Nicola Procaccini è tra i pochi ad aver intuito da molto tempo l’importanza delle elezioni europee e della posta in palio. “Il tiro a segno contro il governo Meloni è partito subito. E oggi c’è il rischio di diventare il bersaglio di tutta la Ue perché la leader di FdI rappresenta un modello politico unico” ha affermato Procaccini. Per l’europarlamentare di FdI la sinistra ha solo un modo per vincere: spezzettare il centrodestra, “solo così può governare, pur essendo minoranza”. La sfida è dura. Ma sarà entusiasmante, la battaglia di tutte le battaglie”.
MODELLO CONFEDERALE
Procaccini ha recentemente sottolineato quello che dovrebbe essere l’obiettivo del partito conservatore, ovvero il modello confederale. La destra pensa a un federalismo che va dal centro alla periferia. “La sinistra parte dalle nazioni per trasferire poteri a un Super Stato che nessuno ha votato né mai voluto -ha affermato Procaccini- su questo non accettiamo lezioni, noi inneggiavamo all’Unione europea mentre altri all’Unione sovietica. Difficile dire come andrà a finire. Ma di sicuro l’Europa sta andando verso destra”.
La due giorni “Italian Conservatism. The future of Europe”, organizzata da Fondazione Tatarella, Nazione Futura e The European Conservative, all’hotel Nazionale a Roma è servita per analizzare nel dettaglio il grande progetto europeo che vede Fratelli d’Italia nel ruolo di tassello fondamentale del mosaico.
Fabrizio Tatarella ha sottolineato la strategia della politica conservatrice, dopo la destra neofascista e post fascista e quella di Alleanza nazionale. Anche grazie alla lezione di Pinuccio Tatarella oggi Meloni può aprire la strada alla destra conservatrice. “In Italia finalmente ci sono le condizioni e lo spazio politico per la nascita di un partito conservatore di massa.
Prima non avevamo diritto di cittadinanza politica e metapolitica, anche se questo Paese dal ’48 in poi è sempre stato un Paese conservatore moderato e liberale. Ma la sinistra è riuscita con l’aiutino da casa, senza vincere mai le elezioni, a impedire la svolta. Ora l’aiutino si chiama Europa, la campagna elettorale è già nel vivo. Vogliono impedire che venga esportato il modello Meloni, quello di Pinuccio, affinché la destra si saldi al centro. Ora dopo 30 anni possiamo restituire lo schiaffo e l’umiliazione internazionale del 1994 e passare dall’irrilevanza al governo delle istituzioni comunitarie”.
RIDIMENSIONARE L’EUROBUROCRAZIA
Insomma il traguardo è un modello confederale e non uno stato unico. Un’entità con al centro i cittadini che possano esprimere, con un voto, il presidente della Commissione. Un paniere di alleanze da far decantare con attenzione dopo il risultato elettorale della prossima primavera, nella consapevolezza che la strategia progettata dal gruppo di Ecr, con alla guida il premier italiano Giorgia Meloni, non è figlia dell’improvvisazione “elettorale”, ma studiata con attenzione e basata sulle identità nazionali all’interno di un contesto di competenze, nazionali ed europee.
L’Europa deve poter affermare la propria agenda politica e i propri valori dal punto di vista culturale e sociale. Diventa essenziale per il progetto che i conservatori possano rafforzare la propria presenza al Parlamento europeo con le prossime elezioni. Per Fratelli d’Italia e l’Ecr, l’Unione Europea dovrebbe essere meno invadente rispetto alla quotidianità dei cittadini e occuparsi solo di grandi questioni geopolitiche, in modo da valorizzare il ruolo delle nazioni al suo interno. Un’unione di alleanza di popoli, liberi e sovrani, e non una miriade di leggi e regolamenti che, troppo spesso, pervadono la quotidianità dei cittadini europei dimenticandosi invece delle loro principali esigenze.