Il problema della carenza di personale sanitario appare sempre più grave. Fioccano le denunce, non ultima la Cisl che chiama in causa l’Asl di Latina. “La situazione di carenza di organico del personale di Latina ha assunto una dimensione gravissima. Da 900 dipendenti circa si è ridotto a 420 unità. Se è apprezzabile la partenza della macchina concorsuale è innegabile che questo momento di reclutamento si innesca con grave ritardo”.
Questo quanto dichiarato, in una nota, da Raffaele Paciocca, Segretario Cisl Funzione Pubblica Latina, da sempre molto attento alle esigenze dei lavoratori del comparto. “Abbiamo firmato un Contratto Decentrato –ha proseguito il segretario– per riconoscere questo sforzo e questo plusvalore del lavoro dei dipendenti, ma l’Amministrazione, tranne che in rari casi ,non lo ha attuato. Progressioni economiche bloccate, indennità non liquidate, politiche incentivanti e premiali, vanificate. Ci appelliamo ad un intervento, autorevole, del Commissario Straordinario, a cui abbiamo chiesto un incontro urgente proprio alla scopo di salvaguardare i diritti di tutti i lavoratori ed il mantenimento di corrette relazioni sindacali. Abbiamo mostrato grande senso di responsabilità, aspettandoci di vedere realizzato ciò che ci siamo prefissati. Non si può portare nella sessione trattante,un progetto, che sottrae risorse a tutti i dipendenti, per assolvere adempimenti normali ed ordinari. Chiediamo l’applicazione del Contratto Decentrato sottoscritto da Cgil, Cisl e Csa, nel Luglio del 2021.I dipendenti sono di fronte ad una grossa perdita del potere di acquisto dei loro salari e la corretta applicazione del Contratto Decentrato del 2021,è un atto di giustizia sociale. Siamo certi che il Comune individui dove si sono annidate le inerzie e le insegua, ma ai lavoratori deve rispondere immediatamente, erogando gli istituti già finanziati nell’anno 2021 e regolarmente contrattati. Non desideriamo scuse o giustificazioni a 15 mesi dalla firma del Contratto. Auspichiamo che il confronto con il Commissario sia tempestivo in quanto dobbiamo chiudere processi premiali ed incentivanti entro pochi giorni”.
PROBLEMA STRUTTURALE
Il quadro purtroppo non è affatto roseo. La disponibilità di operatori soprattutto in alcune specializzazioni rimane uno degli aspetti più delicati della fase attuale.
Nei prossimi anni mancheranno specialisti ed urge aumentare il loro numero. Vi è già da tempo una grave carenza di alcune figure mediche importanti, pensiamo agli anestesisti, ai ginecologi, ai pediatri, ai cardiologi, come pure agli ortopedici, ai geriatri e ai medici di medicina d’urgenza. La mancanza di specialisti determina in molti ospedali seri problemi di funzionamento, nei grandi centri urbani come pure nelle piccole realtà di provincia, dove c’è il rischio reale di chiudere i servizi. Ma c’è l’esigenza di aprire una fase nuova. Serve una programmazione anche pluriennale, fatta di investimenti in nuove strutture sanitarie, ulteriori assunzioni per potenziare il personale medico ed infermieristico, rafforzando possibilmente i servizi territoriali, colmando le lacune accumulate in questi anni.
Bisogna sempre ricordarsi che gli utenti, soprattutto delle realtà più periferiche, non vanno abbandonati a sé stessi. I cittadini non possono essere considerati alla stregua di numeri, bensì come persone i cui diritti devono essere le nostre priorità.