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Plebiscito per Leodori alla guida del Pd nel Lazio, proprio nel giorno dello strappo di D’Amato contro Elly Schlein. Tajani allontana il Congresso, Marina Berlusconi si prepara

Licandro Licantropo
Giugno 19, 2023
Daniele Leodori, eletto segretario regionale del Pd

Daniele Leodori segretario regionale del Pd con un plebiscito, nel giorno in cui Alessio D’Amato lascia l’assemblea nazionale del partito in aperta polemica con la linea di Elly Schlein, impaziente di “riabbracciare” Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle in un Campo largo seppellito da mesi. I due, Leodori e D’Amato, sono stati i principali protagonisti dei dieci anni di Giunta Zingaretti alla Regione Lazio. La pensano diversamente, ma questo non ha impedito loro di collaborare. Adesso però è la visione stessa del partito ad essere in discussione. Finita la (brevissima) luna di miele, le posizioni della Schlein appaiono come un corpo estraneo nel Partito Democratico, condannato sempre più alle sconfitte elettorali e alle fratture interne. Oltre all’irrilevanza politica.

Per D’Amato, che è stato candidato alla presidenza della Regione Lazio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata rappresentata dalla partecipazione della leader del partito alla manifestazione dei Cinque Stelle durante la quale Grillo ha parlato di brigate (di cittadinanza) e di passamontagna. Troppo per l’ex assessore regionale alla sanità. Su Twitter ha “cinguettato”: “Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’assemblea nazionale del Pd. Brigate e passamontagna anche No. E’ stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5 Stelle. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica”. Uno strappo netto e forte, che evidenzia tutto il malumore che serpeggia in ampi settori del Partito Democratico. Secondo alcuni rumors perfino Dario Franceschini, il signore delle correnti che pure ha sostenuto la Schlein, ha ormai dei dubbi sulla linea politica della segretaria.

Daniele Leodori non ha avuto problemi alle primarie del Lazio, alle quali hanno partecipato circa 50.000 persone. L’ex vicepresidente della Regione ha vinto con il 95% dei consensi. Non c’è stata partita con Mariano Angelucci. Ha detto Leodori: “Ringrazio il popolo del Pd che mi ha indicato ai gazebo come nuovo segretario regionale. Tante persone hanno aderito a questa bella giornata di democrazia. Ora al lavoro, insieme, per un partito all’altezza delle nuove sfide che abbiamo davanti: lavoro, giustizia sociale e ambientale, diritti”.

Leodori ha raccolto l’eredità politica dell’amico Bruno Astorre, tragicamente scomparso qualche mese fa.  E’ stato vicepresidente di Nicola Zingaretti, ma ha un’impostazione molto diversa dall’ex Governatore: innanzitutto è meno spostato a sinistra, quindi proverà a dare vita ad un modello moderato e riformista. Elly Schlein ha vinto le primarie “contro” la maggioranza degli stessi iscritti del partito, che si erano espressi per Stefano Bonaccini. Daniele Leodori invece si propone di essere l’uomo indicato dal partito con un consenso plebiscitario. Con lui ci sono tutte le correnti e questo dimostra le capacità di mediazione e il carisma di Leodori. Doveva essere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, poi le cose sono andate in maniera diversa. E’ stato scelto Alessio D’Amato, mai davvero in partita contro Francesco Rocca.  Daniele Leodori ripartirà dalla politica e ha come orizzonte le europee del 2024, tra un anno. Siccome si voterà con il proporzionale, l’ossessione delle alleanze non c’è. Conoscendo Daniele Leodori, non è escluso che il suo modello possa alla fine rappresentare perfino un’alternativa interna credibile a quello dei Elly Schlein, in evidente difficoltà.

TAJANI E MARINA BERLUSCONI

Si ricomincia da Silvio Berlusconi: il suo nome sarà nel simbolo e la famiglia, attraverso una telefonata di Marina, ha assicurato sostegno al partito. Politico ma soprattutto economico. Toccherà ad Antonio Tajani  cercare di portare gli “azzurri” alle europee senza troppi scossoni. Nessuno si aspetta una passeggiata. Sono tutti consapevoli che senza un impegno diretto da parte dei figli del fondatore per Forza Italia sarà complicato. In questi giorni si era parlato molto dell’ultimogenito Luigi, qualcuno aveva azzardato Barbara. Mentre per il seggio vacante nel collegio di Monza c’è chi ha suggerito il nome del fratello Paolo. In realtà è Marina il “centro” dell’universo berlusconiano. Da sempre. Finora ha sempre escluso un passo in avanti, ma la situazione è cambiata radicalmente. Ha detto Antonio Tajani in un’intervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera: “Siamo saldamente nella maggioranza, in crescita nei sondaggi, abbiamo ottimi rapporti con Lega e Fratelli d’Italia: ma perché la gente dovrebbe scappare? Per andare dove? Semmai possiamo essere noi un polo di attrazione di profili liberali, cattolici, di intellettuali, come fece Berlusconi nell’epoca dei “professori”. I presidenti di Regione sono una risorsa preziosa, come i sindaci. Figuriamoci se io, che vengono dal territorio dove ho sempre cercato i voti uno ad uno, non capisco il peso di chi lo guida e chi ci lavora. Poi, per statuto, vedremo come organizzarci”. Quando si celebrerà il congresso? Ha risposto Tajani: “Vedremo, certamente non prima del prossimo anno, ma il lavoro per le Europee e per il radicamento sul territorio, il tesseramento, l’ampliamento del nostro partito, dobbiamo iniziarlo subito”.

Per il coordinatore nazionale “non bisogna disperdere il consenso che ci sta arrivando sull’onda emotiva della grandezza della figura di Berlusconi, gli organigrammi contano poco”. Ragionamento chiarissimo: si riparte da Berlusconi, il cui nome resterà nel simbolo. La novità è rappresentata da un possibile impegno in prima persona di Marina Berlusconi, che cambierebbe tutto.

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