Dall’Unione europea è arrivato il via libera al riconoscimento di cinque nuove aree del Lazio dove saranno permessi aiuti di Stato. Tra queste, zone strategiche della provincia di Latina, come quella del capoluogo e l’asse Fondi-Gaeta. In questi ambiti le imprese potranno accedere ai finanziamenti a fondo perduto. Diversi centri erano già entrati nella Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale, con la quale vengono individuate alcune zone del Lazio in difficoltà e per le quali è possibile chiedere all’Unione Europea una deroga circa gli aiuti di Stato alle imprese.
Hanno i requisiti la zona di Latina, per una popolazione totale di 150.000 abitanti. Una zona “caratterizzata da un’elevata concentrazione di imprese del settore farmaceutico e biomedicale di particolare rilevanza nel momento attuale, e da una elevata concentrazione di imprese del settore agroindustriale”.
C’è poi la zona Fondi-Gaeta per una popolazione totale di 104.733 abitanti, “zona caratterizzata da un’elevata concentrazione di imprese del settore agro industriale”, e infine le isole pontine, 3.946 abitanti in tutto, “in considerazione dell’isolamento geografico”.
La Commissione europea, in deroga alle norme sugli aiuti di Stato, definisce le zone che possono ottenere sotto forma di credito d’imposta, contributi superiori alla norma, con una intensità variabile che è del 10% per le grandi imprese, del 20% per le medie e del 30% per le piccole imprese.
L’esito favorevole alla concessione di questi aiuti di Stato è d’altronde il frutto di un iter durato circa 2 anni, che ha visto una collaborazione assidua fra la Regione Lazio e Unindustria. Già a novembre la giunta Zingaretti aveva approvato la proposta di una nuova definizione delle ‘zone non predefinite’, in accoglimento alle richieste di Unindustria. Il 18 marzo scorso la Commissione europea ha dato l’ok definitivo.
In questo modo le imprese che ricadono dentro la mappa possono accedere a misure di aiuto fino a ieri precluse, perché potranno usufruire delle deroghe concesse dall’Unione europea per migliorare la competitività dei territori, le prospettive di crescita e i tassi di occupazione.
“L’approvazione della Carta europea degli Aiuti di Stato a finalità regionale apre nuove opportunità di sostegno agli investimenti in molte zone produttive della regione, anche per le grandi imprese. Come Unindustria siamo orgogliosi del risultato, frutto anche del nostro lavoro di analisi e proposta per la definizione dei perimetri” ha affermato Angelo Camilli, presidente di Unindustria.
La speranza è che nel quinquennio 2022-2027, ovvero il lasso temporale previsto dalla nuova programmazione europea, imprese medio grandi oltre che piccole tornino ad investire in provincia di Latina, accedendo a bandi pubblici.
LATINA ED IL SUPPORTO DELLA REGIONE
Anche la Regione Lazio ha dato un forte impulso al sostegno ‘europeo’ in favore della provincia di Latina. L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Turismo, Università, Ricerca, Startup e Innovazione, Paolo Orneli è stato molto chiaro.
“Il nuovo Piano Regionale del FESR sarà un programma molto più ricco che in passato; con queste risorse sosterremo un modello di sviluppo incentrato su ricerca, digitalizzazione, sostenibilità e valorizzazione degli asset territoriali con iniziative che si rivolgeranno a imprese, organismi di ricerca ed enti locali -ha affermato Orneli- In provincia di Latina arriveranno tante risorse che non devono andare disperse e grazie alle quali la Regione sosterrà attività di ricerca e sviluppo, infrastrutture aperte per la ricerca e laboratori, dove le imprese, soprattutto quelle più tecnologiche, troveranno tutti gli strumenti necessari a realizzare i loro progetti.
Grazie a questi fondi nascerà il Latina Innovation Center, un punto di incontro importante, perché abbiamo bisogno di luoghi dove la ricerca incontra il mondo imprenditoriale. C’è molto lavoro da fare ma insieme possiamo vincere la sfida e costruire un futuro diverso, un nuovo modello di sviluppo, creare un nuovo paradigma di sviluppo riducendo le diseguaglianze territoriali e creando benessere e occupazione di qualità.
IL NODO INFRASTRUTTURALE
Restano ancora irrisolti alcuni fondamentali nodi infrastrutturali che assillano il territorio pontino. Ad oggi non è ancora chiaro il cronoprogramma della Regione Lazio sulle opere viarie annunciate, ma sostanzialmente impantanate nelle secche della burocrazia romana. Si attende da settimane una chiara presa di posizione del presidente Zingaretti, che però è clamorosamente mancata. Non solo sulla Roma-Latina ma anche sulla bretella Cisterna-Valmontone. E l’iter per completare soprattutto la seconda infrastruttura sembrerebbe più in discesa rispetto al più complesso intervento autostradale della Roma-Latina.
Stando agli annunci fatti durante l’ultima visita nel capoluogo pontino si sarebbe dovuto tenere già entro aprile presso la Prefettura di Latina un vertice per stabilire la road map dell’opera, accelerare le procedure e definire il piano d’intervento. Ma il passaggio auspicato non c’è stato.
Più in generale la cronistoria che caratterizza queste opere, da quasi vent’anni, è segnata da corsi e ricorsi nelle aule dei tribunali, discussioni infinite, speculazioni politiche, che hanno mancato di mettere in primo piano il fatto che non si tratta solo di infrastrutture di trasporto ma di opere che rispondono alle esigenze reali di spostamento di persone e merci nel Lazio, in Italia e in Europa. Ed è il primo tassello verso un concreto ammodernamento e sviluppo per la provincia di Latina e le sue imprese. La mancata realizzazione di queste infrastrutture comporterebbe una sottrazione dei servizi fondamentali per il rilancio economico delle imprese pontine.