Via libera del Consiglio provinciale al documento che fissa le regole di autorganizzazione dell’ente Provincia a Latina. Il Regolamento si compone di 59 articoli ed aggiorna completamente il precedente, sulla scorta delle disposizioni della legge Del Rio che ha modificato organi e compiti delle Province.
“La Provincia ha compito un ulteriore passo avanti nella modernizzazione degli strumenti che regolamentano il funzionamento dell’ente e dei suoi organismi -ha affermato il presidente Gerardo Stefanelli– con l’approvazione del nuovo Regolamento per il funzionamento del Consiglio provinciale colmiamo un evidente vuoto considerato che le norme attualmente in vigore risalgono al 2004 e risultano quindi ampiamente superate e non al passo con le diverse esigenze dell’amministrazione.
Questo documento rappresenta uno dei punti principali delle linee del mio mandato da presidente perché ridefinisce ruoli e funzioni dello stesso presidente, dei consiglieri e delle Commissioni sulla scorta delle radicali modifiche intervenute con la legge Del Rio nell’assegnazione dei poteri alle Province.
Uno strumento al passo con i tempi per rendere più efficiente l’azione amministrativa così come richiesto dalle norme più recenti: se nelle intenzioni di quelle norme l’ente doveva sparire oggi siamo invece chiamati a governare il cambiamento alla luce degli eventi recenti e del Covid che ci ha obbligato a ripensare il modello di sviluppo introducendo anche la modalità di lavoro da remoto.
Tra le novità contenute nel testo – conclude – c’è anche quella relativa alla riunione del Consiglio in videoconferenza, una modalità introdotta in conseguenza della pandemia e dettata dall’esigenza di limitare i contatti, che sarà consentita in particolari circostanze. E che comunque appariva necessaria”.
CAMBIAMENTO NECESSARIO
Le Province hanno compiuto un percorso di trasformazione che le ha portate ad assumere il ruolo di enti dello sviluppo locale con alta propensione alla spesa d’investimento, di semplificazione, di promozione, di coordinamento degli attori socioeconomici del territorio, di assistenza e sostegno ai Comuni.
Ora andrebbe sostenuto questo percorso sul piano legislativo attraverso norme che facciano chiarezza e interventi mirati per consolidare la costruzione di una Provincia nuova, istituzione della semplificazione e degli investimenti. L’obiettivo dovrebbe essere quello di assicurare a tutte le Province strumenti e mezzi per garantire ai territori amministrati servizi eccellenti e in grado di sostenere la ripresa economica, occupazionale e sociale.
L’immobilismo legislativo e amministrativo di questi anni è stato stigmatizzato dalla Corte costituzionale che, con la sentenza n. 240/2021, ha sostenuto che “la mancata approvazione di una riforma costituzionale può essere letta in un solo modo costituzionalmente corretto: le Province sono nell’elenco degli enti costitutivi della Repubblica e ad esse si applica appieno il principio di sussidiarietà verticale di cui all’art. 118 della Costituzione.
Esse devono quindi essere titolari di funzioni proprie, cioè di funzioni che non possono essere attribuite ai Comuni. Le funzioni provinciali sono funzioni di area vasta, sovracomunali e non intercomunali. I giudici costituzionali dunque suggeriscono un intervento legislativo.