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Parlamento Ue, passa la legge natura. Procaccini: “Un’autentica mazzata per agricoltori, pescatori e allevatori”

Marco Battistini
Luglio 13, 2023
Nicola Procaccini

La plenaria del Parlamento europeo ha approvato con 336 voti contro 300 e 13 astensioni la proposta di regolamento Ue sul ripristino della natura, che il fronte di centro destra (Ppe, Ecr e Id) aveva tentato di respingere.  La base del testo votato dall’Eurocamera, con l’approvazione di diversi emendamenti presentati da Renew, si avvicina ora all’accordo del giugno scorso del Consiglio Affari Ambiente. Il via libera del Pe, accolto da un lungo applauso dei gruppi favorevoli, è stato seguito dal voto, altrettanto favorevole, che rinvia la proposta di regolamento in commissione Ambiente: si tratta di un passaggio formale che definisce la posizione negoziale dell’Eurocamera in vista dei triloghi sul testo con Consiglio e Commissione. Dopo la fine dei negoziati interistituzionali il testo tornerà all’Eurocamera. Immediatamente dopo il voto contro il rigetto, accolto con un grande applauso e molto sollievo dagli eurodeputati del centro sinistra e dei Verdi, l’Aula ha approvato diversi emendamenti, a cominciare da quello presentato dal gruppo Renew (Liberali), che riprende in gran parte la posizione negoziale già approvata a maggioranza qualificata (con l’Italia contraria) dal Consiglio Ue dell’Ambiente (in cui ci sono 10 governi a guida Ppe).

PROCACCINI DELUSO

Nicola Procaccini europarlamentare e responsabile Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia ha commentato negativamente l’esito del voto. “La cosiddetta legge “sul ripristino della natura”, approvata dal Parlamento Europeo per una manciata di voti, rappresenta un’autentica mazzata per agricoltori, pescatori, allevatori e in generale per tutti coloro che vivono immersi nella natura -ha affermato Procaccini– Esultano Greta e i nostri pseudo ambientalisti da salotto, ma pretendere di difendere ciò che non si conosce, ciò che non si vive quotidianamente e che si tramanda di generazione in generazione, finisce per creare danni incalcolabili, anche al nostro patrimonio naturale. È quello che accadrà con questo regolamento, se non verranno apportate le necessarie modifiche”

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