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Parco fotovoltaico al Moscardini, assist del Governo alla proposta di Legambiente

Cesidio Vano
L’idea proseguita da diversi mesi da Legambiente e dal locale circolo Il Cigno trova ora una sponda nel decreto ‘energia’
Marzo 9, 2022
decreto energia-proposta legambiente-aeroporto moscardini-fotovoltaico
Impianti fotovoltaici

Un grande parco fotovoltaico nell’area dell’Aeroporto militare di Frosinone. L’idea proseguita da diversi mesi da Legambiente e dal locale circolo Il Cigno trova ora una sponda nel decreto ‘energia’ carato dal Governo per far fronte alla crisi in Ucraina.
Il provvedimento, infatti, individua le aree militari quali spazi idonei all’istallazione di impianti a fonte rinnovabile. Esultano gli ambientalisti: uno strumento normativo a sostegno della realizzazione di un grande parco fotovoltaico all’ex aeroporto militare!

La proposta Legambiente

L’idea era partita da Legambiente in vista del trasferimento in altra sede del 72° Stormo dell’Aeronautica Militare e dell’annessa scuola di volo elicotteristica di Frosinone. Si tratta di una proposta che può essere estesa a molte aree militari in disuso o in via di dismissione presenti in Italia: la realizzazione di parchi solari in questi siti, che è già una realtà in molti Paesi europei, Germania in testa, può facilitare il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema elettrico in un contesto in cui l’individuazione di aree da destinare ai grandi impianti a terra è spesso problematica per ragioni di impatto paesaggistico e di sottrazione dei terreni agli usi agricoli.

L’articolo 20 del decreto energia

Stefano Ceccarelli presidente di Legambiente ‘Il Cigno’ di Frosinone e Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio spiegano: “L’articolo 20 del cosiddetto Decreto Energia prevede che il Ministero della Difesa possa affidare a terzi i beni del demanio militare – per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili -, ricorrendo anche alle risorse del Pnrr. Questa disposizione serve a facilitare l’installazione di moduli fotovoltaici sui tetti delle caserme e sulle coperture dei capannoni ad uso militare, con lo scopo di rendere più resiliente l’apparato di difesa nazionale. Tuttavia, la portata della norma sembra estendersi ben oltre questo obiettivo, in quanto nella definizione di beni sono verosimilmente da includere anche le vaste aree non edificate di pertinenza del Ministero della Difesa quali ad esempio quelle degli ex aeroporti militari.

Significativa è anche la previsione secondo cui l’energia prodotta dagli impianti realizzati ai sensi di
questa norma potrà essere utilizzata da comunità energetiche rinnovabili, così come proposto da Legambiente per il sito di Frosinone. Ma è soprattutto l’ultimo comma dell’articolo a rappresentare una novità di grande rilievo, perché permette di rimuovere uno dei paletti che la burocrazia ha sin qui frapposto per ostacolare lo sviluppo delle rinnovabili in Italia.

La formulazione del testo appare molto netta, ed è in grado di spalancare le porte ad impianti fotovoltaici di grandi dimensioni all’interno delle aree militari: la norma attribuisce infatti senza ambiguità ai beni militari la qualifica di – superfici e aree idonee – ai sensi del D.L. n. 199/2021, bypassando di fatto le normative regionali e superando così l’ostacolo più grande per ogni investitore che voglia oggi realizzare impianti di grossa taglia. Auspichiamo che il Parlamento in sede di conversione in legge, confermi le
previsioni del decreto rimuovendo ogni residuo dubbio interpretativo”.

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