Angelo Aliquò, come ampiamente previsto, lascia l’Asl di Frosinone e andrà a dirigere lo Spallanzani di Roma presumibilmente fino al termine del suo contratto con la Regione Lazio.
Ancora una volta e forse anche in misura maggiore rispetto alle precedenti esperienze il territorio registra la voce “nulla” rispetto all’opera di un capo-azienda che non potrà essere ricordato per nessun concreto risultato di cui rimarrà traccia nella storia della nostra bistrattata azienda sanitaria.
D’altronde il centrosinistra che negli ultimi dieci anni ha governato la Regione in nome di una non meglio specificata considerazione di “superiorità a prescindere” delle professionalità provenienti da fuori e prono ai voleri della classe dirigente della capitale ha sempre assecondato la nomina di direttori generali il cui unico scopo era quello di “parcheggiarsi” comodamente qualche mese qui in attesa di assaporare il gusto di poltrone romane più prestigiose, meglio retribuite e utili alle loro carriere manageriali. Ben 4 direttori generali durante l’epoca Zingaretti sono rimasti alla guida dell’azienda di via Armando Fabi per periodi brevissimi (un anno o poco più): Isabella Mastrobuono, Stefano Lo Russo, Pierpaola D’Alessandro e l’ultimo, Angelo Aliquò che lascia in seguito al decreto emesso ieri dalla Regione.
A prescindere dal “provincialismo” della nostra politica mai capace di opporsi seriamente alle logiche “romanocentriche” che hanno sempre considerato la nostra importantissima azienda sanitaria come terreno ideale per strategici avanzamenti di carriere ciò che oggettivamente è sotto gli occhi di tutti è il disastro gestionale che accomuna nel malcontento i medici, gli operatori e soprattutto gli utenti.
Dalla catastrofe dei pronto soccorso alle incredibili scelte fatte in era Covid sull’asse Alatri-Frosinone, dalla cronica mancanza di medici e infermieri alle discutibilissime e politicizzate nomine di alcuni primari l’Asl di Frosinone ha toccato, negli ultimi anni, il punto più basso.
Ora a Roma si pensa al commissariamento. Il nome in pole-position è quello di Sabrina Pulvirenti. Se il nome venisse confermato il sospetto più che fondato sarebbe quello di una nuova nomina, questa volta della giunta Rocca, nel segno della continuità con quella di Zingaretti: con gli uffici di via Fabi pronti ad essere utilizzati, ancora una volta, per contare i giorni mancanti per raggiungere la Capitale.