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Quello che la campagna elettorale ha già detto: vincitori, sconfitti e personaggi pronti a saltare sul carro del vincitore

Licandro Licantropo
Soltanto in base all’affluenza di domenica capiremo però quanto davvero la città si è appassionata al ballottaggio. Al primo turno è stata del 66,84%: è destinata a scendere, bisognerà vedere fino a che punto
Giugno 24, 2022
Il coordinatore cittadino di FdI, Fabio Tagliaferri e il senatore Massimo Ruspandini

Stasera i comizi di chiusura: Riccardo Mastrangeli a piazzale Kambo a partire dalle 20.30, Domenico Marzi al quartiere Cavoni alle 21. Soltanto in base all’affluenza di domenica capiremo però quanto davvero la città si è appassionata al ballottaggio. Al primo turno è stata del 66,84%: è destinata a scendere, bisognerà vedere fino a che punto. Il fair play è saltato da tempo, ma entrambi gli sfidanti si stanno muovendo sulla base di strategie precise. Domenico Marzi è intelligente e scaltro: vuole mantenere alto il livello di attenzione e abbandonare un faccia a faccia televisivo fa parte del gioco. Basta leggere i commenti su facebook al suo post di ieri. Due in modo particolare: di Angelo Pizzutelli e Francesco Trina, politici locali “navigati”. Hanno scritto: “Forza Memmo, contro tutto e contro tutti”.

E’ il messaggio che si è voluto far passare al ballottaggio, l’unico possibile dopo che il primo turno si è chiuso con Mastrangeli avanti di dieci punti. Dare l’idea di una rimonta che è quasi una missione impossibile.

Perfino la richiesta continua del confronto in piazza tende a questo: l’ex sindaco lo ha fissato per oggi alle 18 a piazzale Vittorio Veneto.

Riccardo Mastrangeli è altrettanto navigato: ha dovuto motivare i suoi a non mollare dopo aver sfiorato il successo il 12 giugno, ha tenuto la scena per far capire che non è soltanto il candidato sindaco ma pure il leader della coalizione, ha retto dal punto di vista nervoso evitando, come dicono nella capitale, di buttarla in caciara.

Domenica decideranno i cittadini, ma se saranno meno o poco più del 50%, allora a Frosinone ci sarà un serio problema di partecipazione democratica. 

FRATELLI D’ITALIA, LE PRIMARIE E LA LEGA

Fabio Tagliaferri con il candidato sindaco del centrodestra, Riccardo Mastrangeli

Comunque finisca il ballottaggio, la lunga campagna elettorale ha detto già molte cose. Nel centrodestra, per esempio, è emersa in modo netto la maturità politica di Fratelli d’Italia, soprattutto del senatore e leader provinciale Massimo Ruspandini e del portavoce cittadino Fabio Tagliaferri.

A metà febbraio sono stati loro a concludere l’accordo con Riccardo Mastrangeli dopo che nei mesi precedenti lo strappo con Ottaviani era stato netto: dalla revoca di Tagliaferri come assessore a tutto il resto. A Roma Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida e Paolo Trancassini non avrebbero obiettato nulla se FdI avesse deciso di rompere e di andare con un proprio candidato sindaco. Ruspandini e Tagliaferri non lo hanno fatto, restando in coalizione, aumentando di parecchio i voti di cinque anni fa. Dimostrando lealtà, coerenza, serietà. Il risultato politico è che Fratelli d’Italia è il partito leader del centrodestra pure a Frosinone

Le primarie, volute da Nicola Ottaviani, erano scontate in partenza e non hanno avuto senso politico. Bravo Riccardo Mastrangeli ad archiviarle in fretta dopo averle stravinte. Quando Matteo Salvini, nella sua prima visita a Frosinone, ha parlato di due liste della Lega (includendo la civica di Ottaviani, coordinatore provinciale del partito), si è capita la difficoltà del Carroccio. Infatti la Lista Ottaviani è la seconda forza politica della città dietro al Pd, mentre la Lega ha raccolto pochissimo. Salvini lo sapeva e ormai è abituato ad arrivare parecchio dietro a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: ha rispolverato la storiella della volpe e l’uva in versione 4.0. 

Nel centrodestra ottimo risultato della Lista per Frosinone di Antonio Scaccia, uno pratico e concreto. Arretramento evidente di Forza Italia, ma Adriano Piacentini non poteva fare di più. All’altezza la Lista Mastrangeli, deludente Frosinone Capoluogo.

IL CAMPO LARGO E IL CAMBIO DEL CANDIDATO

Il candidato a sindaco del centrosinistra Domenico Marzi con Francesco De Angelis

Francesco De Angelis ha dimostrato di avere “attributi” notevoli. Quando a fine gennaio Cinque Stelle e Frosinone in Comune hanno silurato la candidatura a sindaco di Mauro Vicano e le possibili primarie, nessuno avrebbe scommesso qualcosa sul centrosinistra. Francesco De Angelis non ha battuto ciglio, ha convinto (non senza difficoltà e diversi rifiuti iniziali) Domenico Marzi a candidarsi e l’ex sindaco è riuscito a portare l’alleanza al ballottaggio. Un risultato non di poco conto, specialmente se consideriamo il fallimento del progetto politico del Campo largo, imposto a Frosinone da Nicola Zingaretti per salvaguardare l’asse con i Cinque Stelle nella prospettiva delle regionali. Considerando che i pentastellati hanno raccolto “l’uno virgola” a Frosinone e che adesso sono alle prese con uno “scisma” fortissimo, è andata di lusso. 

Mauro Vicano non aveva sognato di poter essere il candidato sindaco: c’erano stati diversi incontri (ai quali aveva partecipato pure il segretario regionale Bruno Astorre) e cene a casa di De Angelis per preparare la sua discesa in campo. E’ stato stoppato e silurato, costringendo De Angelis a “reinventare” squadra e modulo. Un pasticcio politico dei livelli regionali del Pd.

SOCIALISTI E AZIONE

L’episodio chiave è avvenuto a febbraio, quando la delegazione socialista guidata fa Gian Franco Schietroma ha lasciato la riunione in corso nella sede della federazione provinciale del Pd, dopo un durissimo attacco di Francesco De Angelis. Il Psi ha sfiorato il 6% con Vincenzo Iacovissi, ma la situazione non tornerà quella di prima nel centrosinistra frusinate. Ai Socialisti non interessano gli equilibri regionali: hanno detto no ad una coalizione nella quale il Pd continua a preferire i Cinque Stelle e i fuoriusciti dal centrodestra. Dopo quella rottura Gian Franco Schietroma ha posto il problema: vincere, per fare cosa? L’unità a sinistra è un pallido ricordo. 

Al ballottaggio Vicano, le liste della sua coalizione, Alessandra Sardellitti e i candidati della lista di Azione hanno dichiarato il proprio appoggio per Riccardo Mastrangeli

Antonello Antonellis, segretario provinciale del partito di Carlo Calenda, ha cercato (invano) di modificare la linea parlando di libertà di voto in un tentativo gattopardesco di accreditarsi laddove non l’avrebbe seguito nessuno.

Tentativo fatto al termine di una campagna elettorale (quella di Azione) penalizzata proprio dall’inconsistenza organizzativa e dalle difficoltà di aggregazione dimostrate della struttura provinciale del partito. 

Le amministrative di Frosinone hanno quindi già emesso diversi “verdetti”. Manca quello finale, il più importante, riguardante la scelta del sindaco. Domenica notte cercheranno di saltare tutti sul carro del vincitore. Toccherà a Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi (dipende da chi indosserà la fascia tricolore), finita la festa, ricordare che un conto sono e saranno i fedelissimi della prima ora, un altro i personaggi in cerca d’autore arrivati a tempo scaduto.

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