e che è già in testa alla gara. Al rientro nello stadio però il braccio di Rachele Bruni non ha tremato e in un crescendo entusiasmante sono arrivati prima i 65 metri e poi il 67,21 che ha scavato un solco incolmabile tra la toscana e le altre ragazze. Grande gioia per Nicola Vizzoni, che nel martello fu argento olimpico, e per zio Fabrizio, che ha sofferto più di quando gareggiava tra gli ostacoli bassi, scrivendo la storia della disciplina. Donne in evidenza nella rassegna colombiana perché dal nubifragio di Cali è piovuta per l’Italia un’altra medaglia al femminile. A planare sul bronzo del salto in lungo è stata Marta Amani, che al sesto salto, noncurante della pioggia, ha stabilito con 6,52 il nuovo record personale che le è valso la terza moneta. Tre posizioni guadagnate proprio all’ultimo assalto, grazie a una concentrazione feroce e a una tenacia indomabile. Hanno fatto bene, finendo ai piedi del podio, anche le nostre due staffette veloci. La 4X100 uomini, con Longobardi, Tonella, Malvezzi e Faggin, ha chiuso al quarto posto, in 39”77, a due decimi esatti dal bronzo degli Stati Uniti. A vincere, un po’ a sorpresa, è stato il Giappone. Quinto posto invece per le ragazze, che hanno schierato Bertello, Galuppi, Musica e Angiolini. Anche in questo caso il 44”79 dista due decimi esatti dal podio, con le colombiane padrone di casa sul terzo gradino, ma molto distanti da Giamaica (al nuovo record del mondo) e Stati Uniti. Non è riuscito a salire sul podio il nostro giovane fenomeno Mattia Furlani, che dopo il settimo posto nel lungo ha chiuso ottavo nel salto in alto. In una gara condizionata dal maltempo, il nostro atleta si è fermato a 2,05, molto distante dalle sue misure abituali. Peccato, perché per l’oro sarebbe bastato un non sensazionale 2,14, quello del giamaicano Pottinger. Sesto e settimo Morseletto e Bruno in una gara di triplo che ha visto i nostri portacolori sfiorare i 16 metri. Nella stratosfera Hibbert, giamaicano volante da 17,27. Oggi conclusione delle gare, con un solo italiano impegnato, Caiani nei 3000 siepi.