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Per chi suona la campana. Capoluogo ad alta tensione

Massimo Pizzuti
Stasera seduta delicata del Consiglio per l’elezione dei membri dell’ufficio di presidenza. A Frosinone in pochi mesi tre consiglieri eletti nelle minoranze sono passati… in maggioranza. E’ il fallimento del centrosinistra. Ma il centrodestra non può sorridere più di tanto: Mastrangeli ha ottenuto quello che voleva, ma la coalizione del 2022 non esiste più.
Novembre 29, 2024
Marco Ferrara

La seduta del consiglio comunale è fissata per le 19.30 di oggi. Poco prima ci sarà una riunione di maggioranza per capire quanti voti ci sono per eleggere Marco Ferrara (Fratelli d’Italia) vicepresidente vicario del consiglio comunale e confermare Francesca Chiappini (Lista per Frosinone) nel ruolo di segretario dell’Ufficio di presidenza. Sulla carta dovrebbero essere 17. Sotto i 15 non si può scendere. La riunione è stata fissata in prima convocazione e la votazione sul punto è a scrutinio segreto. Il centrodestra ha bisogno di certezze, altrimenti meglio rinviare l’argomento.
Le operazioni politiche di questi ultimi tempi sono andate esattamente come voleva Riccardo Mastrangeli. In poche settimane tre consiglieri eletti nelle opposizioni hanno scelto di sostenerlo, facendo arrivare la maggioranza a 17 voti su 33. Francesca Campagiorni (ex Polo Civico) ha aderito a Fratelli d’Italia, primo gruppo in aula con 5 esponenti. Andrea Turriziani (Lista Marini) è ormai il coordinatore provinciale della Dc con Gianfranco Rotondi, parlamentare di FdI. Infatti Turriziani siglerà un patto federativo con Fratelli d’Italia, che in questo modo salirà a 6 rappresentanti in aula. Lucida la strategia di Fabio Tagliaferri. Dall’altro ieri anche Claudio Caparrelli è parte della coalizione: il Polo Civico è tornato nell’alveo di centrodestra, come annunciato dal coordinatore Debora Patrizi e come voluto dal fondatore Gianfranco Pizzutelli. Un ritorno ampiamente previsto, che fino a qualche mese fa sarebbe stato impossibile per via delle posizioni della Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia e di Fratelli d’Italia di Fabio Tagliaferri. Adesso cosa è cambiato? Innanzitutto che il centrodestra non ha più numeri certi dopo lo strappo con i cinque “malpancisti” e le tensioni con i tre di Futura. Né il sindaco né gli altri esponenti della maggioranza vogliono recuperare con gli otto “dissidenti”. Senza i quali sarebbero a 14 (su 33). Con i 3 “rinforzi” delle ultime settimane si è saliti a 17. I malumori restano, ma ci sono due situazioni da tenere a mente. Intanto stasera si vota per i vicepresidenti del consiglio comunale e Fratelli d’Italia a questo punto si aspetta da Mastrangeli il pieno di consensi (17 appunto) sul nome di Marco Ferrara, destinato a subentrare nel ruolo ad Alessia Savo, dimessasi da tempo da consigliere comunale. In secondo luogo c’è una questione di sopravvivenza politica, perché in tanti sanno che nell’eventualità di elezioni anticipate non verrebbero rieletti. Forse neppure ricandidati. Dicevamo che il sindaco Riccardo Mastrangeli è riuscito a fare quello che aveva in mente da almeno un anno: aprire alle opposizioni. Potrebbero arrivarne perfino altri. Ma deve essere chiaro a tutti che il centrodestra è irrimediabilmente cambiato rispetto al 2022 e questa presa d’atto sarà decisiva in futuro, quando si andranno a definire le candidature a sindaco delle prossime comunali.

MINORANZA SCOMPARSA

Parallelamente c’è la colata a picco delle opposizioni di centrosinistra. L’intero Polo Civico è andato via: Francesca Campagiorni in Fratelli d’Italia, Claudio Caparrelli a sostegno di Mastrangeli in quella che potremmo definire “l’area vasta” della Lega. Di Andrea Turriziani abbiamo detto. Tutti e tre tornano in un contesto di centrodestra. L’alleanza che ha sostenuto Domenico Marzi è andata in frantumi da tempo. Il Partito Democratico sta andando per conto proprio da tempo, cercando di preparare il terreno per il 2027, ma si ritrova senza alleanze. La Lista Marzi ha 4 consiglieri, ma ora deve decidere in fretta il da farsi, perché il sostegno a Mastrangeli su determinate e singole delibere ha già portato la civica su un binario morto. Il centrodestra ha stravinto gli ultimi tre appuntamenti elettorali nel capoluogo: 2012, 2017, 2022. La prossima volta potrà permettersi perfino 2 o 3 candidature diverse con un centrosinistra in queste condizioni. Perché, particolare che non va mai dimenticato, il Psi di Gian Franco Schietroma e Vincenzo Iacovissi prosegue da anni per proprio conto ed è in questo momento l’unica forza politica che davvero è all’opposizione senza se e senza ma.
Il Pd non potrà esimersi da una riflessione profonda e cruda. In questi anni ha “bruciato” candidati a sindaco come Domenico Marzi (due volte), Michele Marini, Fabrizio Cristofari. La volta scorsa ha imposto il “contrordine” sull’indicazione di Mauro Vicano, che poi si è rivelato importante nell’accordo al ballottaggio con Mastrangeli. Inoltre, non appena si è palesata l’idea che Francesco De Angelis poteva essere della partita, nel centrosinistra sono aumentati nervosismo e “distinguo”. Un caso? Per niente.

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